Aereo militare precipitato sul Legnone, i piloti avrebbero evitato che cadesse in una zona abitata
Sembrerebbe che i due piloti abbiano deciso intenzionalmente di dirigere il caccia verso la montagna, per evitare che il velivolo precipitasse in un'area abitata da civili
A chiarire la dinamica dello schianto dell’aereo militare avvenuto ieri (16 marzo) sul monte Legnone ci penseranno le indagini dei carabinieri di Lecco e l’inchiesta interna a Leonardo aperta dai responsabili della compagnia, ma da quanto emerso al momento è probabile che i due piloti abbiano evitato una strage.
Come riportano i colleghi di PrimaLecco, infatti, numerosi testimoni avrebbero raccontato di ver visto una «palla di fuoco in cielo» ben prima dello schianto del velivolo contro il Legnone, ed è possibile che i due piloti dell'Alenia Aermacchi T-346A, aereo in fase di collaudo e destinato all'esercito italiano, abbiano deciso intenzionalmente di dirigere il caccia verso la montagna. Una scelta che potrebbe essere stata dettata da problemi riscontrati in volo e quindi dalla volontà di evitare che l'aereo cadesse in una zona abitata.
Prima che l’aeroplano precipitasse sul monte, tra Pagnona e Colico, i due piloti erano riusciti ad azionare il sedile eiettabile e ad aprire i paracadute. Uno di loro, Dave Ashley, 50 anni, ex pilota della Raf inglese, però non ce l’ha fatta ed è deceduto. Giampaolo Goattin, veronese di 53 anni, test pilot a Leonardo, invece, è sopravvissuto ed è stato recuperato da uno sperone di roccia e portato all'ospedale Niguarda di Milano, dove è ricoverato.
Dave Ashley
Giampaolo Goattin
Ashley invece non ce l'ha fatta. Troppo gravi i traumi riportati. Il suo corpo è stato recuperato e trasferito al centro sportivo di Colico dove i soccorritori avevano allestito il campo base.