Processo civile

64enne di Calcio morì per un ossicino: l'Asst Franciacorta pagherà 400 mila euro di risarcimento

Rosa Pesenti era morta nel 2015 dopo mesi di agonia. All'ospedale di Chiari fu dimessa per due volte con la diagnosi di gastrite

64enne di Calcio morì per un ossicino: l'Asst Franciacorta pagherà 400 mila euro di risarcimento
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Due anni fa, le due dottoresse dell'ospedale di Chiari accusate di omicidio colposo erano state assolte in primo grado. Ma, almeno civilmente, la famiglia di Rosa Pesenti, la 64enne di Calcio morta nel 2015 dopo mesi di agonia, ha avuto una minima giustizia: la Asst Franciacorta dovrà pagare un risarcimento di ben quattrocentomila euro.

Tutto ebbe inizio nel 2014

Come spiega PrimaTreviglio, l'accordo transattivo raggiunto tra le parti chiude una battaglia legale che, sul piano civile, era iniziata nel 2015, ovvero un anno dopo la tragedia. Era infatti una domenica del 2014 il giorno in cui Pesenti ingoiò per errore un ossicino durante il pranzo. A causa di forti dolori, la 64enne si rivolse quindi al Pronto soccorso bresciano, dove venne visitata e sottoposta a lastra ed esami del sangue e poi fu dimessa.

La situazione però non migliorò. Anzi. Dopo circa dieci giorni, la donna era tornò al Pronto soccorso, da dove fu nuovamente dimessa con la diagnosi di gastrite. In quell'occasione, però, non venne predisposto alcun esame specifico per comprendere l'origine di quel dolore che non la abbandonava.

Il ricovero al Papa Giovanni e il decesso

Poche ore dopo le seconde dimissioni, la 64enne si sentì male e fu trasportata in codice rosso all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove venne operata d'urgenza. Si scoprì che l'ossicino le aveva danneggiato esofago e aorta. La prima operazione sembrava aver dato speranza, ma qualche tempo dopo subì un nuovo ricovero e nei mesi successivi, prima del decesso sopraggiunto nel 2015, dovette sopportare un vero e proprio calvario.

In seguito alla morte, la famiglia della 64enne aveva quindi richiesto all'Asst Franciacorta un risarcimento danni. Nel 2017, l'Asst era stata citata in giudizio davanti al Tribunale di Brescia: la famiglia chiedeva un risarcimento di oltre un milione di euro. L'accordo raggiunto oggi ha messo la parola fine alla sofferta vicenda.

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