Caritas, MSF, i frati

Come aiutare il bimbo di Aleppo (e le organizzazioni attive in Siria)

Come aiutare il bimbo di Aleppo (e le organizzazioni attive in Siria)
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Mentre tutto il mondo si commuove di fronte alla sua foto, c'è chi si chiede: come si può aiutare da qui i bambini che stanno vivendo lo stesso dramma di Omran Daqneesh? Lui è stato tirato fuori dalle macerie della sua casa bombardata nella periferia est di Aleppo, la parte della città siriana ancora controllata dai ribelli. Ieri sul campo a salvare Omran e la sua famiglia c'erano i volontari di The white helmets, una delle poche forze in campo che cercano di fare protezione umanitaria in un contesto ormai impossibile (lo stesso corridoio umanitario auspicato dall'inviato Onu Staffan de Mistura si è rivelato impraticabile). Oltre a loro sono attivi gli operatori della Ong della Custodia di Terrasanta, Caritas Siria e Medici senza frontiere. Vediamo come agiscono è come si può supportarli.

 

 

Chi sono i The white helmetsThe white elmets sono un'organizzazione di volontari, 2.890 in totale, tutti siriani, presenti in 119 centri distribuiti in otto aree governative del Paese. Sono stati accusati di essere schierati con i ribelli, loro ribattono di essere sostenuti finanziariamente dagli Stati Uniti attraverso il braccio umanitario del governo americano, Us Aid. In un'intervista rilasciata al sito L'Inchiesta, Abdulrahman Al-Hassan, capo degli Agenti di Collegamento della Difesa Civile Siriana, cioè dei White helmets, ha detto che l'intervento dei volontari ha salvato la vita a più di 56mila persone, ma è difficile avere dati certi. «Nello scorso mese abbiamo risposto a circa 2.500 incidenti (parliamo di un solo mese). A volte un unico centro risponde a cinquanta incidenti al giorno».

 

 

C'è anche Ata pro Terra Sancta. È questo il nome della Ong che fa capo ai frati Francescani della Custodia: la Soria viene considerata parte della Terrasanta. Per questo motivo i frati non hanno mai lasciato il Paese e sono ancora saldamente presenti in varie zone, come a Lattakia, Damasco, Aleppo e in alcuni villaggi della valle Orontes (Knayeh, Yacoubieh, Jisser e Gidaideh); aiutano la popolazione locale senza distinzione di razza, appartenenza religiosa o nazionalità, con particolare attenzione a bambini e donne. Ad Aleppo i frati della Custodia lavorano in tre punti diversi della città: nella parrocchia di San Francesco, nel collegio di Terra Santa e nel quartiere periferico di Er-Ram, dove mantengono un presidio. In parrocchia funziona un’associazione di beneficenza che consegna periodicamente gli aiuti raccolti dai frati – un pacco con alimenti, generi per l’igiene personale e medicine - a circa 2mila nuclei familiari. La priorità ora è il centro d’accoglienza, presso la parrocchia di San Francesco, nel quartiere di Azizieh, che accoglie oltre 200 sfollati al giorno. Qui le famiglie trovano un posto per dormire, cibo, indumenti, medicine, ma soprattutto un luogo di pace e di accoglienza. I frati organizzano la ricostruzione delle case, forniscono assistenza psicologica, animano la vita parrocchiale e le attività dell’oratorio. «Assistere chi si trova nel bisogno senza distinzione di razza e religione», ha detto padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, «è il senso della missione francescana in Siria. Aiutateci a rimanere in Siria».

 

 

E Caritas Siria. In questo momento l'organizzazione sta assistendo 150 famiglie di Aleppo. «Sono molto triste per queste persone in fuga dalle loro case, in fuga dalla morte», racconta Rana Krait, operatore Caritas in Aleppo. «Ho il cuore spezzato nel vedere i bambini in queste condizioni insopportabili. Non hanno fatto nulla di male. Davvero meritano di vivere in una situazione migliore». Le famiglie sono senz'acqua e senza servizi. Sul sito di Carità internazionale Fadel, un altro volontario Caritas racconta un dettaglio che fa impressione: «Ho visto un bambino fare accattonaggio con qualcuno per ottenere solo un piccolo morso dal suo panino. La fame fa paura». Carità Italiana ha iniziato una raccolta fondi per sostenere l'azione umanitaria di Caritas Siria: nel 2016 sono stati donati 500mila euro.

 

 

Medici senza Frontiere. La grande ong è presente in Siria con suoi operatori in numerosi ospedali. Il caso Aleppo però è drammatico, come racconta un medico sul sito dell'organizzazione:  «Fornivamo molti servizi in questo ospedale- chirurgia, pediatria, terapia intensiva, medicina interna. Ma i bombardamenti degli ultimi mesi ad Aleppo Est ci hanno obbligati a concentrarci sull’aumento dei feriti di guerra, che sono diventati quasi l’80% del nostro lavoro nelle ultime settimane. Prima dell’assedio, gli ospedali ricevevano tra gli 8mila e I 10mila pazienti al mese;  questo numero si è dimezzato dall’inizio di Luglio. Non solo, ma gran parte dei pazienti ha subito ferite di guerra, con un aumento dei casi gravi urgenti pediatrici e internistici. Uno dei problemi principali che riscontriamo negli ospedali è quello del sovraffollamento delle terapie intensive.  Alcuni pazienti sono costretti a restare in sala operatoria perché non c’è posto nella terapia intensiva. Ventilatori e depuratori di ossigeno sono spessi rotti a causa di sovraccarichi».