Realizzato il desiderio di Gianni Agnelli

La Fiat scomparirà dopo 111 anni Wall Street è la nuova casa di FCA

La Fiat scomparirà dopo 111 anni Wall Street è la nuova casa di FCA
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Nella mattina di martedì 7 ottobre è arrivato l’annuncio ufficiale: la Fiat, dopo 111 anni, lascerà Piazza Affari per sbarcare a Wall Street a nome FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Più che ritirarsi dalla Borsa Italiana, la Fiat, per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, sparirà completamente. La Fabbrica Italiana Automobili Torino, con sede al Lingotto, non esisterà più e lascerà spazio alla nuova multinazionale FCA, nata ufficialmente il 4 ottobre, quando è scaduto il termine per i creditori Fiat per fare opposizione alla fusione. È nata così FCA, la nuova superpotenza (o almeno questa è la speranza di Sergio Marchionne e John Elkann) dell’automobile, registrata in Olanda ma con sede fiscale a Londra, in St James's street. Venerdì 10 ottobre sarà l’ultimo giorno di contrattazioni del titolo Fiat in Piazza Affari perché poi, da lunedì 13 ottobre, sarà Wall Street ad accogliere il gruppo amministrato da Marchionne dopo l’ok del New York Stock Exchange, che ha approvato il 6 ottobre la quotazione delle azioni ordinarie FCA. Contestualmente all’annuncio ufficiale, sono arrivate anche le parole dell’ad italo-canadese, il quale ha confermato di voler restare alla guida del gruppo almeno fino al 2018. A dimostrazione dell’importanza, anche davanti agli azionisti, della presenza di Marchionne, il titolo ha subito un’impennata di valore, toccando quota 7,37 euro.

Un lungo cammino. Nel giro di appena una settimana si è così concluso un cammino iniziato 15 anni fa. Era il 1999 quando lo scomparso Gianni Agnelli, in occasione dei 100 anni del marchio Fiat, dichiarava di sognare un’internazionalizzazione dell’azienda, ancora, a suo parere, «troppo italiana». Allora, però, in Fiat non c’era ancora Sergio Marchionne. Il dirigente d’azienda, nato a Chieti ma naturalizzato canadese, entrò nel Consiglio di amministrazione solamente nel 2003, su espressa indicazione di Umberto Agnelli, che era rimasto affascinato dalle capacità manageriali mostrate da Marchionne nel gruppo svizzero SGS. Proprio l’anno successivo, in seguito alla morte di Umberto Agnelli e alla dimissioni dell’allora amministratore delegato Fiat, Giuseppe Morchio, Marchionne venne scelto come nuovo ad. Da subito, in accordo con il nuovo rampollo degli Agnelli, John Elkann, il compito che gli fu affidato fu quello di cavalcare un gruppo in crisi, economica e d’identità, verso una nuova fase, più internazionale. Come voleva Gianni Agnelli.

I prodromi della nascita di FCA si possono ritrovare già nel 2009, quando la Fiat acquisì una quota di minoranza del Chrysler Group (il 20%), di cui Marchionne venne eletto amministratore delegato. L’anno successivo, a maggio, John Elkann accolse l’ad nel Cda della Exor, la holding finanziaria che controlla la maggior parte delle società che fanno capo alla famiglia Agnelli. Un premio per aver portato il titolo Fiat dalla quotazione minima del 2005 di 4 euro, ai 23 euro del 2007, anno pre-crisi. A causa dell’importanza del marchio Chrysler nel panorama automobilistico americano però, l’acquisizione totale da parte di Fiat non poteva essere una trattativa rapida. Per questo, a partire dal 2009, Marchionne tentò l’acquisizione di diverse case automobilistiche europee in grandi difficoltà, attirando su di sé diverse critiche e senza riuscirci. Intanto, in Chrysler, la cura Marchionne funzionava: nel 2011, dopo anni di bilancio in rosso, il gruppo tornò a chiudere con un utile, con cui poté ripagare i debiti contratti con i governi di Stati Uniti e Canada. Nello stesso anno, la Fiat aumentò la propria quota partecipativa, passando dal 20% al 46%. Con questo passo, nel gennaio del 2012, il Lingotto decise di compiere lo step decisivo per acquisire il restante 5% necessario per avere la maggioranza di Chrysler Group.

La nascita di FCA e lo sbarco a Wall Street. È l’1 gennaio 2014 il giorno: la Fiat acquisisce le quote partecipative di Chrysler Group necessarie per ottenerne il 100% e dà così vita alla società che, il 29 dello stesso mese, è stata rinominata Fiat Chrysler Automobiles. Il nuovo gruppo creatosi è una società di diritto registrata in Olanda, con sede legale e domicilio fiscale a Londra. A Torino è rimasta la sede delle attività europee. La titolare del gruppo resta la holding Exor, ovvero la famiglia Agnelli. La FCA è nata a Torino, l’1 agosto 2014, quando sono stati firmati gli ultimi documenti e sono stati presentati i piani per il futuro, tra cui, appunto, l’addio a Piazza Affari di Fiat e lo sbarco a Wall Street del titolo FCA. La fusione avverrà materialmente, come spiega il Sole 24 Ore, il 12 ottobre, ovvero il giorno prima che il nuovo gruppo faccia il suo debutto sui mercati internazionali. Sempre il 13 ottobre, dopo l’ok della Consob circa la pubblicazione del documento informativo, i titoli FCA verranno presentati anche a Piazza Affari. Marchionne e John Elkann presenzieranno la discesa in campo a Wall Street suonando la nota campanella di fine contrattazioni.

Ne è passata di acqua sotto i ponti torinesi sul fiume Po’ dal lontano 1903, quando per la prima volta la Fiat sbarcò a Piazza Affari, nella Camera di Commercio di Milano, aperta quasi un secolo prima (era il 1808) per volontà del viceré del Regno d’Italia Eugenio di Beauharnais. Ma ne è passata anche molta dalle dichiarazioni di Gianni Agnelli del 1999, quando sognava una Fiat meno italiana e più internazionale. Oggi, FCA, vede tre quarti dei suoi introiti arrivare dalle attività americane (tra Nord e Sud America), con sedi operative e fiscali tra Londra e Olanda che permetteranno decisi risparmi fiscali, sia per la società in sé che per i soci. Nelle prossime settimana, a Londra, si terrà anche il primo Consiglio d’amministrazione della nuova società, in cui si valuterà una ricapitalizzazione di un bilancio gravato da circa 10 miliardi di euro di debito netto, dovuto alle recenti operazioni di fusione. Secondo Marchionne, però, non è una mossa obbligata: nel giro di un anno e mezzo, FCA inizierà ad incassare e potrà così viaggiare sulla sua nuova e ambiziosa strada. Una strada che, dopo aver costeggiato per un secolo il Po’, offrirà una nuova vista sul Tamigi.

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