Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Quella coreana non era un bomba H

Cinque notizie che non lo erano Quella coreana non era un bomba H
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1) La Corea del Nord testa la bomba H

La Corea del Nord è uno Stato a regime dittatoriale, dove l'ormai noto tiranno Kim Jong Un attua una propaganda d'altri tempi, manipolando i media e convincendo la popolazione di situazioni ben lontane dalla realtà. Lo scorso 6 gennaio tutto il mondo ha dovuto prestare attenzione a Pyongyang, dopo che il governo nordcoreano ha dichiarato di aver effettuato con successo un test militare con una potente bomba a idrogeno, attualmente l'ordigno più pericoloso di cui dispongono gli eserciti più avanzati. L'esplosione ha causato una scossa di magnitudo 5.1, registrata dagli esperti di tutto il mondo, e per alcune ore l'apprensione è stata molta, tanto che l'ONU e molti governi hanno condannato l'accaduto.

Secondo gli studi effettuati, però, si sarebbe trattato principalmente di un atto dimostrativo, sia nei confronti della comunità internazionale, sia dei propri cittadini, convinti tramite i media di essere circondati da molti nemici, primo tra tutti gli Stati Uniti. La bomba infatti ha causato un sisma "modesto" se paragonato alla potenza di una vera bomba H e si stima che la sua potenza sia paragonabile alla bomba che è esplosa su Hiroshima nel 1945, tremendamente devastante, ma esponenzialmente ridotta rispetto alla potenza di una moderna e più avanzata bomba H. Anche le immagini diffuse sulle televisioni coreane, che mostravano un fungo atomico alzarsi in aria, sono probabilmente un falso: secondo gli esperti infatti questo genere di test si compiono sotterrando l'ordigno ed è quindi impossibile che ci sia una reazione del genere in superficie.

La situazione della Corea del Nord è sicuramente da tenere d'occhio, ma pare che la strada verso la costruzione della bomba H sia ancora molto lunga e che ci vorranno ancora anni di ricerca e dozzine di esperimenti per realizzarla. Sempre che qualcuno non decida di intervenire prima per fermare questo processo.

 

2) La famiglia che vive in camper: «Siamo italiani e non ci aiutano»

Il tema dell'immigrazione in Italia rimane uno dei più caldi, soprattutto in un momento come questo, dove i venti di guerra soffiano forti e gli attentati terroristici riaprono vecchie ferite, accendendo la discussione politica. In questo clima di tensione sociale, molti italiani si sentono declassati a cittadini di seconda categoria, denunciando presunti favori delle amministrazioni nei confronti di immigrati e rifugiati, che a differenza loro riceverebbero case e contributi.

Il caso più noto di questi giorni riguarda una coppia italiana che si è rivolta alla trasmissione MattinoCinque per denunciare la propria situazione, trovandosi a vivere in un camper nel comune di Roncadelle senza alcun aiuto da parte dello Stato, a loro parere troppo impegnato ad aiutare chiunque non sia italiano. La storia è finita su tutti i media e diversi politici ne hanno approfittato per fomentare questo scontro sociale, ma, il giorno dopo la trasmissione del servizio, il Comune di Roncadelle ha spiegato come stanno veramente le cose.

Con due comunicati, l'Ufficio del Sindaco ha chiarito che la coppia si è trasferita a Roncadelle solo nel 2013 e che nel 2014 ha ricevuto uno sfratto esecutivo per morosità. «La signora si rivolge ai nostri servizi sociali - si legge - che con un primo ed unico colloquio si pongono al servizio della famiglia e, dopo aver compreso le loro esigenze, propongono le due soluzioni che possono momentaneamente attutire le loro problematiche. Si propone loro provvisoriamente di entrare a spese del comune nella Casa Marcolini Facella di Brescia, struttura di sollievo di tipo alberghiero, e di garantire il pagamento della caparra trimestrale per l’affitto al momento dell’individuazione di un nuovo alloggio. Dopo il diniego della signora alle proposte di collocazione in struttura alberghiera per motivi personali, tra cui la presenza di animali da compagnia che avrebbe dovuto sistemare in altro modo, è stato concordato che per approfondire meglio il problema ci sarebbe stato un secondo incontro con l’assistente alla presenza del marito. Incontro che non è più avvenuto perché la famiglia si è resa irreperibile (a giustificazione si dice che aveva trovato in proprio una soluzione abitativa)».

Nel dicembre 2015 la coppia è tornata nel Comune di Roncadelle con un camper prestato da un conoscente ed ha ripreso, solo tramite una grande operazione mediatica, i contatti con il territorio, ma senza mai coinvolgere il Comune. L'Amministrazione ha anche chiarito che dispone di 44 alloggi, 31 abitati da anziani, 11 da famiglie italiane e 2 da famiglie di origine straniera con cittadinanza italiana.

 

3) Il cane ustionato o picchiato che commuove i social

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Le fotografie di animali maltrattati a cui vengono accostate storie commoventi sono uno dei modi più semplici per attirare like o visite sulla propria pagina, così qualcuno ha approfittato di una buffa fotografia per prendersi gioco di migliaia di incauti naviganti. L'immagine di un cane con una fetta di prosciutto cotto appoggiata sul muso, la cui origine è tuttora sconosciuta, è stata fatta circolare sui social con diverse spiegazioni, tutte ovviamente false.

Il cane, secondo quanto scritto, sarebbe stato sfigurato a causa di un incendio per salvare la propria famiglia, o secondo altre versioni sarebbe stato picchiato da qualche criminale, tanto da avere il muso totalmente rovinato. L'autore di questa burla non si sarebbe mai aspettato che tante persone ci credessero: si tratta di un ragazzo americano che si chiama Stephen Roseman, che ha pubblicato su Facebook quell'immagine e ha successivamente ammesso che si trattava di una bufala. Il sito specializzato in bufale Snopes ha indagato, riportando anche il post in cui il giovane ammetteva lo scherzo: «Ragazzi questo non è nemmeno il mio cane - ha scritto - ho trovato questa foto, l'ho rubata e ho deciso di usarla per prendere in giro questi stupidi».

 

4) La truffa della moneta nella maniglia dell'auto

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Durante la settimana alcuni media hanno messo in guardia i propri lettori a proposito di una pericolosa truffa che pare essere molto in voga in questo periodo nelle nostre città. «La nuova tecnica - si legge - ha fatto parecchie vittime soprattutto nei parcheggi dei supermercati. Di fatto il ladro lascia nella maniglia della portiera dell'auto una piccola moneta da cinque centesimi, la vittima prova ad aprire l'auto, la moneta cade per terra. Chiunque lascerebbe la borsa sul sedile per poi cercare per terra la moneta, ed è in questo preciso istante che entra in azione il ladro che apre velocemente l'altra portiera per sottrarre la borsa dal sedile».

Come spesso accade in questi casi, a seguito di un allarme lanciato così forte, non sono seguiti esempi concreti, né risultano ad oggi denunce per furti di questo tipo, è quindi improbabile che, come quanto scritto, si tratti di una truffa «molto in voga». La notizia pare sia stata tratta da alcuni media stranieri, che con articoli molto simili però spiegavano che questo meccanismo sarebbe utilizzato per disattivare la chiusura centralizzata delle auto. Anche questa ipotesi è però stata smentita, i tecnici del settore hanno infatti spiegato ai giornalisti d'Oltreoceano che è impossibile bloccare la chiusura di un auto con questo sistema. La cautela non è mai troppa, ma visto il livello di tensione ed allarme con cui molte persone vivono quotidianamente, è meglio non farsi impressionare da queste "notizie", che, più che avvertire i cittadini onesti, potrebbero ispirare qualche malintenzionato.

 

5) Senzatetto morto di freddo a pochi metri dal residence per profughi

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Il giorno dell'epifania, Desenzano del Garda si è svegliata con una notizia tragica, un uomo è infatti stato trovato morto sul cordolo di una rotonda, vicino a un pilone del viadotto ferroviario. In un primo momento si pensava si trattasse di un senzatetto, così alcuni blog hanno fomentato una speculazione del tutto priva di prove concrete, con titoli come sempre scelti per attirare visite.

"L'uomo è morto a causa del freddo poco distante dal ponte ferroviario del paese - si legge -. E pensare che a Desenzano del Garda, a pochi minuti di distanza, ci sono giovani africani in un resort di lusso". L'articolo è circolato sui social in quasi tutte le pagine ormai note per questo genere di bufale, ma le indagini (quelle vere) hanno in un primo momento pensato che si trattasse della vittima di un pirata della strada, per poi appurare che si è trattato di un caso di suicidio. Il Giornale di Brescia ha spiegato già l'8 gennaio che «l'uomo è deceduto in seguito ad un lancio nel vuoto dal ponte vicino alla stazione ferroviaria. Ne è sicuro il procuratore Carlo Pappalardo, che ha ricevuto l'esito dell'autopsia effettuata sull'uomo, alle prese da tempo con problemi di depressione e che da un periodo viveva in strada». L'uomo in passato ha lavorato anche come insegnante ed era molto conosciuto in paese. Questo tragico gesto sarebbe stato il culmine di un periodo di grave depressione.

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