Alimenti conservati male, insetti, sporcizia: chiusa una macelleria islamica a Capriate
La Polizia locale e Ats hanno comminato al titolare una multa da 15 mila euro e sequestrato due quintali e mezzo di prodotti
La Polizia locale ieri (giovedì 6 giugno) ha chiuso in via temporanea una macelleria islamica a Capriate, in via Roma, dopo che in seguito a un controllo aveva riscontrato pessime condizioni igienico sanitarie e diverse irregolarità. A riportarlo è PrimaLaMartesana. Una situazione davvero preoccupante, che si aggiunge al caso quasi identico avvenuto a Calcio, in un'altra macelleria.
Alimenti e locale in pessime condizioni
Il controllo all'esercizio è avvenuto da parte degli agenti dell'Annonaria, unitamente al personale del Servizio veterinario dell'Ats di Bergamo. Il personale ha trovato gli alimenti e il locale in pessime condizioni igienico sanitarie e, tra i problemi riscontrati, c'era la presenza di insetti morti in prossimità del banco di vendita e delle celle frigorifere. Come se non bastasse, si è poi rinvenuta della carne priva di tracciabilità e del pesce conservato a temperatura ambiente.
I titolari, tra l'altro, avevano anche prodotto degli insaccati senza avere la relativa licenza: motivo per cui, gli alimenti sono stati sequestrati e destinati alla distruzione. C'era anche un bagno senza porta in prossimità dei lavandini e del bancone, ma anche una finestra rotta in prossimità della cella frigorifera. Le attrezzature erano vecchie e sporche, così come gli ambienti.
Maxi multa e cibo sequestrato
Insomma, la situazione era abbastanza critica e perciò, in seguito alle violazioni riscontrate, gli agenti hanno multato il titolare per un importo di quindicimila euro, disponendo la chiusura a causa della situazione. Nello specifico, le sanzioni per la mancata esposizione dei prezzi e degli orari di vendita, per prodotti esposti con etichetta degli ingredienti senza la lingua italiana, per il pane non esposto in vendita in appositi scaffali dedicati e separati e per la mancanza di etichette relative alle informazioni e alla provenienza dei prodotti ortofrutticoli sono intorno agli ottomila euro.
Si sono poi aggiunti cinquemila euro per la vendita anche di prodotti non alimentari senza la relativa autorizzazione Scia e, infine, duemila euro sono state contestate da Ats per le generali pessime condizioni igienico sanitarie. In totale, due quintali e mezzo di carne e pesce sono stati sequestrati e avviati allo smaltimento.