Aggressione sul tram, l’arrestato in caserma mima il kalashnikov: «Faccio una strage»
Il racconto dell’autista che ha protetto i passeggeri e l’atteggiamento minaccioso del tunisino coi carabinieri
L’episodio, lo si era capito già nei giorni scorsi, era di una certa gravità, ma dai nuovi dettagli su quanto accaduto alla fermata della Teb in via Negrisoli si intuisce come diverse persone avrebbero potuto farsi male, ed anche sul serio. Il luogo è stato infatti teatro, tra le 12,30 e le 13 di martedì 28 febbraio scorso, di una violenta aggressione al tram delle Valli ed al suo autista da parte di un 23enne tunisino, armato di martello e coltello.
Le nuove informazioni arrivano dal racconto del conducente stesso, dipendente Teb dal 2009, oggi (giovedì 2 marzo) a L’Eco di Bergamo, nel quale spiega come abbia avuto paura, per tutto il tempo, che il criminale colpisse con uno dei due oggetti lui o i passeggeri, tra i quali era scoppiato il panico. Il soggetto era salito a Ranica con la sua bicicletta, che aveva appoggiato vicino alla cabina di guida. Per questo motivo, l’autista gli aveva chiesto gentilmente di spostarla. Lui lo aveva fatto, ma mettendola poi davanti alle porte del convoglio. A quel punto, non è ben chiaro quale sia stato lo scambio di battute con gli altri pendolari, fatto sta che è nato un alterco con una donna, che gli chiedeva di togliere da lì la due ruote, dato che impediva il passaggio.
Quando ha visto che il tunisino era troppo agitato, arrivati alla fermata di via Negrisoli dove era temporaneamente sceso, il dipendente ha così deciso di chiudere le porte ed impedirgli di rientrare nel convoglio: «Quando stavo per partire - ha raccontato il conducente a L’Eco - ha tirato fuori il martello e ha sferrato colpi ai vetri. La mia paura era che potesse riuscire a entrare sul tram e fare una strage». Le persone a bordo del tram, in preda al terrore per quanto stava avvenendo, hanno iniziato allora a chiedergli di riaprire le porte, per permettere loro di uscire e darsi alla fuga. «Volevano che le aprissi, ma l’uomo brandiva il coltello e se li avessi fatti scendere avrebbero corso seri rischi» ha spiegato.
Nel giro di poco tempo, però, all’incirca due minuti da quando aveva fatto la chiamata, mentre il 23enne sfondava il vetro della cabina e lo minacciava col coltello a pochi centimetri, sono arrivati i carabinieri: lo stavano già cercando, perché aveva danneggiato col martello tre macchine a Ranica. Il nordafricano, però, non si è affatto calmato ed ha invece iniziato a minacciare anche i militari, battendosi il coltello sul petto e invitandoli a sparargli. Nel momento in cui ha incominciato ad avanzare verso di loro con le armi in mano, hanno utilizzato il taser, per due volte, fino a quando non lo hanno bloccato. «A quel punto la centrale mi ha detto di finire la corsa lentamente e poi sono rientrato in deposito fuori servizio - ha concluso l’autista -. Adesso sono a riposo, ma domani (ovvero oggi per chi legge, ndr) rientro al lavoro e sono preoccupato».
Portato via in ambulanza, dopo le cure mediche l’aggressore è stato portato in caserma. Oltre all’attacco al convoglio a Bergamo e il danneggiamento delle auto a Ranica, è sospettato di vandalismo su numerosi altri mezzi ad Alzano Lombardo, episodio anche questo di pochi giorni fa, per il quale fino ad ora non era stato individuato alcun sospettato. Anche durante le procedure di identificazione, avrebbe continuato a minacciare i carabinieri, addirittura mimando il gesto dell’usare un kalashnikov, esclamando: «Faccio una strage». Il giudice, mediante processo per direttissima, ha convalidato l’arresto e disposto il carcere.