Buone ragioni per alzarsi alle 8 e vedere il Gran Premio di F1 in Cina

Perché uno dovrebbe puntare la sveglia di domenica e guardare il gp di Cina alle 8 in punto? Premesso che il tifoso sfegatato si sveglierebbe anche alle 4 (in passato è successo), ecco almeno cinque buoni motivi che potrebbero convincere anche chi non è un fanatico della F1.
1 - Viva la Rai. Il primo, banalissimo, riguarda la diretta televisiva: per la prima volta quest'anno la gara sfuggirà alla dittatura della pay tv e sarà trasmessa in chiaro sulla Rai. Certo, il commento dei telecronisti di Stato il più delle volte si rivela soporifero, dunque il rischio è di riaddormentarsi dopo pochi giri.
2. Occhio al cappuccio. Attenzione però a sedersi sul divano con cappuccio e brioche in mano, perché la partenza potrebbe farvi sobbalzare. La prima fila, scontatissima, è occupata dalle Mercedes: primo Hamilton, secondo Rosberg. Ma al terzo posto c'è in agguato Sebastian Vettel, il tedesco che due settimane fa ha resuscitato la Ferrari in Malesia. Il quadricampione del mondo andrà all'assalto alla prima curva, nel tentativo di incunearsi tra le due schegge d'argento. Raikkonen, sull'altra Rossa, scatterà dalla sesta posizione. Come spesso gli accade si è distratto in prova, steccando sul più bello. Ma il finlandese è apparso furioso per l'errore: lo chiamano Iceman, ma quando si scalda c'è da preoccuparsi.
3. Gomme dal gusto lungo. Chiave della gara, tanto per cambiare, saranno le gomme. Quest'anno la Ferrari sembra consumarle meno della concorrenza, qualità che alla lunga potrebbe rivelarsi un bel vantaggio. Lo si è visto in Australia, ancor più in Malesia: mentre Hamilton gracchiava via radio che le sue ruote scivolavano dappertutto, Vettel filava via come se fosse su un binario. Il divario dalle Mercedes, come si è visto nelle qualifiche, c'è ancora. Ma in gara sembra essere molto più ridotto. E questo potrebbe propiziare un gran bel duello.
4. Guerre stellari. Il sale del gp di Cina, diciamolo, è tutto qui. Ferrari contro Mercedes. Dopo la prima gara in Australia il Mondiale sembrava già finito: Hamilton e Rosberg avevano passeggiato fino al traguardo senza nessun fastidio. Ma in Malesia tutto è cambiato: la Ferrari ha vinto, cancellando in un colpo le pene del 2014. Una stagione all'inferno, avrebbe poetizzato Rimbaud. Dopo le batoste, a Maranello hanno fatto un salto di qualità pazzesco, grazie anche a un motore che è tornato a ruggire. E ora il campionato è aperto: le Mercedes potrebbero essere costrette a fare a “sportellate” con le Ferrari. Si spera dunque di assistere a sorpassi, frenate a ruote bloccate e perché no, qualche sana polemica. Anche perché contro i tedeschi c'è un tedesco in rosso. L'ultimo, un certo Michael Schumacher, vinse cinque titoli mondiali. Vettel è il suo discepolo e vorrebbe provare a ripeterne almeno in parte le gesta. Ha iniziato bene, vincendo alla seconda gara. Schumi, per dire, aveva fatto centro alla settima. E se vincesse anche in Cina, Sebastian uguaglierebbe Senna a quota 41 trionfi. Mica male.
5. Cercasi Alonso disperatamente. Un altro buon motivo per guardare il gp è Alonso. Dopo il giallo dell'incidente nei test invernali, Fernando è tornato in Malesia. Ma nessuno se ne è accorto. Naviga lontanissimo dai migliori, con una McLaren Honda imbarazzante. Due settimane fa gli è pure toccato vedere vincere Vettel, che si è seduto sul suo sedile rosso. Quando si è ritirato, si è consolato così: «Eravamo davanti alla Force India». Sai che roba. Alonso è andato via dalla Ferrari perché, ha sibilato, «ero stanco di arrivare secondo». Domani partirà 18esimo. Forse sta pensando che si stava meglio quando si stava peggio.