«Rappresenterò tutti»

Donald Trump è il nuovo presidente

Donald Trump è il nuovo presidente
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La lunga election night è finita. Un po’ più tardi del previsto, ma è finita: Donald Trump ha vinto. Da gennaio e per i quattro anni che verranno, governerà gli Usa da 45esimo presidente. Il repubblicano ha battuto la candidata democratica Hillary Clinton, moglie di Bill e prima donna in corsa alla Casa Bianca di tutta la storia. È addirittura probabile che, in tutti gli Stati, Trump abbia preso meno voti della sfidante, ma il sistema di votazione ed elezione Usa gli ha garantito comunque di arrivare a conquistarsi i 270 grandi elettori necessari ad essere eletto alla carica più prestigiosa del mondo (Hillary è ferma a 218). Fa notare IlPost: «Donald Trump, che ha 70 anni, diventerà la persona più anziana e la prima senza nessuna esperienza politica o militare a essere eletta alla presidenza degli Stati Uniti».

 

Clicca sull'immagine per vedere la mappa interattiva dei risultati. Fonte: Corriere della Sera.

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Una sorpresa. Il risultato ribalta i pronostici degli ultimi giorni, che davano la Clinton come favorita. E forse stupiscono Trump stesso: era davvero convinto di arrivare all’apice? Si tratta di fatto di una vera e propria rimonta e di un’autentica sorpresa. Saltano con lui e la sua campagna elettorale alcune certezze che avevano finora guidato gli Usa: la vittoria ai dibattiti, una buona presa e organizzazione sul territorio, gli spot e le convention giuste. E, naturalmente, la fiducia nei sondaggi. Per di più, il popolo americano pare aver ignorato temi a cui è sempre stato sensibile: il razzismo, il sessimo, l’aggressività del linguaggio, la posizione filorussa.

 

Alcune sostenitrici di Hillary Clinton.

 

Hillary ammette la sconfitta. Nelle ultime ore, quando già la sconfitta era praticamente certa, Hillary ha tergiversato e il suo portavoce Podesta, alle 8 di stamattina sosteneva: «Stanno ancora arrivando dei voti, stasera non avremo niente di nuovo da dire». Dal primo discorso di Trump si evince invece come la candidata democratica abbia chiamato il neoeletto presidente per congratularsi e lui a sua volta le abbia fatto i complimenti per «aver combattuto con tutta se stessa» durante la dura campagna elettorale. «Ha lavorato sodo e le dobbiamo una grande gratitudine».

Il primo discorso di Trump. Il primo discorso di Trump è proseguito poi con parole distensive: «È il momento di unirci e superare le divisioni». Il neopresidente ha poi assicurato di voler «buoni rapporti con l’estero» e che «saremo giusti con tutti i popoli e le nazioni». E anche sull’economia buone prospettive: «Raddoppieremo la crescita e saremo l’economia più forte al mondo».

 

https://youtu.be/BQjDaQLZgPY?t=3h41m30s

 

Le borse crollano. L’economia e le borse, intanto, non rispondono bene. Spiega dettagliatamente RaiNews: «Future di Wall Street in ribasso attorno al 5% e sui mercati globali è partita una corsa verso gli asset più sicuri. In Asia il Nikkei ha perso più del 5%. Shanghai cede lo 0,62% a 3.128 punti,  Hong Kong più del 2,8%, Tokyo chiude in rosso a -5,35%, in Europa i future dei listini sono in netto calo, ma la situazione appare ancora peggiore alla Borsa americana, dove i future del Dow Jones, che indicano le previsioni di apertura, crollano di 800 punti, il 5%, quelli del Nasdaq di 250 punti, il 5,08% e quelli dello S&P 500 di 107 punti, il 5%. Il dollaro si sta indebolendo rispetto a tutte le principali valute, cedendo il 3,71% sulla divisa giapponese a 101,24 yen e con l'euro che si rafforza del 2,4% a 1,1289 dollari, la sterlina in aumento dell'1,35% a 1,2544 dollari e il dollaro canadese in aumento dell'1,7%. Fa eccezione il peso messicano, che rispetto alla divisa americana arriva a cedere il 13%. Un biglietto verde è arrivato a comprare 20 peso messicani, un record: Trump ha promesso di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e intende rinegoziare il North American Free Trade Agreement, l'accordo commerciale tra Canada, Usa e Messico. In picchiata anche il petrolio, con il Wti che arretra del 3,78% a 43,28 dollari al barile e il Brent in ribasso del 3,4% a 44,47 dollari. Balza invece l'oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, che avanza del 4,59% a 1.333 dollari l'oncia».

Anche il Congresso è tutto repubblicano. Gli americani votavano anche per il Congresso: e il Partito Repubblicano ha mantenuto la maggioranza alla Camera (e questo era abbastanza scontato, visto il vantaggio di 30 deputati), riconquistandosi il Senato (dove invece i democratici avevano partita aperta). Questo significa che Trump governerà con un Congresso del suo stesso partito, almeno fino alle elezioni del 2018. E che ai democratici, spiega il Corriere, «rimane solo la possibilità di fare quello che hanno fatto i repubblicani contro Obama: bloccare i provvedimenti di Trump facendo ricorso al filibustering che può essere superato solo con 60 voti su 100, al Senato».

 

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Reazioni dall'Italia. «A nome dell'Italia mi congratulo con lui e gli auguro buon lavoro». Sono queste le prime parole di Matteo Renzi, (riportate dai colleghi di ANSA.it) dopo i risultato di questa mattina. Il premier, cogliendo l'occasione, ha ribadito la sfida lanciata all'Ue dichiarando: «Chi l'avrebbe detto che Trump avrebbe vinto? Eppure è così e noi abbiamo rispetto. A maggior ragione dopo oggi l'Italia deve essere leader nella discussione Ue». Il Ministro degli Esteri Gentiloni, pur ricordando l'avversità verso le politiche protezionistiche e le chiusure del repubblicano rassicura: «L'Italia continuerà l'amicizia e la collaborazione con gli usa». Forti anche le reazioni delle opposizioni: da Grillo che osanna Trump per il «VDay pazzesco» fatto a tutti i pronostici, alle esultanze di Toti e Salvini. Quest'ultimo ha parlato di «rivincita del popolo del coraggio, dell'orgoglio, dei temi del lavoro e della sicurezza, alla faccia dei banchieri, degli speculatori, dei cantanti, dei giornalisti e dei sondaggisti». Dure le parole del presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta, che ha definito Renzi «un dead man walking» (morto che cammina). I complimenti sono arrivati anche dal segretario di stato Vaticano card. Pietro Parolin: «Facciamo gli auguri al nuovo presidente, perché il suo servizio possa essere fruttuoso e assicuro anche la nostra preghiera che lo illumini e lo sostenga nel servizio della sua patria». Timoroso, invece, l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in un'intervista con l'emittente Radio anch'io ha dichiarato: «Le preoccupazioni rimangono e resta l'imperativo della riflessione su questo risultato»Positivamente sorpresa il presidente della Camera Laura Boldrini in un tweet: «Profondo rispetto per voto #USElection2016. Nel suo primo discorso Trump non sembrava lui: moderato, inclusivo, pacato».

 

 

Reazioni dal mondo. Molte sono le preoccupazioni (riportate sempre da ANSA.it) riguardanti il ruolo americano all'interno della Nato. Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, in un'intervista al canale tedesco Ard, ha paragonato questa elezione alle «grandi paure» di quella di Regan, spiegando: «Sicuramente la relazione transatlantica diventerà più difficile». Prontamente è arrivata anche l'ammenda del segretario generale Jans Stoltenberg «La Nato è importante per la sicurezza collettiva in Europa, ma lo è anche per quella degli Stati Uniti» ricordando che l'unico ricorso all'art. 5 fu proprio da parte degli americani dopo la strage dell'11 settembre. Più cauti invece il presidente del Consiglio Tusk e quello della Commissione Junker, che in una lettera congiunta scrivono: «Oggi è più importante che mai rafforzare le relazioni transatlantiche. Non dovremmo risparmiare alcuno sforzo per assicurare che i legami tra noi restino forti e duraturi». Diversamente da una Merkel collaborativa, il Ministro degli esteri francese Marc Ayrault ha dichiarato: «Dopo il Brexit, dopo l'elezione di Trump, l'Europa non si deve piegare. L'Europa deve essere più solidale e più attiva e più offensiva. Non dobbiamo abbassare la testa, non dobbiamo chiuderci su noi stessi».

La premier britannica Teresa May parla invece di una «relazione speciale» e auspica al più presto un faccia a faccia con il repubblicano. Un'apertura netta nei confronti di Trump viene anche da Putin che, avendo seguito le promesse fatte in campagna elettorale, si dice motivato a riallacciare i legami con lo Stato a stelle e strisce: «La Russia è pronta a far la sua parte e desidera ricostruire i rapporti a pieno titolo con gli Usa». Anche il presidente della Commissione Affari Esteri Kosachev parla del concretizzarsi di «una piccola speranza» resa difficoltosa «dal Congresso a trazione repubblicana». Duro L'ex premier messicano Fox: «Ovviamente il Messico non pagherà per il suo maledetto muro». Le prime richieste vengono, per esempio, dalla Turchia dove il primo Ministro Yildirim chiede l'«estradizione urgente di Fethullah Gulen, la mente, l'esecutore e l'autore dello scellerato tentativo di colpo di stato del 15 luglio in Turchia». L'Iran ricorda la presenza dell'accordo nucleare "Jcpoa" e anche la Cina invita al rispetto del "win-win principle" (collaborazione a vantaggio dei ambo le parti).

C'è chi gioisce e chi protesta. Da un lato Donald Trump che, fiero della sua vittoria, posta il suo primo tweet da presidente: un invito agli statunitensi a rimanere uniti e la promessa che «non sarete dimenticati». Dall'altro, come spiega The Gurdian.comle città di Okland, New York, Los Angeles e Portland che sono scese per strada a protestare.Tra i manifestanti molti provengono dalle università come la Columbia (a New York) o la Univesity of California.

 

 

 

 

 

L'arringa finale di Hilary. Alle 17:20 ora italiana di mercoledì 9 novembre al New Yorker Hotel, Hillary Clinton ha deciso di rompere il silenzio di questa lunga giornata. Dopo aver salutato tutti i presenti in uno scrosciare di applausi, ha confermato di essersi già congratulata con il rivale per la vittoria conseguita. La Clinton ha inoltre rinnovato la sua intenzione di instaurare una collaborazione pacifica con il magnate, ricordando alla popolazione che «il sogno americano è abbastanza grande per tutti». Oltre ai ringraziamenti fatti ai collaboratori e al presidente uscente Barack Obama, l'intervento si è concentrato su alcuni temi che fin dal principio sono stati protagonisti della campagna elettorale della democratica. In primo luogo l'invito rivolto alle nuove generazioni perché «non smettano mai di credere che lottare per ciò che è giusto valga la pena». Un pensiero è stato ovviamente rivolto anche alle milioni di donne, ringraziandole per averla eletta a loro beniamina. Hillary ha poi concluso il discorso in puro stile americano: «Che Dio benedica voi e gli Stati Uniti d'America».

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