centralina idroelettrica

Abusi edilizi sul fiume Brembo. A Ponte San Pietro si attende l'esito del Tar

Nel luglio 2018 i funzionari di Provincia e Regione avevano scoperto irregolarità, tra cui un muro di oltre 5 metri. Nel 2019 il parere negativo della Commissione paesaggio, poi l’ordinanza del Comune di demolire. Il ricorso e la nuova udienza il 10 giugno

Abusi edilizi sul fiume Brembo. A Ponte San Pietro si attende l'esito del Tar
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di Laura Ceresoli

Se ne parla da anni. Eppure la centralina sul fiume Brembo resta ancora un miraggio. L'impianto idroelettrico che dovrebbe sorgere all'Isolotto, a valle della storica diga del paese, è infatti in stand by a causa di alcuni stop imposti negli ultimi mesi da Regione e Provincia per presunti abusi edilizi da parte della società che si è aggiudicata i lavori. Ne è scaturito un cavilloso contenzioso legale. L'ultima udienza un mese fa, ma il Tribunale di Brescia ancora non si è pronunciato. Ora a riportare l’attenzione sulla vicenda sono i consiglieri di Ponte al futuro Rosalba Cattaneo e Mirvjen Bedini che, già in passato, avevano palesato le loro preoccupazione in merito ai possibili danni ambientali generati da quest'opera.

Per installare la centralina idroelettrica è stato creato uno sbarramento alto quasi quattro metri con una portata massima di circa 200 mila metri cubi. La concessione per costruire l’opera era stata rilasciata a novembre 2012 dalla Provincia di Bergamo, mentre l’autorizzazione unica per realizzare l’impianto era arrivata due anni dopo. Il Comune di Ponte San Pietro, a titolo di compensazione, aveva ottenuto la riqualificazione della sponda fluviale interessata dall'intervento con un percorso ciclopedonale da realizzare in concomitanza col progetto di riqualificazione dell'Isolotto.

«Il 6 luglio 2018, durante un sopralluogo, funzionari di Regione e Provincia hanno scoperto abusi edilizi realizzati dalla società società Bergamo Brescia Energia srl, tra cui il muro di oltre 5 metri, e la mancata realizzazione di quanto previsto nella autorizzazione paesaggistica - spiegano Cattaneo e Bedini -. Il progetto autorizzato era già stato modificato in corso d’opera e di nuovo autorizzato, ma di queste ultime modifiche nessuno sapeva nulla. La sicurezza degli abitanti non è stata tutelata: il cantiere non è ben recintato anche se i lavori non sono finiti, come risulta da lettera ufficiale della Regione del 20 settembre 2018. Il 20 giugno 2019 la Commissione del paesaggio della Provincia di Bergamo ha espresso parere negativo circa la non compatibilità dell'opera con conseguente richiesta di riportare tutto com'era prima. Il 29 luglio 2019 il Comune di Ponte ha emesso ordinanza di demolizione per opere difformi (il muro di 5 metri). La società Bbe ha fatto ricorso al Tar di Brescia contro la Provincia di Bergamo. Il 4 settembre 2019 il Tar ha sospeso i provvedimenti impugnati e ha fissato nuova udienza per il 10 giugno 2020. A tutt'oggi non sono giunti aggiornamenti dal Tar».

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