è morto a 76 anni

Hawking, la vita è un'opportunità

Hawking, la vita è un'opportunità
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Con quel corpo un po’ così, con braccia e gambe fuori uso, con quella voce che usciva dal sintetizzatore, è riuscito ad essere uno dei più grandi fisici del nostro tempo. Quella di Stephen Hawking, il fisico inglese morto la notte scorsa nella sua casa di Cambridge è una di quelle storie dicono tutto della vita: il lato drammatico ma anche le sue sconfinate sorprese. Hawking è morto a 76 anni, un’età che nessuno gli avrebbe dato per almeno due motivi. Il primo è che sembra impossibile che uno nelle sue condizioni possa arrivare a vivere tanto.

Quando a 21 anni gli diagnosticarono questa malattia del motoneurone (una forma a lenta progressione di sclerosi laterale amiotrofica) gli dissero anche che avrebbe avuto davanti un paio di anni di vita. Era il 1963: di anni Hawking ne ha vissuti altri 55. Il secondo motivo è che nessuno gli dava 76 anni per quello spirito giovanile e battagliero che lo ha sempre contraddistinto.

 

 

Hawking non si è mai spaventato di ciò che la vita gli ha messo davanti (anche se quando gliela diagnosticarono passò per un periodo di depressione), perché è sempre partito dal presupposto che la vita, in qualunque forma toccasse viverla, è sempre una straordinaria opportunità. Per questo non si è mai sentito speciale, per quanto molto speciale fosse. Sapeva che la vita non è in nessun caso imperfetta, senza avvertire questo come un limite. Diceva: «La prossima volta che qualcuno si lamenta di aver fatto un errore, digli che può essere una buona cosa. Perché senza imperfezione, né tu né io esisteremmo».

È stato uno dei massimi astrofisici del nostro tempo e non è arrivato al Nobel solo perché le sue teorie, per quanto molto eleganti da un punto di vista matematico, non sono state ancora confermate. Ma dal 1979 aveva occupato una delle cattedre più celebri del mondo: la cattedra lucasiana che era stata di Isaac Newton all’università di Cambridge.

 

 

Quello che lo ha mosso per tutta la vita è stata la grande passione per la scienza. Passione che si traduceva nell’ottimismo senza se e senza ma rispetto alla scienza stessa. Arrivò addirittura a paragonare con sana spregiudicatezza che una scoperta scientifica è come un atto sessuale che dura però più a lungo... Per tutti questi motivi presidiò con molta attenzione l’aspetto divulgativo, pubblicando alcuni libri che sono diventati delle piccole bibbie a portata di una platea immensa di lettori. Uno su tutti, Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, pubblicato in tutto il mondo e venduto in milioni di copie.

Hawking era anche padre di tre figli, Lucy, Robert e Tim (avuti dalla sua ex moglie Jane Wild Hawking), che hanno annunciato al mondo il suo decesso con un comunicato che dice anche dell’affetto che portavano verso questo papà molto speciale: «Siamo profondamente rattristati per la morte oggi del nostro padre adorato. È stato un grandissimo scienziato e un uomo straordinario». A loro aveva lasciato queste tre raccomandazioni: «Primo: ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi. Secondo: non rinunciate al lavoro. Il lavoro vi dà uno scopo, e senza di esso la vita è vuota. Terzo: se avrete la fortuna di trovare l'amore, ricordate che esiste e non buttatelo via».

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