Una vera emergenza

L’inaccettabile prezzo di vite umane che Bergamo paga sul lavoro

L’inaccettabile prezzo di vite umane che Bergamo paga sul lavoro
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Un bollettino di guerra, un’emergenza sicurezza che investe pesantemente il mondo del lavoro bergamasco. La conta delle morti bianche in provincia da inizio anno ha raggiunto quota diciassette secondo i dati forniti da Inail. L’ultimo incidente in ordine di tempo lunedì 15 ottobre, ha coinvolto Gaetano Trezza, quarantaquattrenne di Torre Boldone, che è stato travolto dal braccio di una gru che stava montando nell’officina meccanica di Costa di Mezzate di cui era dipendente. Anche settembre è stato un mese nero, con due tragedie che hanno colpito la bergamasca: martedì 18 Giovanni Radaelli, operaio di 48 anni di Caravaggio è morto precipitando da un’altezza di dieci metri mentre stava rimuovendo le lastre in amianto dal capannone di una cascina a Camisano, in provincia di Cremona, distrutto in estate da un incendio. Giovedì 6 Alessandro Belometti, operaio di 29 anni di Castelli Calepio, è caduto in un macchinario usato per la triturazione di materiale mentre stava lavorando all'interno di una ditta specializzata in concimi e fertilizzanti a Calcinate. Il giorno successivo, un'altra vita è stata spezzata sulla A13: Giampietro Moleri, autotrasportatore di 57 anni di Bariano, è morto per il ribaltamento del tir che guidava. Il 5 luglio Marino Cucchi, geometra di 59 anni di Romano di Lombardia, restò schiacciato da una pesante trave di cemento durante la costruzione di capannone in una ditta di Lonato del Garda. Il giorno di Pasqua si è tinto di dramma per la morte di Giambattista Gatti, 51 anni di Treviglio, e Giuseppe Legnani, 57 di Casirate d’Adda, chiamati a controllare un guasto in un’azienda di mangimi di Treviglio e rimasti coinvolti nell’esplosione di un serbatoio utilizzato come essiccatoio di farine. Il triste elenco prosegue con i lavoratori che hanno perso la vita recandosi sul posto di lavoro, come Pierangela Tadini di 51 anni e Ida Maddalena Milanesi di 61 anni entrambe originarie di Caravaggio, sul treno deragliato nei pressi della stazione di Pioltello la mattina del 25 gennaio.

Più sicurezza e controlli. «Sono fatti inaccettabili che lasciano l’amaro in bocca, evidenziando come la cultura della sicurezza sul lavoro rimane ancora un concetto da metabolizzare a fondo nel nostro territorio – dichiara Francesco Corna, segretario generale Cisl Bergamo –. Va ribaltata soprattutto la prospettiva: la sicurezza non è un costo per l’impresa, bensì un investimento». Il sindacato punta il dito contro una carenza...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 25 ottobre. In versione digitale, qui.

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