la segnalazione

A Cazzano Sant’Andrea manca il medico di base, i residenti costretti ad andare a Gandino

Dal 29 marzo, nell’ambito della Valgandino, arriveranno due nuove dottoresse, ma entrambe andranno a Gandino. A una decina di giorni dall'avvio del nuovo servizio non si conoscono neanche giorni, orari e luogo del nuovo ambulatorio

A Cazzano Sant’Andrea manca il medico di base, i residenti costretti ad andare a Gandino
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Gli abitanti di Cazzano Sant’Andrea se dovranno curarsi o chiedere consiglio a un medico dovranno per forza di cose andare a Gandino perché in paese non c’è, ad oggi, nessun dottore. Da quando è andato in pensione il precedente medico di base, più di un anno fa, i residenti di Cazzano si aspettavano che ne arrivasse uno nuovo ma le cose sono andate diversamente.

Durante il 2020 il servizio è stato coperto prima da una dottoressa, poi da un’altra che però si è dimessa alla fine di ottobre. Quindi, l’Ats di Bergamo aveva individuato come soluzione provvisoria e straordinaria, a partire dal 2 novembre, l’attivazione di un servizio con personale di Continuità Assistenziale Diurna presso la sede di Gandino.

Martedì (16 marzo) il sindaco Sergio Spampatti ha comunicato che dal 29 marzo, nell’ambito della Valgandino, arriveranno sì due dottoresse, ma andranno entrambe a Gandino. «È importante sottolineare che i medici di assistenza primaria sono a tutti gli effetti degli autonomi che non hanno nessun obbligo normativo di coprire tutti i paesi dell’ambito – si legge in un avviso del primo cittadino - ma operano su uno o su più di essi per libera scelta; per questo con l’arrivo delle due dottoresse l’Ats ritiene ampiamente coperta la nostra zona tenuto conto della penuria di medici di base nell’intera provincia di Bergamo». Una comunicazione che ha lasciato con l’amaro in bocca gli abitanti della zona, tanto che alcuni hanno definito questa soluzione «da Ponzio Pilato».

«La professione di medico è anche una missione – scrive un residente in una segnalazione inviata in redazione -. In tutte le storie dei paesi c’è sempre il ricordo di medici sempre disponibili, che visitavano le famiglie distanti dai centri abitati e per raggiungerle usavano mezzi di fortuna. Nei primi anni sessanta l’allora amministrazione comunale si adoperò per allestire un ambulatorio in paese e un medico di Casnigo vi veniva alcune ore durante la settimana. Per i Cazzanesi, grazie alla disponibilità di questo medico, di cui ancora oggi si conserva il ricordo, fu una vera e propria miglioria nel servizio sanitario territoriale».

La proposta avanzata dal Comune  

Stando all’avviso pubblicato dal sindaco l’amministrazione avrebbe tentato di convincere le nuove dottoresse a stabilirsi a Cazzano, offrendo l’ambulatorio, dotato di tutti i servizi, e puntando sulla centralità dello stesso rispetto al paese, sulla vicinanza della farmacia e sulla dotazione di parcheggi. Soprattutto il Comune si sarebbe accollato tutti i costi di gestione dell’ambulatorio.

«Ma chi paga il medico di assistenza primaria? – si domanda il residente -. Non è l’Ats con i soldi di noi contribuenti? E noi veniamo ripagati creandoci disagi? Non sono i contribuenti che per scelta o per condizioni varie non hanno potuto studiare? Non si mette in dubbio che studiare è un sacrificio, ma lo è anche lavorare nei cantieri, in fabbrica o in campagna. Forse l’esercizio professionale di medico non è remunerato adeguatamente? Ma di questo che colpa ne hanno i cittadini?».

Ad alimentare frustrazione e timore però è soprattutto il fatto che, a pochi giorni dall’avvio del nuovo servizio di assistenza territoriale, i cittadini di Cazzano Sant’Andrea ancora non conoscono giorni e orari di apertura così come l’indirizzo dell’ambulatorio. Non sanno neanche se i pazienti assistiti dal medico andato in pensione passeranno automaticamente sotto l’assistenza di quelli nuovi. «Questo sarebbe l’esempio di collaborazione per il tanto decantato Comune unico della Valgandino? Nulla è andato bene e per di più peggio perché a Cazzano S. A. si torna indietro di sessant’anni».

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