«L'Italia è un Paese strano»

La guerra dell'avv. Pilade Frattini alla tassa ingiusta del Consorzio

La guerra dell'avv. Pilade Frattini alla tassa ingiusta del Consorzio
Pubblicato:
Aggiornato:

Avvocato Frattini, lei ha combattuto contro il Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca per molti anni, come è andata?

«A volte ho perso, più spesso ho vinto. Siamo ormai a trenta cause, a partire dal 2004. La prima sentenza è dell’agosto 2004. Ma sono vittorie limitate, che non risolvono il problema di una tassazione ingiusta del cittadino».

Che cosa è successo?

«Nei primi Anni Duemila per alcuni miei clienti abbiamo avversato l’obbligo di versare la tassa al Consorzio di Bonifica. Nel novanta per cento dei casi, la commissione tributaria ci ha dato ragione nei diversi gradi, fino alla Cassazione. Ma non è cambiato nulla. Abbiamo ottenuto il rimborso di quanto pagato e tutto come prima».

Cioè?

«L’anno dopo stessa trafila. Di nuovo la tassa e di nuovo una causa. Per ogni cartella una causa, ogni anno. E non si risolve niente. Una volta venne da me una mia collega, Paola Bianchi Cassina, presidente di un’associazione di consumatori, per capire se si poteva procedere con una causa collettiva, che riguardasse tutti o gran parte dei cittadini tassati dal Consorzio, ma la cosa non è andata avanti perché la causa non si poteva configurare in maniera complessiva: ogni cittadino paga una cifra diversa, è in una situazione differente. Non è come in Inghilterra e anche se da noi la legge ha introdotto la “class action”, in realtà è impossibile da praticare».

Ma, nella sostanza, il problema è per tutti la stessa cosa: si paga la tassa perché si è in un territorio attraversato da rogge e canali, all’aperto o sotterranei, che necessitano di pulizia e manutenzione. O no?

«Sì, ma l’Italia è un Paese strano, dove capita di tutto e dove le norme vengono interpretate in maniera molto intelligente, e varia, in modo che spesso diventano sterili. Abbiamo vinto diverse cause, ma - per esempio - la sua vittoria non è presa in considerazione per una causa del tutto simile, del suo vicino di casa. Si riparte da capo».

Scusi, ma le rogge e i canali bisogna pur pulirli e aggiustarli.

«Certo, nessuno nega il valore e la necessità degli interventi sul reticolo idrico, ci mancherebbe. Il fatto è che il cittadino non dovrebbe pagare al Consorzio di Bonifica. Semmai è il Comune che...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 11 aprile. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali