Dalla crisi di governo al popolo delle sardine

I 10 perché più cercati su Google Ma non tutti trovano la risposta

I 10 perché più cercati su Google Ma non tutti trovano la risposta
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Piccoli o adulti che si sia, siamo sempre alle prese con un «perché». Per tanto tempo la risposta era affidata al fortunoso incontro con uno che sa di più. Oggi è tutto più semplice: c’è Internet che è un serbatoio per qualsiasi tipo di risposta. Forse anche per questo i nostri «perché» si sono moltiplicati. Anche quest’anno Google, la principale porta aperta su ogni tipo di nostra curiosità (o ignoranza) ha voluto stilare le classifica dei 10 «perché» più ricercati dagli italiani. È un mix di domande intramontabili e di altre invece dettate dall’attualità dell’anno che sta per tramontare. Ed è un mix di fatti che hanno segnato la storia o quanto meno la cronaca e di fatti abbastanza banali, destinati a essere velocemente dimenticati. Il primo dei «perché» è una fotografia del sentimento politico degli italiani di oggi. Infatti la domanda che è stata posta più di frequente è quella che ha riguardato la caduta del governo ad agosto. Evidentemente il pubblico non si capacitava della crisi improvvisa aperta all’interno di una formazione gialloverde che vedeva al timone del Paese due forze estranee al vecchio sistema; un governo che a differenza di quelli che lo avevano preceduto godeva ancora di consenso da parte dell’elettorato. Per domanda che si fa, risposta che si trova. E in questo caso la risposta più cliccata è stata quella fornita da un politologo del Sole 24Ore, Roberto D’Alimonte il quale ha spiegato la crisi in questi termini: «Matteo Salvini ha deciso di rischiare il tutto per tutto. Alla fine ha ceduto alle pressioni della Lega Nord, la vera Lega, che da mesi premeva per la rottura con il Movimento Cinque Stelle e a favore delle elezioni anticipate. Perché lo abbia fatto ora a ridosso di Ferragosto non è dato sapere con certezza».

La politica riemerge con la terza tra le domande più frequenti, una domanda destinata però a crescere visto che riguarda il fenomeno di fine anno: perché le sardine si chiamano sardine? Un «perché» esploso sul web all’indomani della manifestazione del 15 novembre che aveva riempito la Piazza Maggiore di Bologna e che poi si sarebbe diffusa contagiosamente in tantissime piazze italiane. Ebbene le sardine si chiamano tali, perché scelgono il silenzio (o meglio, i toni dimessi) contro la moda degli «urlatori» populisti; e poi perché vogliono essere tante e starsene pigiate ogni volta che si convocano nelle piazze.

 

 

Si fa fatica a credere che in mezzo a queste due domande, ci sia il secondo «perché» più ricercato dagli italiani: ovvero la ragione del rinvio della partita Lazio-Udinese del 24 febbraio (risposta semplice: all’Olimpico giocava l’Italia di rugby).

C’è molto spazio anche per gli esteri: le ragioni della guerra in Siria e dell’attacco di Erdogan contro i turchi occupano posizioni alte. Ovvio che qui anche Google vada in panne a fornire risposte, e quindi i «perché» sono destinati a rimanere in buona parte inevasi. Facile invece soddisfare la domanda che si pone ogni 8 marzo (e che occupa la settima posizione tra le più frequenti): perché la mimosa è diventato il fiore simbolo delle donne? Quando la festa della donna venne di nuovo rimessa nel calendario con la caduta del fascismo, il Parlamento volle associarla con un fiore. Il Partito comunista propose la viola. Ma le donne si ribellarono perché era un fiore caro. Fu un’ex partigiana a indicare invece la mimosa, che fioriva a fine inverno, che era economico e facile da trovare. Ed era anche il fiore che i partigiani regalavano alle staffette…

Il «perché» che occupa il decimo posto, è un perché che non ha risposta: se la sono posta tantissimi italiani all’indomani dell’Acqua Grande che ha invaso Venezia il 12 novembre scorso. Perché questo benedetto Mose, costato già fior di miliardi, non funziona? La risposta non c’è. O meglio nessuno osa darla…

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