Abusi su due minori a distanza di anni: condannato a 21 anni il marito della baby sitter
La sentenza dei giudici più pesante della pena di 15 anni richiesta dal pm, respinta la tesi della Difesa di probabili suggestioni

Un 67enne è stato condannato ieri (lunedì 9 maggio) in Tribunale a Bergamo a 21 anni di carcere per abusi su minori. I reati sono avvenuti mentre i piccoli erano tenuti dalla moglie, baby sitter, nel loro appartamento e la sentenza è stata più severa di quanto richiesto dal pm, che aveva domandato una pena di 15 anni.
Il caso dopo le denunce
Il caso, come riportato dal Corriere Bergamo, era partito da due denunce. Una è del luglio 2022, per dei fatti avvenuti però nel 2012 e commessi nei confronti di un bambino di 6 anni, oggi 18enne. L'altra è del settembre 2022, per quelli compiuti contro una minore di neanche cinque anni, che oggi ne ha otto. Quando sconterà la sua condanna in struttura, l'uomo dovrà comunque rimanere in libertà vigilata per i successivi tre anni, ma non è chiaro al momento se la Difesa ricorrerà in giudizio rispetto alla decisione della Corte, oppure rinuncerà.
Nella sua requisitoria, il magistrato Guido Schininà ha insistito sul fatto che le famiglie dei due minori non si conoscessero, ma che le denunce siano state depositate nello stesso anno, a pochi mesi di distanza, pure essendo gli abusi avvenuti in due periodi diversi. Inoltre, i racconti della bambina, che avrebbe anche descritto quanto subito, sarebbero troppo dettagliati e specifici per essere giudicati una conseguenza di un qualche tipo di suggestione, come invece ha sostenuto il legale del 67enne.
Anche la credibilità del ragazzo, adesso maggiorenne, non è stata messa in discussione. I malesseri che aveva iniziato ad avere nell'aprile di tre anni fa, con la scoperta di quanto era successo tempo addietro e la successiva denuncia da parte dei genitori, sono stati ritenuti una somatizzazione di quanto gli era accaduto. La moglie e le figlie dell'imputato non hanno voluto testimoniare a processo, una scelta stigmatizzata sia dal pm che dalle parti civili, vista come una volontà di evitare di dire il falso, oppure evitare di accusare pubblicamente un famigliare.
Respinta la tesi difensiva
L'avvocato Stefano Paganelli, che ha difeso il condannato, ha basato invece la difesa su delle possibili suggestioni a cui le due vittime sarebbero state soggette, portando a supporto dell'ipotesi la perizia di una consulente. Inoltre, i toccamenti descritti dalla bambina sarebbero stati riferiti solo dopo che i genitori del 18enne avevano depositato la denuncia, non prima, e le due famiglie in realtà si conoscerebbero tramite una terza persona. Il legale ha poi sostenuto che, nell'appartamento di settanta metri quadri dove viveva l'uomo con la famiglia, sarebbe stato impossibile per la baby-sitter non accorgersi di quanto succedeva.
Alla fine, però, i giudici hanno ritenuto credibili le versioni della bimba e del giovane, infliggendo 9 anni di carcere per gli abusi sul maschio e 12 per quelli sulla femmina. Madri e padri delle vittime erano presenti all'udienza in fondo all'Aula.