L’autostrada

Le giravolte della Bergamo-Treviglio Costi passati da 140 a 300 milioni

Le giravolte della Bergamo-Treviglio Costi passati da 140 a 300 milioni
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La Bergamo-Treviglio continua a cambiare faccia. Un percorso accidentato quella del progetto di un’autostrada – o superstrada, o collegamento veloce, perché i termini hanno un loro impatto psicologico, nonostante il pedaggio sia comunque irrinunciabile - che sarebbe utilissima, ma non trova uno sbocco efficace. Ora sta per essere scritto un nuovo capitolo del romanzo a puntate. Lunedì 23 gennaio si è tenuto infatti un incontro con i vertici del Pd e della Provincia per visionare l’ultima versione del progetto messo a punto Autostrade Bergamasche, società che propone l’opera. Così ha voluto il presidente della Provincia Matteo Rossi per verificare che quanto richiesto dal direttivo dei Dem a dicembre, ovvero che si punti a risparmiare suolo libero dalla cementificazione, fossero state recepite. Poi toccherà, ed è la parte più difficile, all’incontro con i sindaci dei Comuni attraversati dal tracciato: il consenso allargato è una chimera che gli attori coinvolti inseguono strenuamente. Si andrebbe a una presentazione solida in Regione, con il via libera definitivo a portata di mano.

I costi salgono, ma si arriva a Bergamo. La prima ipotesi di collegamento tra Brebemi e futura Pedemontana a Osio Sotto, un’autostrada tradizionale a tre corsie, fu strenuamente osteggiata. Il comitato «Cambiamola!», preferendo una soluzione di maggiore sostenibilità ambientale, aveva raccolto oltre 19mila firme. A fine 2012 ecco il voto favorevole nella conferenza dei servizi promossa dalla Regione. Ma la corsa dell’opera fu bruscamente frenata dalla mancanza di fondi: costi erano saliti a circa 270 milioni di euro. Il rilancio dell’arteria ha luogo a inizio 2016. La società Autostrade Bergamasche trova nuova linfa dall’ingresso di un privato di peso come socio di maggioranza, il gruppo Vitali. Si punta sul tracciato a due corsie per senso di marcia. Un tracciato più leggero ma più lungo: non termina più a Dalmine ma a Stezzano. In più, un collegamento ulteriore fino all’asse interurbano, a Colognola, per rendere l’opera più funzionale e attrattiva.

Autostrade Bergamasche vs Provincia. Il percorso immaginato non ha convinto Via Tasso, che avrebbe preferito un tracciato con piega ad est. Questo avrebbe significato sei chilometri in più, due ponti, più costi. Oltre  alla necessità di riavviare da capo la conferenza di servizi per la Regione. Il rischio? Un ulteriore slittamento di anni. Autostrade Bergamasche non ne ha voluto sapere. Ha avuto ragione. Il tracciato illustrato il 23 è comunque salato: 300 milioni, l’ipotesi, mentre la versione precedente era ferma a 220 milioni. I fondi, comunque, dovrebbero esserci: arriveranno da fondi internazionali specializzati nelle infrastrutture. Se gli enti locali daranno il loro benestare, la Regione potrà chiudere la conferenza di servizi del 2012. A quel punto ad Autostrade bergamasche non resterebbe che depositare il progetto definitivo.

 

 

Il comitato «Cambiamola!» non ci sta. «Il nuovo corso della Bergamo-Treviglio dimostra solo una cosa: a tenere le redini è il privato senza mostrare alcun dato scientifico e che, per ora, crea e distrugge tracciati all’oscuro dei cittadini, con il Pubblico messo nell’angolino ad aspettare inutilmente Godot. Da febbraio informeremo oltre 150.000 cittadini con una campagna media, per dipanare il fumo creato ad arte per spacciare come unica soluzione ad un problema reale una pessima soluzione». È questa la posizione del comitato intercomunale «Cambiamola! Il diritto a una mobilità sostenibile», che in questi anni ha raccolto oltre 19.000 firme. Che aggiunge: «Abbiamo assistito in questi anni a mirabolanti avventure di un’autostrada che era nata in trincea da Osio Sotto a Casirate, per poi arrivare fino a Dalmine. Successivamente il tratto per la Pedemontana era inutile. Dopo la trincea arrivò la strada super elevata, per arrivare fino a Bergamo. Poi è tornata in trincea, ma fino a Dalmine, per poi arrivare fino a Bergamo ma con un extracosto. Doveva pagarsi da sé e costare 140 milioni, con un pedaggio da casello a casello irrinunciabile, poi la regione doveva mettere 30 milioni di euro, poi si pagava solo se si entrava all’inizio o alla fine, per arrivare a 300 milioni di euro. C’era un progetto, poi ce n’erano due, poi uno. Un turbinio messo su ad arte, senza basi scientifiche, per rendere unica nell’opinione pubblica la soluzione che, per mano del progettista, non risolve i principali nodi di traffico esistenti. Il problema del traffico c’è, la soluzione proposta nel 2012, che è l’unica sui cui ragionare, è dispendiosa ed inutile. E nel frattempo, la stampa si è bevuta ogni rumors di una comunicazione fatta appositamente per creare disordine, senza che mai un dato scientifico sia stato mostrato ad alcuno. Né alla silente e dormiente Provincia, né ad alcun cittadino. Solo numeri e disegni che giocano all’oscuro dei cittadini. In un quadro così complesso la vera responsabilità politica è quella della Provincia, che in due anni e mezzo non è stata in grado di stendere un documento sul metodo di lavoro della Bergamo-Treviglio. Nessuna programmazione territoriale basata su analisi di traffico, nessuna riunione tra i sindaci e le associazioni di categoria, nonostante le inutili parole del presidente Matteo Rossi che promise questi incontri ormai due anni e mezzo fa, nessuna richiesta al privato di mostrare le proprie carte che svela come in una partita di poker, con qualche carta buona e molti bluff. Il privato è legittimato a poter dire tutto e il contrario di tutto. Può dire di costruire un’autostrada, una superstrada, una monorotaia. Può dire di pagarla con fondi privati, senza casualmente dare informazioni di trasparenza sui fondi, e può anche elemosinare nelle tasche di Regione Lombardia. Ma se gli arbitri, che sono la Provincia e i top player della stampa, latitano, il gioco diventa falsato. Il nostro comitato in questi mesi non si è pronunciato sull’opera perché ad oggi nulla esiste, a differenza di qualche politichino parla senza aver visto un numero.  La misura è ormai colma però. Per questo motivo, da febbraio raggiungeremo, attraverso una campagna media, oltre 150mila cittadini bergamaschi, cercando di fare chiarezza su un’opera su cui si è detto tutto e il contrario di tutto, senza basi scientifiche, anche a mezzo stampa. Un’operazione verità che, attraverso nuovi metodi di comunicazione, permetterà a ogni singolo cittadino residente sull’asse dell’autostrada Bergamo-Treviglio, di scoprire il progetto e le sue lacune. Non esiste una connessione veloce tra Bergamo e Treviglio, ed è un problema. Ma tra il fare e il fare bene, c’è una discriminante non indifferente».

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