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Ahi ahi ahi, ex ministro Guidi (che comunque cade in piedi)

Ahi ahi ahi, ex ministro Guidi (che comunque cade in piedi)
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«Mi ha chiamata una mattina. All’inizio non avevo capito. Stavo cambiando il pannolino di mio figlio. Mi ha fatto una domanda secca. Ho accettato». È un tipo così Federica Guidi, 47 anni, da poche ore ex ministro dello Sviluppo Economico. La chiamata a cui fa riferimento è quella avuta da Matteo Renzi poco più di due anni fa, quando si stava decidendo a tappe forzate la formazione del nuovo governo. Tanto è stata decisa nel dire di sì, tanto è stata rapida ieri a rassegnare le dimissioni senza imbarcarsi in complicatissime difese della sua posizione. Del resto è immaginabile che anche in questo caso le sia arrivata una telefonata. Il mittente era lo stesso, ma l’input opposto a quello di due anni fa: cara Federica, devi lasciare all’istante.

La ministra Guidi si dimette
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IL CASO GUIDI SCUOTE IL GOVERNO
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INCHIESTA PETROLIO: GUIDI PARLÒ DI EMENDAMENTO AL COMPAGNO
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INCHIESTA PETROLIO: GUIDI PARLÒ DI EMENDAMENTO AL COMPAGNO
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A metterla nei guai la più incredibile delle ingenuità: una telefonata al suo fidanzato Gianluca Gemelli in cui assicura il passaggio di un emendamento a lui favorevole dentro la legge di Stabilità. Si tratta di un'intercettazione registrata il 5 novembre del 2014, quando viene bocciato l'emendamento, che preme tanto all'ingegnere, inserito nel decreto Sblocca Italia, per la realizzazione del progetto "Tempa Rossa". Lei rassicura il compagno: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaele (il ministro Boschi) quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte». L’ipotesi che emergerebbe dalle carte dell'inchiesta sarebbe questa: Gemelli avrebbe sfruttato la sua posizione per ottenere favori per appalti alla Total. L'inchiesta riguarda il centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri. Nell’ambito di questa inchiesta cinque persone sono state poste agli arresti domiciliari perché ritenute responsabile, a vario titolo, di attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti.

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Difficile ora pensare che Federica Guidi si ritiri nella sua Bologna a fare quello che dovrebbe essere il suo mestiere: tenere il timone dell’azienda di famiglia, la Ducati Energia. Il suo curriculum è infatti ricchissimo di incarichi extra aziendali: già vicepresidente di Confindustria e membro di numerosi consigli di amministrazione di importanti industrie italiane, tra cui FIAT e Ferrari. Dal 2005 al 2008, ha affiancato Matteo Colaninno come vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria e, al termine di questo periodo, sotto la presidenza di Emma Marcegaglia, ne è diventata presidente. Successivamente, seguendo le orme del padre Guidalberto, è diventata vicepresidente di Confindustria. Ciliegina sulla torta, è anche membro della Trilateral. Quando la nominarono (lei era stata candidata anche nelle fila del centrodestra alle amministrative), Berlusconi si fece scappare una battuta diventata famosa: «Abbiamo un ministro nostro pur stando all’opposizione».

Ora avrà più tempo per Gianguido, il figlio di tre anni. Difficilmente ne avrà molto per il fidanzato che gli ha procurato questo guaio. C’è certamente una bella arrabbiatura da smaltire, per una ambizisoa e determinata come lei. E per fortuna se ne stanno a mille chilometri di disatanza, lui a Siracusa e lei a Modena.

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