Un racconto a quattro voci

L'album di famiglia di Gagliardini

L'album di famiglia di Gagliardini
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Roberto Gagliardini è l’uomo copertina della settimana atalantina. Il giovane numero 4 orobico a Reggio Emilia ha giocato un’altra grande partita e lunedì è arrivata la chiamata di Ventura in Nazionale. Per capire fino in fondo chi è il nuovo gioiello della Dea siamo andati nella villetta di Dalmine dove è cresciuto a trovare papà Alessandro, mamma Rosanna, la sorella Giulia e la fidanzata Nicole, mentre il fratello Andrea era impegnato fuori casa. Siamo entrati nel piccolo mondo di un ragazzo semplice, riservato e umile. Lo abbiamo fatto poche ore dopo la convocazione e ci siamo resi conto che la sua è una storia bellissima.

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Una famiglia piena di valori. Papà Alessandro, insegnante di educazione fisica, è seduto al tavolo del soggiorno e gli occhi brillano. «Ho saputo della convocazione – racconta – dal suo procuratore. Sono davvero felice, ho sempre pensato che ce la potesse fare. Ha fatto tutta la trafila con le giovanili, il grande maestro Bonifaccio lo scoprì da piccolino e portò all’Atalanta insieme ad Andrea (di due anni più grande, ndr). Sono arrivati tutti e due in Primavera e da quel momento in avanti ognuno ha fatto la sua strada. A scuola mi capita di vedere ragazzi che mollano, ai miei figli non avrei mai voluto che accadesse».

Le parole di mamma Rosanna sono ancora più profonde, raccontano di sacrifici e rinunce: «È un ragazzo volenteroso, non si è mai tirato indietro. Sia io che il papà siamo insegnanti di educazione motoria, Roberto ha frequentato la scuola dove lavoriamo ed era "marcato a vista". Ci tenevamo moltissimo che finisse gli studi, ha preso il diploma di Ragioneria senza mai nessun debito: di questo siamo fieri. Tornava dagli allenamenti e si metteva a studiare oppure si alzava prima al mattino. Mi sarebbe piaciuto vederlo iscritto all’Università, ma mi rendo atto del fatto che è difficilissimo».

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Il percorso a ostacoli e la gioia. Nonostante le soddisfazioni, papà Alessandro racconta come non sia stato tutto rose e fiori: «Roberto ha avuto tre esperienze lontane da Bergamo. A Cesena ha vissuto una promozione dopo un campionato esaltante in Serie B mentre l'anno dopo è finito allo Spezia dove c’era una situazione un po’ particolare con la vecchia proprietà. A Vicenza c’erano tante aspettative di mister e ds, ma alla fine è tornato a Bergamo. Quest’estate volevamo una scelta definitiva: è rimasto e sta raccogliendo i frutti». «Per arrivare in fondo - commenta mamma Rosanna - bisogna fare tanti sacrifici e non aver paura delle rinunce. Roberto ne ha fatte parecchie, rispetto ai suoi coetanei ci sono stati momenti in cui ha dovuto scegliere, considerando che la scuola non è mai stata in discussione. Al sabato c’erano le partite, spesso si andava in trasferta e devo dire che c’è stata anche una disponibilità degli insegnanti molto preziosa. Io e mio marito non ci siamo mai intromessi, lui doveva essere uno come tutti gli altri. Cerchiamo di andare allo stadio abbastanza spesso ma accontentiamo un po’ tutti e due: Roberto e Andrea giocano la domenica pomeriggio, i figli sono tutti uguali e non ci sono differenze».

 

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Giulia e Nicole e il loro Roberto. Giulia e Nicole sono la sorella e la fidanzata del centrocampista atalantino. Sorridono abbracciate vicino al tavolo del soggiorno, si vede lontano un miglio che sono raggianti. La piccola di casa (Giulia ha 17 anni) racconta per prima chi è suo fratello: di lì a poco deve scappare a studiare. «È un ragazzo molto riservato. Non ha mai parlato apertamente dei suoi sogni nel calcio, è una persona estremamente umile. Abbiamo saputo della convocazione in Nazionale mentre si stava allenando a Roma con l’Under 21, mamma è arrivata da scuola e ci ha trovato tutti in soggiorno. Si è quasi spaventata perché pensava fosse successo qualcosa, magari un infortunio. Roberto ha chiamato a casa, era raggiante. Quando ero piccolina, con mamma si andava spesso a vedere gli allenamenti. C’era un custode che ci portava il tè caldo se faceva freddo, di partite ne ho viste tante ma non ho mai avuto la percezione che potesse arrivare così in alto. Non l’ho mai visto mollare, di momenti difficili ne ha passati ma evidentemente era destino che dovesse andare tutto per il meglio».

La fidanzata Nicole qui è di casa, ormai da 3 anni e mezzo i due giovani stanno insieme e anche lei conferma come Roberto sia un ragazzo normalissimo: «Quando è andato a giocare fuori città io sono rimasta a Bergamo per finire gli studi. Ci vedevamo solo nei fine settimana, è stata dura ma sono stati sacrifici importanti per tutti. Adesso studio in Città Alta e sono felice che lui giochi qui, da qualche mese viviamo assieme. Vuole stare tranquillo e pensare solo al campo, la scorsa settimana quando ha fatto quella bellissima rovesciata con il Genoa, una tifosa mi ha scritto per fargli i complimenti e lui quasi non ha voluto saperlo. Non vuole distrarsi. È un ragazzo che cerca di fare il massimo per arrivare al suo obiettivo, sente il sostegno della famiglia e delle persone che gli vogliono bene».

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La memoria corta e la lavagnetta di Nicole. Nella vita di tutti i giorni, Gagliardini non è cambiato quasi per nulla: «Questo momento – continua la fidanzata Nicole – lo viviamo tutti con imbarazzo, siamo persone semplici e, per noi, è semplicemente Roberto. Qualche giorno fa eravamo a OrioCenter per sottoscrivere un abbonamento per internet a casa e il commesso ha chiesto che mestiere facesse. Lui ci ha pensato un attimo, quasi non voleva dire che è un calciatore. Per noi è speciale a prescindere dal suo lavoro. Mi viene da dire che, per molti aspetti, se non facesse il calciatore sarebbe forse più facile».

Ma quali sono i difetti di questo ragazzo? «È un ragazzo troppo buono – attacca mamma Rosanna – e difficilmente dice di no. Da adesso in avanti sarà importante stare molto attenti a chi gli girerà intorno solo per interesse e chi invece lo farà perché gli vuole bene. Nicole in questo è molto importante. Poi non è ordinatissimo e si dimentica spesso le cose. Un giorno, sia Roberto che Andrea, si dimenticarono la borsa dell’allenamento a casa. Ce ne siamo accorti quando ormai eravamo a Zingonia e mi arrabbiai molto: tornammo a casa e non andarono al campo. L’insegnamento servì, non è mai più capitato».

«Lui mi definisce la sua segretaria – conferma ridendo Nicole –, ho un agenda e segno tutto. A casa ho dovuto prendere una lavagnetta per tenere appuntate le cose importanti perché fatica davvero a ricordarsele. Io ci scherzo sopra, una mattina ci siamo sentiti per una faccenda da sbrigare e mi doveva mandare un numero di telefono. “Lo faccio appena mettiamo giù” mi ha assicurato, indovinate come è andata?».

 

 

L’amore per la cucina e il sogno nel cassetto. Ai fornelli, Roberto Gagliardini è negato ma è sempre stato una buona forchetta: «Il polpettone o il pollo di mamma – racconta la signora Rosanna – erano una certezza al rientro da ogni trasferta, anche Nicole cucina spesso e lui è uno che regala soddisfazioni perché mangia davvero con gusto».

Ma il suo sogno qual è? «Quest’estate – conclude Nicole – eravamo in vacanza in Sicilia, nel paese di origine della mamma. Spesso capitava di stare in veranda fino a tardi a parlare e una sera mi ha confessato: “Nicole, il mio sogno è quello di avere una famiglia serena e felice”. È stato bellissimo, queste parole dimostrano che ha dei valori e una famiglia stupenda che lo hanno fatto diventare quello che è oggi».

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