Tante ombre

Il caso delle due amministratrici di un asilo nido di Bergamo positive al Covid e la nota di Ats

Protagoniste della vicenda, resa nota dal quotidiano Repubblica, la titolare e la socia (entrambe anche educatrici) del Puffiland: hanno fatto rinviare un'udienza contro di loro in Tribunale dicendo che erano in quarantena, ma il periodo di isolamento era finito. E c'è il dubbio che intanto lavorassero anche

Il caso delle due amministratrici di un asilo nido di Bergamo positive al Covid e la nota di Ats
Pubblicato:
Aggiornato:

Aggiornamento del 14/11/'20

Il legale delle due donne coinvolte ha chiesto di poter fare una rettifica al nostro articolo, che pubblichiamo di seguito. Per correttezza, precisiamo che i Carabinieri hanno realmente effettuato un controllo sulla struttura in data 13/11, ovvero dopo la pubblicazione dell'articolo di Repubblica:

Vi scrivo in nome e per conto di Puffiland S.r.l. a seguito della pubblicazione in data 14 novembre u.s. sul Vostro quotidiano on line di un articolo totalmente infondato, diffamatorio e privo di alcuna prova fattuale.

Alla luce del fatto che sono state riportate delle notizie di assoluta gravità - avuto riguardo, oltretutto, all’attuale momento storico connotato da grande apprensione e preoccupazione circa la pubblica salute, a maggior ragione dei più piccoli e vulnerabili - senza aver appurato la veridicità delle stesse e, soprattutto, senza aver in alcun modo interpellato le dirette interessate al fine di chiedere lumi sulla vicenda, Vi significo che non corrisponde assolutamente al vero quanto riferito, direttamente ovvero indirettamente, circa la presunta violazione della quarantena delle socie menzionate dall’articolo (che ad ogni modo – si precisa per mero scrupolo – non sono educatrici bensì le amministratrici dell’asilo).

Circostanza questa confermata dalla stessa ATS di Bergamo nella nota da Voi stessa citata.

Altrettanto falsa è poi la circostanza riportata nell'articolo in base alla quale "sulla vicenda stanno indagando anche i carabinieri e i colleghi e i funzionari dell'Ispettorato del lavoro che questa mattina, venerdì 13 novembre, hanno acquisito diversi documenti e nei prossimi giorni sentiranno le dirette interessate", atteso che i controlli effettuati all’interno dell’asilo nella giornata di ieri erano volti unicamente ad accertare il rispetto dei protocolli sanitari anti-Covid previsti ex Lege, così come potrà tranquillamente esserVi confermato dalle autorità intervenute.

Ne consegue quindi, come le considerazioni e le implicazioni del contenuto del citato articolo (già condiviso su Facebook da decine di persone), si siano manifestate in tutta la loro erroneità, pretestuosità ed infondatezza, oltre ad essere idonee a generare un rilevante danno di immagine alla struttura in oggetto e grande allarme nei genitori dei piccoli iscritti.

ARTICOLO DEL 13/11/'20

Si allungano le ombre sull’asilo nido Puffiland di Bergamo dopo che il quotidiano la Repubblica ha reso noto che la titolare della struttura e la socia avrebbero continuato a lavorare, nonostante avessero dichiarato in una mail inviata al Tribunale di Bergamo di essere positive al Covid. Sulla vicenda stanno indagando anche i carabinieri e i colleghi e i funzionari dell’Ispettorato del lavoro che questa mattina, venerdì 13 novembre, hanno acquisito diversi documenti e nei prossimi giorni sentiranno le dirette interessate.

Tutto ruota appunto intorno a una mail che la responsabile dell’asilo avrebbe inviato al Tribunale per giustificare l’impossibilità a partecipare a un’udienza in programma il 5 novembre. La donna ne avrebbe chiesto il rinvio per legittimo impedimento, in quanto positiva a un tampone eseguito nei giorni precedenti all’ospedale Papa Giovanni. Anche la socia non avrebbe potuto presentarsi, perché in quarantena a causa dei figli positivi al virus.

Alla comunicazione inoltrata al tribunale, ha fatto seguito anche un esposto inviato all’Ats, nel quale si chiede di verificare se le due donne stessero violando la quarantena. Ciò su cui gli inquirenti cercheranno di fare luce è quindi se le due donne abbiano mentito al Tribunale, oppure se effettivamente la documentazione medica presentata sia vera e, di conseguenza, non abbiano rispettato l’isolamento obbligatorio mettendo a rischio la salute di bambini e genitori.

Nel merito, l'Ats di Bergamo ha diffuso un comunicato nel quale comunica che «sono state effettuate le indagini epidemiologiche relative alle titolari del nido, dei casi secondari e dei loro contatti stretti. Per entrambe le titolari, ai sensi della normativa vigente, alla data di martedì 2 novembre non erano più attivi i provvedimenti di isolamento domiciliare fiduciario e obbligatorio per Covid-19. Pertanto, per quanto emerso dall'indagine epidemiologica, non si ravvisa una violazione dello stato di quarantena». Questo lascerebbe intendere che le due avrebbero mentito al Tribunale per non presentarsi in udienza, ma non fa luce sul fatto che abbiano o meno continuato a lavorare anche se positive.

Seguici sui nostri canali