Da un articolo di ThePostInternazionale

Gli sguardi rivelano i nostri pensieri Ora c'è pure la prova scientifica

Gli sguardi rivelano i nostri pensieri Ora c'è pure la prova scientifica
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C’è un interessante articolo su ThePostInternazionale.it, Il movimento degli occhi rivela i nostri pensieri.  Dice che recenti studi scientifici potrebbero provare che i movimenti degli occhi riescono anche a influenzare la nostra memoria e il modo in cui prendiamo le nostre decisioni. Il pezzo riporta tutto quel che deve, per cui non tentiamo nemmeno di farne la versione in prosa.

Lo sport (e il poker) lo sapevano già. Vorremmo solo ricordare anche chi non si occupa di scienza che quello che hanno messo in luce i citati recenti studi è noto da tempo - ad esempio - a chi pratica sport come l’equitazione, la scherma, lo sci alpino. Da come il cavaliere guarda l’ostacolo il cavallo capisce perfettamente dove deve andare, si rassicura o si confonde, rallenta o accelera perché avverte il mutamento generato nell’equilibrio muscolare complessivo di chi lo guida dall’allineamento del suo corpo alla direzione dello sguardo. Guardare da una parte o dall’altra, più avanti o più vicino sposta il peso del corpo anche sugli sci.

E dunque siamo contenti che la scienza abbia confermato coi suoi strumenti di precisione sia quanto appena detto, sia tutto ciò che un esperto giocatore di poker considererà tra i suoi segreti più gelosi, perché in pochi altri giochi di carte il movimento degli occhi dell’avversario riveste tanta importanza come in questo.

 

 

Un esperimento letterario. Tutto ciò lietamente assodato ci piacerebbe adesso proporre ai nostri lettori un altro esperimento: questa volta - però - di tipo letterario. Dopo aver letto l’articolo del PostInternazionale, provate a leggere il brano seguente, dedicato all’atteggiamento di una donna celeberrima i cui occhi neri neri

si fissavano talora in viso alle persone, con un'investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio; in certi momenti, un attento osservatore avrebbe argomentato che chiedessero affetto, corrispondenza, pietà; altre volte avrebbe creduto coglierci la rivelazione istantanea d'un odio inveterato e compresso, un non so che di minaccioso e di feroce: quando restavano immobili e fissi senza attenzione, chi ci avrebbe immaginata una svogliatezza orgogliosa, chi avrebbe potuto sospettarci il travaglio d'un pensiero nascosto, d'una preoccupazione familiare all'animo, e più forte su quello che gli oggetti circostanti.

Ovviamente l’avrete riconosciuta: si tratta della Monaca di Monza come si presenta allo sguardo di Lucia e Agnese nel parlatorio del convento. Il lettore non sa ancora nulla della sua storia, che verrà ricostruita nei capitoli successivi. Ma ecco la proposta: provate a leggerla, quella storia - sono poche pagine. E poi tornate su queste righe e controllate se non è vero che ogni movimento di questi occhi ne anticipa - per il lettore - e ne riassume - nel corpo della monaca - le vicissitudini, le tempeste, i sentimenti momento per momento.

Ma fatelo in maniera scientifica, questo esperimento letterario. Vi consentirà di riandare con la memoria a tanti altri momenti della poesia e della prosa del mondo il cui valore le recenti ricerche hanno confermato coi loro metodi e col loro linguaggio specifico. Quando una cosa è vera, c’è poco da fare.

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