Il mese sacro inizia il 6 giugno

I due Ramadan di Bergamo

I due Ramadan di Bergamo
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Il Ramadan, ovvero il mese sacro del digiuno dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina nella religione islamica, inizierà lunedì 6 giugno e si concluderà il 5 luglio. Ma a Bergamo si sdoppierà, nel senso che la comunità islamica orobica potrà onorarlo in due diversi luoghi. Una decisione presa dal Comune e quasi obbligata. La profonda spaccatura interna alla comunità, infatti, non si è risanata e le due anime islamiche bergamasche continuano a non trovare un punto di incontro. Da una parte quella guidata da Mohamed Saleh, presidente del Centro culturale di via Cenisio, unica controparte riconosciuta (fino a qualche tempo fa) da Palazzo Frizzoni; dall'altra il Comitato musulmani di Bergamo, che non riconosce più Saleh come presidente e ha pregato negli ultimi mesi per strada in via Cenisio per protesta contro la chiusura del centro (ufficialmente) per lavori.

 

 

Mesi e mesi di mediazione da parte di Palazzo Frizzoni, in particolare attraverso l'assessore Giacomo Angeloni, non sono servite e quindi, nelle ultime settimane, si è dovuto correre ai ripari: onde evitare nuove tensioni, si è deciso di trovare due distinti luoghi in cui i membri delle due "fazioni" islamiche della città potranno festeggiare il Ramadan. Il gruppo che sostiene Saleh pregherà, a partire dalla sera di domenica 5 giugno, al parcheggio del Comune al Centro Galassia, lungo la via che porta ad Azzano; il Comitato musulmani di Bergamo, invece, avrà a disposizione per un mese la palestra della scuola media Corridoni, in via Monte Cornagera. Angeloni ha però spiegato che tutte e due le parti hanno prima dovuto sottoscrivere un accordo: il Centro islamico si impegnerà, durante il Ramadan, a iniziare e concludere i lavori per riaprire la moschea, mentre il Comitato si impegnerà a non pregare più in strada in via Cenisio così da non ostacolare i lavori e, soprattutto, non arrecare ulteriori disagi ai residenti della zona.

Se i patti dovessero essere rispettati, a luglio, dunque, si potrebbe avere finalmente una tregua, attesa oramai da 7 mesi, ovvero da quando è stato scoperto il pasticciaccio di via San Fermo, ovvero l'immobile che l'ex presidente del Centro culturale di via Cenisio, El Joulani, aveva acquistato con fondi provenienti dal Qatar per costruire una nuova moschea in città, la più grande d'Italia. Il cantiere era stato prima sequestrato e poi dissequestrato dalle forze dell'ordine, ma i lavori si sono comunque fermati. La conseguenza è stata la scissione interna alla comunità islamica. La riapertura del Centro di via Cenisio sarà un importante passo avanti verso la riappacificazione, ma da solo non basterà. Da sciogliere, infatti, resta il nodo sul nuovo regolamento voluto e redatto da Saleh, che prevede nuove norme restrittive sulla frequentazione del Centro e, soprattutto, una "lista nera" dei fedeli non più ben accetti nella moschea, perché ritenuti «pericolosi» o comunque non in linea con il regolamento.

 

mohamed saleh centro culturale islamico di via cenisio bergamo

[Mohamed Saleh, presidente del Centro culturale di via Cenisio]

 

Sul punto, Saleh resta irremovibile: «L’accordo è un pacchetto chiuso. Io chiedo che le autorità si facciano garanti del fatto che le persone sgradite al Centro islamico non mettano più piede in via Cenisio. Senza questa garanzia non si fa nulla, né i lavori, né altro». Youssef Ait Abbou, portavoce del neonato Comitato, mette i puntini sulle "i": «Il Comune ci ha detto che i lavori verranno fatti e ci aspettiamo che, una volta finiti, la moschea venga riaperta. A tutti e senza lista nera, ovviamente. Altrimenti sarà un’altra guerra. E ritorneremo a pregare per strada. È tutto nelle mani di Saleh». Intanto Palazzo Frizzoni, in particolare Angeloni, aspetta e incrocia le dita. Nella speranza che le due parti raggiungano un accordo, magari proprio alla fine dell'importante mese del Ramadan, il Comune ha anche concesso uno scontro del 75 percento al Comitato per l’utilizzo della palestra. «L’Amministrazione - spiega l'assessore - vuole evitare che durante il Ramadan in via Cenisio si preghi in strada come accaduto finora, creando disagi e problemi di ordine pubblico». Chissà che il digiuno e la preghiera non portino giudizio.

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