La novità

Al Papa Giovanni arriva "Panther", strumento per analizzare fino a 1000 tamponi al giorno

Si tratta del più recente sistema di processazione di test molecolari in modalità automatizzata. L’ospedale di Bergamo è l’unico centro pubblico in Lombardia a disporre di questa tecnologia

Al Papa Giovanni arriva "Panther", strumento per analizzare fino a 1000 tamponi al giorno
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Il Laboratorio di Microbiologia e virologia dell'Asst Papa Giovanni XXIII ha un’arma in più per monitorare i possibili contagi da Coronavirus: si chiama Panther ed è il più recente sistema di processazione di tamponi che consentirà di gestire fino a 1.000 test molecolari al giorno in modalità automatizzata. Una tecnologia di cui l’ospedale di Bergamo, è bene sottolinearlo, è l’unico centro pubblico in Lombardia a essere dotato.

«Lo abbiamo acquisito in “noleggio” grazie alle donazioni raccolte durante l’emergenza Covid - spiega il direttore generale Maria Beatrice Stasi -. Questo sistema ha un duplice valore: arricchisce la capacità diagnostica del Papa Giovanni e ne incrementa l’applicazione immediata, perché ci permette di salire dai 500 tamponi eseguiti fino ad ora a un totale di ben 1.000 tamponi al giorno. Inoltre, il team della Microbiologia si arricchirà di due biologi recentemente assunti. Questa organizzazione che ci consente di garantire la gestione del boom dei test di questo periodo e la massima precisione e sicurezza ai nostri pazienti, contribuendo in modo sostanziale al programma di screening regionale».

L’apparecchiatura si aggiunge alle tre piattaforme diagnostiche già presenti. «Grazie all'organizzazione del personale il laboratorio di Microbiologia può svolgere attività diagnostica virologica su tamponi nasofaringei 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana – spiega Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell'Asst Papa Giovanni XXIII -. abbiamo rafforzato e riorganizzato il personale introducendo la telerefertazione, che consente la gestione in tempo reale dei test molecolari, con esiti disponibili in media entro 24 ore, spesso anche meno».

Complessivamente, da marzo ad oggi, nei laboratori del Papa Giovanni sono stati processati oltre 62mila tamponi ed eseguiti oltre 28mila test sierologici. Solo tra luglio e agosto, gli operatori dell’ospedale hanno eseguito più di 20mila test (tra prelievi ematici e tamponi) per l’attività ordinaria di sorveglianza sanitaria ai pazienti e agli operatori e nell'ambito dei diversi progetti di screening: follow-up dei pazienti dimessi o transitati dai pronto soccorso, indagine di sieroprevalenza promossa dal Ministero, progetto per la sorveglianza degli operatori del terzo settore della bergamasca che collaborano con Areu, campagna di Regione Lombardia per gli abitanti della Val Seriana, attività di sorveglianza dell’Ats di Bergamo, screening preventivo per il personale scolastico e indagini per chi rientra dall'estero.

«Il contributo che il Papa Giovanni XXIII sta dando alla sorveglianza sanitaria per il Covid-19 sul territorio provinciale è decisivo – conclude Maria Beatrice Stasi -. Un lavoro ingente per il quale è doveroso ringraziare tutto il personale medico e infermieristico, tecnico e amministrativo impegnato in queste settimane a garantire un'attività straordinaria che si affianca a quella clinica ordinaria».

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