Una fotografia impietosa

Al Tribunale manca il 40% dell'organico. Simona Pergreffi scrive al ministro: «Così non va»

Al Tribunale manca il 40% dell'organico. Simona Pergreffi scrive al ministro: «Così non va»
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Il Tribunale di Bergamo è sotto organico a tutti i livelli. Pur essendo uno dei tribunali più efficienti, dal punto di vista produttivo in termini di fascicoli conclusi, segna un deficit di personale di poco superiore al 40 per cento. La pianta organica di Bergamo, per affrontare la forza operativa, dovrebbe essere di 140 operatori, mentre se ne contano 99. Anche il presidente, Cesare De Sapia, sottolinea che «seppure il personale presente si dia un gran daffare, la carenza è evidente». Le sollecitazioni al ministero competente sono frequenti. Nel dicembre scorso, anche i parlamentari bergamaschi leghisti, avevano chiesto al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede interventi urgenti per garantire un esercizio efficiente alla cittadinanza. Ora è la volta della senatrice Simona Pergreffi, che ha presentato in Senato una interrogazione. Una fotografia impietosa, che non lascia scampo al ministero per alcune inefficienze, anche dal punto di vista economico per i mancati adeguamenti degli onorari ad alcune categorie di avvocati.

«Negli ultimi cinque anni - scrive l'ex sindaco di Azzano San Paolo - l'organico è stato implementato di alcune unità di personale, sebbene insufficienti per gli uffici giudiziari, ma tali forze sono state al contempo vanificate dai pensionamenti, con udienze che spesso vanno oltre l'orario di servizio dei dipendenti e personale che manca anche per trasportare i faldoni di documenti dagli uffici agli archivi. Si richiede pertanto un cospicuo intervento strutturale per colmare la grave carenza di personale, che di fatto pregiudica il diritto dei cittadini ad avere una giustizia rapida ed efficiente; i tempi della giustizia, nonostante l'impegno e la buona volontà del personale in forza presso il tribunale di Bergamo, sono fra i fattori negativi percepiti da chi vuole investire, pregiudicando la competitività di questo territorio. Nonostante si tratti di uno dei tribunali più produttivi d'Italia per fascicoli definiti, soprattutto all'ufficio dei giudici delle indagini e dell'udienza preliminare o del dibattimento, occorre rilevare che l'ufficio esecuzioni con il compito di trasmettere le sentenze da eseguire alla procura, ha una carenza di organico del 50 per cento, con un funzionario che, oltre a fare il suo lavoro, è addetto anche alle udienze; i funzionari giudiziari, che coordinano gli uffici, sono 18, mentre dovrebbero essere 30. Risultato è che alcuni coprono un intero comparto, invece che una sola cancelleria, e che ci sono cancellerie senza un funzionario di riferimento. Gli ausiliari sono 9, ma la pianta organica ne indica 12 e tra quelli assegnati alcuni hanno problemi a spostare i fascicoli. Sia tra i funzionari sia tra gli ausiliari, ci sono dipendenti prossimi alla pensione. Gli operatori giudiziari sono 9 su 15 previsti. I cancellieri, tra le figure fondamentali per il buon funzionamento dell'ingranaggio, sono il 35 per cento in meno: 23 sulla carta, 15 nella pratica. I direttori amministrativi arrivano alla metà (3 su 6), gli autisti poco di più (3 su 5). Non c'è un contabile né, in definitiva, una categoria pienamente coperta; per quanto riguarda l'ufficio del giudice di pace, su una previsione organica di 27 magistrati ce ne sono 4 in servizio e gli spazi risultano insufficienti: l'ultima ispezione del Ministero, proprio negli uffici del giudice di pace, con tanto di relazione conclusiva, ha stigmatizzato decisamente la situazione di Bergamo per il rischio concreto di ricadute sugli utenti. A tutto ciò si aggiunga che il Ministero della Giustizia ha accumulato ritardi di anni nel pagamento dei compensi ai difensori dei cittadini che beneficiano del patrocinio a spese dello Stato. Tale situazione non è degna di uno stato civile e limita fortemente l’effettività del diritto di difesa per tutti cittadini, oltre che il legittimo diritto dei lavoratori, quali sono anche gli avvocati, a percepire il proprio compenso in tempi ragionevoli».

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