I dati scientifici

Allergia e intolleranza sono diverse Ecco come distinguerle e testarle

Allergia e intolleranza sono diverse Ecco come distinguerle e testarle
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Siamo un popolo intollerante e allergico. Secondo i dati diffusi di recente dall’European Academy of Allergy and Clinical Immunology, confermati pure dalla nostra AAIITO, l’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri, in Italia le reazioni avverse al cibo colpiscono all’incirca 2 milioni e 100mila persone, tra il 2-4 per cento della popolazione adulta, e più frequentemente i bambini, specie nei primi 3 anni di vita, con percentuali che raggiungono anche il 6-8 per cento. Arrivando a 17 milioni di casi in tutta Europa. Un fenomeno importante, in funzione dei numeri e delle possibili implicazioni anche gravi, su cui gli esperti fanno chiarezza, avvertendo di fare attenzione anche agli strumenti diagnostici, che devono essere scientificamente accertati.

Le reazioni allergiche. I cibi sono generalmente buoni per la salute: in giuste quantità e all’interno di una dieta varia ed equilibrata, aiutano lo sviluppo dell’organismo e taluni favoriscono anche la prevenzione, allontanando il rischio di patologie croniche legate all’età avanzata, tumori compresi. Alcuni, invece (come cereali, crostacei, uova, pesce, arachidi, soia, latte, frutta a guscio, sedano, senape, semi di sesamo, lupini, molluschi), a causa di uno o più ingredienti allergici insiti nell’alimento stesso, potrebbero generare nell’organismo manifestazioni anche importanti che coinvolgono uno o più organi: la pelle, l’apparato gastro-intestinale o quello respiratorio. Con sintomatologia di varia estensione e gravità: da normale o lieve (prurito in bocca, in gola e a livello delle orecchie, orticaria o prurito, gonfiore in viso localizzato attorno a occhi, labbra, lingua e palate) fino a reazioni gravi (difficoltà respiratorie, vertigini e sensazione di svenimento, addirittura shock anafilattico).

 

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Allergie e intolleranze non sono la stessa cosa. Sul fenomeno allergia e intolleranza occorre comunque fare chiarezza. Perché spesso le due terminologie vengono usate in modo intercambiabile. Invece le motivazioni che stanno alla base dei due casi sono molto diverse. Le allergie sono dovute a una reazione immunologica verso gli allergeni, ovvero verso proteine alimentari per lo più associate agli anticorpi IgE, che vengono mal tollerate dall’organismo. Ciò significa che le allergie sono reazioni mediate dal sistema immunitario, che scambia alcune proteine presenti nel cibo per minacce per la salute e reagisce rilasciando in circolo diverse sostanze che innescano sintomi reattivi specifici.

Le intolleranze, invece, si associano per lo più a carenza di enzimi digestivi, come nel caso di quella al lattosio dovuta a una carenza di lattasi, lo zucchero presente nel latte che non viene digerito dall’organismo, o a meccanismi farmacologici o tossici. Le intolleranze si manifestano nella maggior parte dei casi con diarrea, gonfiore e crampi addominali che insorgono a distanza di ore dal consumo dell’alimento, sempre ingerito in abbondanti quantità. Ecco la prima differenza con l’allergia, le cui manifestazioni sono invece immediate, avvenendo anche dopo il semplice contatto con l’alimento che dà reazione. Cosa cosa più importante, l’intolleranza non mette mai a rischio la vita.

 

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La cura per una e per l'altra. La cura consiste, per le allergie, nell’eliminazione del cibo inquisito e di quelli che possono ingenerare cross-reazioni, ovvero di tutti gli alimenti che contengono al proprio interno la medesima proteina allergica, i quali se mangiati daranno le stesse manifestazioni dell’alimento originario colpevole di reazione avversa. Mentre per le intolleranze occorre sospendere temporaneamente il consumo del cibo mal digerito, consentendo così all’organismo di depurarsi, e poi nella maggior parte dei casi e sotto consiglio medico, procedere alla graduale reintroduzione dell’alimento, osservando l’eventuale scomparsa della sintomatologia.

I test approvati e più diffusi. Per scoprire intolleranze e allergie, oltre a eliminare l’alimento inquisito, è possibile ricorrere ad alcune prove cliniche. Le allergologiche si avvalgono di tre procedure:

  • Test cutanei, che prevedono l’introduzione sottocutanea di estratti di alimenti sospetti per verificare reazione;
  • Test RAST, ovvero di radioallergoassorbimento, nel quale si mescolano in una provetta campioni di sangue prelevati dal soggetto allergico a estratti di alimenti per valutare la risposta del sistema immunitario;
  • Test in doppio cieco con controllo di placebo (DBPCH), in cui l’allergene sospetto è inserito in una capsula o nascosto in un alimento somministrato al paziente.

Gli esperti raccomandano di non ricorrere a metodi alternativi per individuare allergie e intolleranze alimentari, che non sono in grado di accertare adeguatamente e scientificamente la presenza e la natura dell’allergia.

 

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Test di elezione per le intolleranze. Tra le più recenti opzioni per valutare invece un'intolleranza alimentare ci sarebbe un test detto di elezione, che prevede un’analisi su un campione di sangue, basata su una reazione immunoenzimatica determinata dallo specifico legame tra IgG e antigene, eseguita attraverso l’uso di strip di nitrocellulosa ricoperte di decine di potenziali allergeni alimentari e additivi che vengono incubate con i campioni di siero del paziente e, laddove gli anticorpi riconoscono un allergene, producono una reazione colorata misurabile. Si tratta dunque di un test semiquantitativo, dichiarano gli esperti, che escluderebbe possibili variabilità di risultati legate soprattutto alla preparazione del campione e all’operatore che osserva le eventuali modifiche cellulari. Insomma sembra un test di laboratorio validato e riproducibile che, insieme a un colloquio attento con un nutrizionista, potrebbe aiutare la persona a gestire meglio eventuali intolleranze alimentari. Ma prima di dare certezza diagnostica, occorre valutare ancora i risultati sul campo.