Un caso sui social

Multa al veliero di mezza quaresima Fan discutere i 2.400 euro al carro

Multa al veliero di mezza quaresima Fan discutere i 2.400 euro al carro
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Venti di polemica soffiano sul veliero della sfilata di mezza quaresima multato dalla polizia locale di Bergamo. Una sanzione severa per il carro allegorico battezzato «Barca dei pirati di Endine Gaiano»: quasi 2.400 euro di multa da pagare, più il ritiro della patente per il camionista e il sequestro di 30 giorni per il mezzo di traino. Una punizione che ha suscitato un polverone su Facebook e sui siti dei portali d’informazione. Il sasso nello stagno l’ha lanciato il segretario provinciale delle Lega Nord, Daniele Belotti: secondo lui «i vigili, vista la particolarità del trasporto e la finalità sociale (la sfilata di mezza quaresima e la partecipazione dei bambini dell'asilo di Endine), invece di multare avrebbero dovuto scortare il vascello al vicino punto di ritrovo (piazzale della Malpensata); in alternativa avrebbero potuto imporre lo smontaggio del pennone durante il trasporto».

 

 

Perché tutto è partito proprio da quel pennone: troppo alto di 62 centimetri e quindi idoneo a trasformare la barca in «trasporto eccezionale. La norma riguardante l’altezza è contenuta nel Codice stradale e, in verità, anche nel regolamento stilato dal Ducato di Piazza Pontida, in cui sono esplicitate in modo chiaro le misure a cui attenersi per il corteo. «Se indossi una divisa e non sei in grado di applicare le norme con buonsenso valutando la situazione – soffia sul fuoco Belotti -, allora è meglio occuparsi d'altro. Questo tipo di accanimento contro il cittadino discredita il corpo della Polizia Locale. Questa sanzione, però, è in linea con quanto sta portando avanti la giunta Gori, ovvero multe a raffica per fare cassa! Se non fosse così l'Amministrazione Comunale e il Comando Polizia Locale dovrebbero annullare una sanzione tanto assurda quanto umiliante per chi cerca di fare attività e aggregazione sociale». Seguono una serie di commenti non riferibili, tutti a sostegno della posizione di Belotti e contro l’Amministrazione Gori. «Ci hanno detto che i vigili erano stati allertati da alcuni automobilisti che avevano notato il carro incastrato sotto il ponte — racconta al Corriere della Sera Bergamo Luca Torti, 46 anni, l’autista del mezzo, un passato da militante leghista —, ma non è vero, non si è incastrato».

Nereo Ferrari (ed altri), carabiniere già in servizio a Treviglio, invece annota: «Quando un cittadino chiede a un agente di “chiudere un occhio”, gli domanda, in realtà, di commettere un reato civile, penale e anche morale. La responsabilità è personale: qualcuno si sente di farlo, qualcun altro no. Chi non lo fa, è semplicemente una persona retta che rispetta il proprio lavoro». Il vicesindaco di Bergamo e assessore alla Sicurezza, Sergio Gandi, sottoscrive: «Le norme valgono per tutti e devono essere rispettate. Gli agenti hanno soltanto fatto il loro dovere. A chi s’indigna, chiedo: e se fosse accaduto un incidente? Se qualcuno si fosse fatto male, o anche peggio? Allora ci sarebbe stata una simile corsa agli appelli al buon senso? Troppo facile liquidare la questione con l’idea che il Comune voglia “fare cassa” a tutti i costi. Il Codice non serve a portare soldi a un’amministrazione, ma a garantire la sicurezza e l’incolumità di coloro i quali, in questo caso, si muovono in strada. Guai a dimenticarlo. Chi applica la legge non può essere messo alla gogna come fosse un delinquente». Poi c’è chi perde una betoniera (ma non in città) e si prende solo cento euro di multa, dopo aver rischiato una strage. Ma queste sono le contraddizioni del nostro ordinamento.

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