Accoltellamento di Simba La Rue a Treviolo, la perizia: «I fendenti potenzialmente mortali»
In Aula per tentato omicidio i quattro presunti aggressori, ma i loro consulenti non concordano con la perizia
Le coltellate inferte a Simba La Rue il 16 giugno 2022 a Treviolo, nel parcheggio di via Aldo Moro, avrebbero potuto ucciderlo: a dirlo è il perito del giudice, nel processo in cui sono imputati personaggi legati al trapper rivale, Baby Touché, tra cui anche il fratello.
La perizia del medico legale
Secondo il medico legale Chen Yao, come riportato oggi (sabato 14 settembre) dal Corriere Bergamo, considerando la lama usata (di lunghezza stimata tra i due ed i quattro centimetri) e i punti colpiti, studiate cicatrici e cartelle cliniche, i fendenti si sarebbero potuti rivelare fatali per la vittima dell'aggressione. Le ferite furono in tutto sei, sul lato destro del corpo e dal volto scendendo alla gamba. le coltellate più pericolose alla schiena, vicino al polmone, e al femore vicino all'inguine.
La Rue, al secolo Moahmed Lamine Saida, fu in seguito operato per un nervo reciso e rischiò di perdere la gamba, con una lesione all'arteria femorale che richiese in un secondo momento un altro intervento a Lecco. Subito dopo il raid nell'hinterland bergamasco era stato ricoverato all'ospedale Papa Giovanni, dove però firmò per andarsene dopo quattro giorni.
Non concorda la difesa
A processo per tentato omicidio ci sono il padovano M. A., 26 anni e fratello di Baby Touché, ma anche Y. F., 22 anni, F. M., 26enne milanese, oltre a S. B, pure lui padovano di 21 anni, l'unico ad avere patteggiato, con una pena concordata di cinque anni. La sentenza arriverà il 20 settembre, quando ci sarà la discussione con il rito abbreviato.
Il medico legale Arnaldo Migliorini, consulente di M. A. (che ha ammesso di aver picchiato la Rue quella sera, ma non di averlo accoltellato) non è però d'accordo con la collega e sostiene che sì tutte le coltellate avrebbero potuto essere fatali, ma non è detto che per questo lo fossero nel concreto. Una versione sulla quale concordano anche i consulenti degli altri imputati.
Gli altri indagati
Tra gli indagati per l'episodio di quell'estate del 2022, ci sono anche tre ragazze bresciane di 22 anni, accusate di favoreggiamento degli aggressori, e Barbara Boscali, 33 anni, sospettata di essere la mandante della spedizione punitiva contro l'ex fidanzato, di cui voleva vendicarsi per dei maltrattamenti subiti, anche se da parte sua ha dichiarato che non si aspettava che avrebbero utilizzato un coltello.