l'analisi della Camera di commercio

A Bergamo i Neet (ossia i giovani che non studiano nè lavorano) sono in calo

I dati sono del 2019. Però, nei primi sei mesi del 2020, i numeri legati a questo fenomeno sono in leggero aumento rispetto alla media dell'anno scorso. Segnale di come anche i giovani stiano subendo gli effetti occupazionali legati al Covid

A Bergamo i Neet (ossia i giovani che non studiano nè lavorano) sono in calo
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Si scrive Neet, si legge "not in education, employment or training". Sono quei giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano perché disoccupati o inattivi, né partecipano a corsi di istruzione o formazione professionale. A Bergamo, secondo una recente elaborazione sui microdati provinciali Istat effettuata da Unioncamere Lombardia, nel 2019 i Neet accertati sono 24.744 (9.601 maschi e 15.142 femmine), per un tasso di incidenza sulla popolazione giovanile del 14,5 per cento. Una percentuale in netto calo rispetto a quelle registrate nei cinque anni precedenti, che mostra anche come il territorio bergamasco sia sostanzialmente allineato ai dati regionali e sensibilmente distante da quelli nazionali: in Lombardia i Neet sono infatti 213.986, con un tasso di incidenza del 14,8 per cento sull’insieme dei giovani residenti, mentre in Italia sono 2.003.104 con un tasso del 22,2 per cento.

Con la media dello scorso anno la Bergamasca registra nel complesso un andamento decrescente del fenomeno Neet. Sono, infatti, in calo sia i quelli totali, soprattutto rispetto ai picchi registrati nel 2014 e nel 2015, sia il tasso percentuale, inferiore a quello del 2018. I Neet maschi calano di circa 5 mila unità con un tasso del 10,9 per cento (contro il 16,3 per cento del 2018) di poco inferiore alla media della Lombardia (11,8 per cento) e molto lontano dalla media nazionale (20,2 per cento). Le donne rappresentano il 61 per cento della popolazione Neet bergamasca. Questa categoria aveva subito una decisa flessione nel 2018 e il miglioramento si è mantenuto anche nel 2019, quando è stato registrato solo un lieve aumento del 2 per cento.

Il tasso Neet femminile bergamasco del 18,3 per cento è allineato a quello lombardo (17,9 per cento) ma sensibilmente inferiore rispetto alla media italiana (24,3 per cento). A confronto con le altre province lombarde, il tasso Neet femminile colloca Bergamo in quinta posizione per l’incidenza più elevata dopo Varese, Lodi, Cremona e Monza e Brianza. Significativamente migliore, invece, la situazione bergamasca per il tasso Neet maschile, che assicura a Bergamo il terzo posto tra le province lombarde con l’incidenza minore insieme a Brescia (9,3 per cento) e Sondrio (7,7 per cento). A livello di tasso Neet complessivo, invece, Bergamo risulta tra le prime cinque province con tasso di incidenza totale più basso insieme a Lecco (13,9 per cento), Milano (13,5 per cento), Brescia (13,4 per cento) e Sondrio (10,6 per cento).

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Nei primi due trimestri del 2020, secondo gli ultimi microdati provinciali Istat, a Bergamo i dati relativi ai Neet sono aumentati lievemente, anche a causa della pandemia che ha inciso pesantemente sul mercato del lavoro. Il primo semestre dell’anno, infatti, ha visto un calo della disoccupazione, dovuto da un lato agli ammortizzatori sociali e dall’altro al fenomeno dello scoraggiamento che ha portato molti giovani a smettere di cercare una professione e a rientrare, quindi, nella categoria dei Neet.

«Il fenomeno Neet deve essere affrontato con tutti gli strumenti disponibili perché si corre il rischio di perdere una generazione nel mondo del lavoro – commenta il presidente della Camera di commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni -. Il calo del 2019 è un segnale incoraggiante, ma non dobbiamo sottovalutare il quadro dell’anno corrente, che ci segnala come i giovani stiano subendo più di altre fasce d’età la crisi economica legata al Covid e ci ricorda la necessità di continuare a investire sulla formazione, l’orientamento, l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato, e la promozione della nuova imprenditorialità».

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