Eletta al Beer Attraction di Rimini

La miglior bionda d'Italia (è della Valcavallina)

La miglior bionda d'Italia (è della Valcavallina)
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L’Italia, recentemente, ha scoperto il piacere della birra artigianale. Una moda per qualcuno, ma forse è la scoperta di un gusto nuovo, di sapori nascosti, ben lontani da quelli classici delle bottiglie e delle lattine presenti sugli scaffali dei supermercati. E mentre in Inghilterra si sta assistendo al triste declino dell’antica tradizione dei pub, in Italia siamo spettatori di un vero e proprio boom: se nel 2005 si contavano appena 30 microbirrifici artigianali, oggi ne sono stati censiti più di 800. Altro che moda, il luppolo inizia a incidere anche sul Pil. E non è cosa da poco, visto che questo settore dà lavoro, secondo le ultime stime, ad almeno 5mila under 35 italiani e ha visto una crescita delle esportazioni pari al 10% negli ultimi 12 mesi.

Noi stessi vi abbiamo più volte raccontato come Bergamo sia, nel suo piccolo, un Eden della birra artigianale. Lo dimostra la realtà del Birrificio Indipendente Elav, che ha sede a Comun Nuovo e che dal 2010 produce 23 birre diverse (molte premiate a livello internazionale) che si possono gustare in due diversi pub: il Clock Tower di Treviglio o l’Osteria della Birra in Città Alta (dove abbiamo fatto un giro). Senza contare l’Elav Indie Festival, vera e propria festa della birra artigianale made in Bergamo, manifestazione che si svolge con successo ogni estate, oramai da tre anni, e che nel 2014 ha contato più di 10mila visitatori. Ma che la birra piaccia ai bergamaschi lo dimostrano anche altre realtà e piccoli locali che, per gli amanti del settore, sono vere e proprie tappe obbligate, come la “birroteca” The Dome, a Nembro, o il BG Birra in via Ghislandi, a Bergamo, dove più che una bevanda la birra è un culto. Per chi nel capoluogo orobico (e non solo) ama i sapori decisi e “grezzi” del luppolo, ora c’è un nuovo nome da segnarsi in agenda: Birrificio Valcavallina, a Endine, la cui birra chiara (Golden Ale) Sun Flower è stata eletta la migliore d’Italia al Beer Attraction, rassegna dedicata ai microbirrifici italiani da poco terminata a Rimini Fiera. Dello stesso birrificio, nella categoria affumicate, s’è piazzata al terzo posto la Dark Side, una nuova produzione.

 

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La manifestazione. Dal 21 al 24 febbraio, Rimini Fiera s’è trasformata nel paradiso della birra. Tutto merito della prima edizione del Beer Attraction,  evento internazionale dedicato ai piccoli birrifici indipendenti e rivolto sia agli operatori di settore, dalla produzione all´import-export, che al pubblico degli appassionati e degustatori. A organizzarla Unionbirrai, l’associazione italiana dei produttori, e che quest’anno ha deciso di costruire attorno alla decima edizione del premio “Birra dell’anno” una vera e propria manifestazione dal sapore internazionale, con tanto di fuori salone ricco di eventi e degustazioni, coinvolgendo anche tutti i pub e i locali della Riviera Romagnola.

La gara in sé, invece, ha visto scontrarsi circa mille birre prodotte da 150 birrifici di tutta Italia e suddivise in ben 26 categorie. A giudicare ed eleggere le migliori, una giuria composta da esperti e critici internazionali. Nel complesso, la Lombardia ha dominato l’evento con 9 “titoli” che sono stati assegnati a microbirrifici artigianali presenti sul suo territorio. Fatica il Sud, rimasto un po’ indietro nel boom, ma che ottiene comunque due titoli, uno in Puglia e uno in Sardegna. Il birrificio Birra del Borgo, di Borgorose (Ri) nel Lazio, è stato eletto in assoluto il migliore. Eppure, a brillare, è anche Bergamo, con il Birrificio Valcavallina di Endine che si è aggiudicato il primo posto nella categoria della birra chiara (Golden Ale) con la sua Sun Flower e il terzo posto nella categoria delle birre affumicate con la sua nuova produzione chiamata Dark Side.

 

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[Renato Carro, mastro birraio e titolare del Birrificio Valcavallina]

 

Una birra che sa di… lago. Endine Gaiano: 3.500 abitanti che distano 32 chilometri da Bergamo, incastonati tra le montagne e lo specchio del lago di Endine che rende tutto il paesaggio magico. Qui, oramai 6 anni fa, Renato Carro, nato a Bollate (Mi), decise di aprire insieme alla moglie thailandese Pon Khitdeejing il proprio birrificio. Non una scommessa, ma la realizzazione di un sogno: Renato, infatti, appartiene a quel movimento di appassionati che per primi scoprirono il piacere della birra artigianale. Siamo alla fine del millennio scorso, quando ancora questo movimento era visto come un hobby e poco più. Renato si iscrive ad un corso di degustazione presso il Birrificio Italiano. Quattro serate e niente più. In una di queste, però, gli si aprì un mondo: imparò, infatti, che con pochi passaggi era possibile produrre una propria birra tra le mura di casa. Non ci volle molto perché Renato diventasse un mastro birraio casalingo di tutto rispetto.

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Negli anni successivi, insieme all’allora già esperto Agostino Airoli e alcuni amici, diede vita a nuove esperienze, tra cui l’apprezzato Atelier Birra, movimento teso a diffondere il verbo “luppoliano” della birra artigianale. Semplice passione fino al 2009, quando il tutto si trasforma in lavoro, a Endine. Qui, ispirato dai meravigliosi paesaggi e dai sapori decisi dei formaggi locali, Renato ha dato vita alla propria produzione industriale che oggi conta 8 diverse birre. Tra queste, le più apprezzate, sono certamente la Cavallina (Blonde Ale dal sapore paglierino e deciso), la Calypso (American Pale Ale, ambrata e dai sapori equilibrati) e, per l’appunto, la pluripremiata Sun Flower.

 

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[L'etichetta della Sun Flower del Birrificio Valcavallina]

 

La miglior chiara d’Italia. La Sun Flower nasce nel 2011, quando Renato decise di esplorare terre del luppolo allora ancora sconosciute. Dall’incontro tra quelle “sperimentazioni” nacque questa chiara (da catalogarsi come Golden Ale) che, sin da subito, ottenne numerosi apprezzamenti e diversi riconoscimenti, tra cui il terzo posto nell’European Beer Star 2012. Ispirata sicuramente ai sapori anglosassoni, il suo segreto sono i luppoli usati, che abbracciano addirittura tre diversi continenti: Europa, America e Asia. Questi, abbinati tra loro, danno vita a un prodotto perfetto per le calde serate estive e di cui non vorresti più fare a meno, in grado di ricordare aromi fruttati. Mandarino, pompelmo, lime, pesca, mango e ananas: è incredibile come, anche ai meno esperti, tutti questi sapori vengano a mente sin dal primo assaggio, nonostante non sia presente alcun frutto nella birra.

Il primo impatto è olfattivo: al naso si sentono subito gli aromi ricchi e intensi e si possono anche distinguere il profumo dell’ananas e delle pesche. Ma è quando entra in contatto col nostro palato che si ha un vero tsunami di sapori: si percepisce subito la base maltata, di cereali e pane malto d’orzo, seguita dalla dolcezza della parte centrale, composta dai sapori freschi che ricordano la frutta, poi bilanciata dall’amarezza delle scorze di agrumi. Leggera (4,3%), risulta secca al palato e certamente dissetante. Sarà quel gusto quasi tropicale, che strizza un po’ l’occhio alle calde serate estive ma che non fa perdere le caratteristiche peculiari di una birra artigianale. Va servita fresca, ma non fredda, intorno agli 8 gradi centigradi. La frizzantezza delicata e la schiuma compatta la rendono bella anche servita in un bicchiere. La morte sua, come si suol dire, è se abbinata ad antipasti saporiti, come salumi o pancetta, ma anche a formaggi a media stagionatura o carni bianche arrostite. L’etichetta, in cui predominano i colori giallo e verde, rende perfettamente l’idea dei sapori che si provano assaggiandola. Anche in giornate uggiose come queste, una Sun Flower è in grado di portare il sole. Se non nel cielo, certamente nella nostra bocca.

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