Le deposizioni e i verbali

Le ultime notizie sul caso del bimbo ucciso a Ragusa/3

Le ultime notizie sul caso del bimbo ucciso a Ragusa/3
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Si accumulano, con il passare delle ore, diversi elementi che pare stiano inducendo la Procura di Ragusa a nutrire più di un dubbio circa l’innocenza di Veronica Stival, la mamma del piccolo Loris. L’ultima novità riguarda lo strumento con cui è stato ucciso il bimbo: una banda plastificata da elettricista (la conferma ieri, dopo le ultime analisi mediche).

Una testimonianza giunta agli inquirenti nelle ultime ore, fornita da una delle insegnanti di Loris, spalanca scenari inaspettati: la professoressa, recatasi il 3 dicembre a casa Stival per porgere le proprie condoglianze alla famiglia, si sarebbe vista consegnare da Veronica un mazzetto di bande plastificate; la madre sosteneva che Loris le avesse usate per un compito di scienze e poi non le avesse più restituite. Piccolo dettaglio: non c’era mai stato alcun compito che presupponesse l’utilizzo di quei materiali.

Queste nuove scoperte, inoltre, hanno portato la Procura a ritenere che i graffi trovati sul collo del bimbo, al momento dell’autopsia e delle successive analisi mediche, non fossero dovuti alla probabile colluttazione legata allo strangolamento, ma all’utilizzo di un paio di forbici di cui l’assassino si è servito per tagliare i lacci una volta compiuto il delitto. Non a caso, fra i tanti oggetti sequestrati a casa di Veronica c’è anche un paio di forbici sulle quali si faranno accertamenti per studiare la compatibilità con i segni sul collo e per rintracciare eventuali residui biologici.

Ad ogni modo, la cautela nel trarre avventate conclusioni deve comunque essere massima: le bande consegnate dalla madre alla professoressa non possono ancora assolutamente essere considerate le stesse che hanno portato alla morte di Loris; di questo, si occuperà la scientifica nei prossimi giorni.

Tutte le incongruenze di Veronica. Quello delle fascette plastificate è solo l’ultimo di diversi elementi che hanno portato la Procura a concentrarsi con particolare attenzione su Veronica (la quale, è bene sottolinearlo, non è comunque ancora considerata indagata).

La madre è stata sentita da polizia e carabinieri due volte: alle 20.30 di sabato 29 novembre, quattro ore dopo il ritrovamento di Loris, e domenica 30, nel pomeriggio. «Come al solito - mette a verbale il 29 novembre - ho provveduto ad accompagnare mio figlio a scuola, ma siccome eravamo in ritardo e c’era traffico ho lasciato Loris a circa 500 metri dalla scuola». Il giorno dopo, quei 500 metri si sono ridotti: «Mi sono fermata a poche decine di metri dall’ingresso della scuola, dove ho fatto scendere Loris». Il quale però, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non è mai salito in macchina con lei per andare a scuola.

Altro particolare che desta perplessità riguarda il comportamento di Veronica appena dopo essersi recata a scuola, sabato 29, per riportare a casa il bimbo. Racconta quei minuti in due modi: prima sostenendo di aver parlato con i compagni di classe e le maestre (cosa che non risulterebbe); ma nel secondo resoconto le maestre scompaiono: «Dopo aver parcheggiato nei pressi della scuola mi reco al cancello...Assalita dal panico ho cercato aiuto nei vigili urbani, ho chiamato mio suocero, ho chiesto ai bambini e poi ho chiamato il 112».

E poi c’è la storia del sacchetto dei rifiuti buttato via a un chilometro dal luogo del ritrovamento del bimbo, in un punto lontano da casa. Nel primo verbale lei non ne parla, nel secondo lo cita dicendo di averlo gettato dove ci sono dei cassonetti. Ma le immagini la registrano mentre lo butta per strada. E poi perché così lontano?

L’ultima contraddizione riguarda la partecipazione al corso di cucina nella tenuta Donnafugata: il 29 novembre la mamma di Loris fornisce questa versione: «Dopo aver accompagnato il figlio piccolo alla ludoteca, sono andata al castello di Donnafugata dove sono rimasta fino a mezzogiorno». Ma il giorno dopo viene messo a verbale tutt’altro: «Dopo aver lasciato il bambino più piccolo sono tornata a casa per sbrigare delle faccende domestiche. Alle 9.15 sono uscita e sono andata al castello di Donnafugata, dove sono rimasta fino alle 11.45».

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