10 cibi da evitare quando viaggiate (a maggior ragione in posti esotici)
Questo è il periodo in cui si inizia a pensare più intensamente alle vacanze estive. C’è chi andrà al solito ombrellone del solito bagno davanti al solito mare, chi invece preferirà la pace della montagna. Ma c’è anche chi attende tutto l’anno l'estate per potersi permettere il viaggio che ha sempre desiderato, in un luogo esotico, lontano dalla quotidianità sia per abitudini che per stili di vita. Africa e Asia hanno, da sempre, un fascino unico su noi occidentali, desiderosi di immergerci in mondi così lontani e diversi da quelli che viviamo ogni giorno. Chi ci è stato, spesso, torna estasiato, con la valigia piena di souvenir, oggetti di artigianato, fotografie, e il cuore zeppo di ricordi e avventure. Attenzione però, perché c’è anche il rischio che tornando da Paesi così diversi dai nostri ci si possa portare dietro anche “souvenir” molto meno gioiosi: Escherichia coli, epatiti, febbre tifoidi e altre malattie, causate principalmente dall’aver assunto del cibo contaminato.
Per potersi godere un grande viaggio, dunque, la cosa migliore da fare talvolta è dire “no” ad alcuni esotici piatti. E ciò non perché le loro abitudini alimentari siano meno salutari delle nostre (anzi, forse in Occidente si è sviluppato un eccessivo allarmismo attorno al tema), ma perché i nostri sistemi immunitari si sono abituati a standard completamente diversi da quelli degli abitanti dei Paesi africani e asiatici. Presentiamo, allora, una lista di 10 pietanze che vi consigliamo di evitare durante i vostri viaggi dall’altra parte del mondo se desiderate tornare a casa solo con bei ricordi e nulla più.
Liquori artigianali
In Italia, come in molte altre parti del mondo occidentale, sta vivendo un vero e proprio boom il mondo della produzione artigianale di liquori. Vi abbiamo spesso parlato di come il business delle birre artigianali stia andando a gonfie vele. Quando però andate dall’altra parte del mondo, vi consigliamo di evitare questo tipo di bevande. Spesso l’acqua non è potabile e le operazioni di distillazione lasciano molto a desiderare. Se non siete quindi degli “iniziati” a questo tipo di bevande, meglio evitare. Una bella birra fresca in bottiglia, magari di marca nota, è sempre preferibile.
Prodotti caseari non pastorizzati
Secondo la Food and Drug Administration, bere latte non pastorizzato o mangiare prodotti caseari prodotti con latte non pastorizzato, aumenta di 150 volte le probabilità di contrarre malattie di origini alimentari. Il processo della pastorizzazione, infatti, uccide batteri portatori di malattie quali la salmonella, l’Escherichia coli, la listeriosi e molti altri batteri tipicamente presenti nel latte crudo. Di per sé questo latte non è pericoloso se si conosce la sua origine, ma nel caso contrario è meglio evitare il rischio.
L’insalata
Ebbene sì: se pensavate di potervela cavare con della semplice croccante insalata, vi sbagliavate di grosso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, sconsiglia apertamente le verdure verdi a foglia grande durante i viaggi dall’altra parte del mondo. Il motivo è che questi ortaggi possono contenere microrganismi pericolosi per i nostri docili e viziati sistemi immunitari, microrganismi che spesso non vengono eliminati neppure da un lavaggio sotto acqua corrente. Se poi, nel Paese in cui ci troviamo, la qualità dell’acqua è scadente, il rischio è che il lavaggio peggiori solo la situazione.
Pesce e frutti di mare
Questo tipo di pietanza è certamente deliziosa, ma allo stesso tempo anche una delle più pericolose, perché nei pesci e nei frutti di mare possono nascondersi malattie veramente gravi. Un esempio è l’Anisakis, genere di vermi nematodi, parassiti presenti in diversi organismi marini: ingerire questo tipo di batterio può provocare gravi infezioni al nostro tratto gastrointestinale. L’avvelenamento da molluschi, invece, può dare gravi sintomi paralitici, neurotossici o amnesici. Insomma, se non siete più che certi della qualità del pescato che state per andare a ingerire, vi consigliamo di evitare.
Il cibo dei buffet
Per quanto siano di moda e oramai presenti anche nella nostra quotidianità alimentare, i buffet presentano delle “sfide” di igiene alimentare non trascurabili. L’esposizione delle pietanze a tutto e a tutti, rende i cibi dei buffet ad altissimo rischio di contaminazione. Una situazione del genere necessita di grande attenzione e di una continua cura. Se non siete certi al 100 percento della professionalità di chi vi sta servendo il buffet, come è probabile che sia se vi trovate in vacanza dall’altra parte del mondo, il consiglio è di evitare il cibo, soprattutto quello più a rischio.
Uova crude
Evitare di mangiare alimenti che contengono uova crude o comunque poco cotte è già un modo per evitare alcune delle principali intossicazioni alimentari di cui sono vittima i viaggiatori. Se invece decidete di cuocere da voi delle uova comprate al mercato della città in cui vi trovate, il consiglio degli esperti è di evitare di lavarle o di bollirle: così facendo, infatti, c’è il rischio che i batteri presenti esternamente penetrino nel guscio, intaccando anche tuorlo e albume. Meglio farle in padella, nei metodi classici.
Alcuni frutti
Una norma base per i viaggiatori più avventurosi e legata alla sicurezza alimentare, dice: “Boil it, cook it, peel it, or forget it!” (fai bollire, cuoci, sbuccia o dimenticatelo). Per quanto riguarda la frutta, il primo consiglio è di scegliere quella dotata di una buccia spessa. Questa, infatti, protegge la polpa quasi totalmente dai batteri esterni o presenti nell’acqua, e dunque, una volta rimossa la buccia, è assolutamente mangiabile. Esempi sono la banana, il mango, l’ananas e la papaya.
Carne poco cotta
A molti piace al sangue e alcuni tipi di carne, in effetti, è quasi reato mangiarli stracotti. Ma se non siete sicuri della sua qualità e della sua provenienza, il consiglio che vi diamo è di non mangiarla, o se proprio non potete resistere, di mangiarla almeno ben cotta. La carne cruda, infatti, presenta almeno due livelli di contaminazione alimentare: la parte più esterna è un ricettacolo di patogeni enterici, che possono venir uccisi facilmente dalla cottura; i tessuti muscolari, invece, possono essere ricchi di patogeni parassitari, anche questi eliminabili con una cottura attenta. La soluzione, quindi, è una e si può tradurre in una semplice richiesta al cameriere: «Ben cotta, grazie».
Bushmeat
Letteralmente significa “carne di foresta” ed è un termine utilizzato per indicare la carne degli animali selvatici uccisi nelle foreste tropicali di Asia, Africa e Sudamerica. Anche ai carnivori più coraggiosi e gastronomicamente parlando avventurosi, è consigliato di evitare carne di scimmia, pipistrelli o altra selvaggina cacciata nella foresta. Il Centers for Disease Control and Prevention sconsiglia apertamente i piatti a base di bushmeat. Non è un caso che diversi istituti di ricerca hanno sospettato, neanche tanto segretamente, che questo tipo di carni abbiano fatto da ponte per l’espandersi dell’epidemia di Ebola, ma anche di altri virus. Questo tipo di carne è rischiosa anche da cotta: è infatti sconosciuta al nostro corpo e al nostro sistema immunitario.
Ghiaccioli
Questi non ve li aspettavate, vero? Effettivamente il ghiacciolo, a prima vista, è l’alimento più innocuo che ci possa essere. In realtà, però, la sua base è l’acqua, ovvero un elemento assai pericoloso in alcune parti del mondo. Soprattutto nei Paesi in cui l’acqua è una rarità, se è stata usata per fare dei ghiaccioli significa quasi certamente che la sua qualità non è affatto eccelsa. Dubitate sempre dunque dei ghiaccioli se non siete in luoghi sicuri.