Le Foibe

A Ranica è polemica per quanto detto alla conferenza organizzata per la Giornata del Ricordo

La ricostruzione del relatore, il professor Buttinoni, ha suscitato la protesta di alcuni esuli istriani e dalmati presenti in sala

A Ranica è polemica per quanto detto alla conferenza organizzata per la Giornata del Ricordo
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Ha scatenato molto proteste la conferenza intitolata “Il dolore, la conoscenza, il ricordo: le Foibe” tenuta dal prof. Claudio Luigi Buttinoni, docente di diritto all’Istituto Superiore Oberdan di Treviglio, e andata in scena sabato 15 febbraio all'Auditorium Roberto Gritti di Ranica in occasione della Giornata del Ricordo.

Secondo quanto riferito dai consiglieri comunali di Insieme per Ranica, infatti, «nei circa 30 minuti d’intervento, il relatore, con una ricostruzione parziale della vicenda, speculare a quella diffusa dal partito comunista jugoslavo, ha tentato di giustificare l’eccidio commesso contro gli istriani, fiumani e dalmati come una logica conseguenza degli atti deliberati dal fascismo in quelle aree e che avevamo oggetto le popolazioni di origine slava. Con ciò, peraltro, dimenticando che l’Istria e la Dalmazia sono popolate da italiani sin dalla Repubblica Veneta nel 1500, i quali hanno contribuito alla crescita culturale e sociale di quei territori lungo i diversi secoli».

Quel che è certo (secondo anche le testimonianze di alcuni presenti) è che la ricostruzione del prof Buttinoni ha suscitato la protesta di alcuni esuli istriani e dalmati di Ranica e Torre Boldone presenti in sala. Dal pubblico sono stati diversi gli interventi di critica, tanto che è dovuta intervenire anche l'assessore Margherita Tribbia, presente alla conferenza, per tentare di difendere l'intervento del relatore.

I rappresentanti di Insieme per Ranica fanno poi sapere che «per commemorare degnamente anche a Ranica la Giornata del Ricordo e dare voce ai testimoni oculari della tragedia delle Foibe ci faremo promotori, a breve, dell’organizzazione di un nuovo incontro con relatori adeguatamente preparati e con il supporto dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia».

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