Macché Facebook, l’anima gemella te la trova Sant'Antonio da Padova

Tra le caratteristiche che distinguono sant’Antonio, cioè uno dei santi che conta più devoti al mondo, c’è quella di essere "casamenteiro”. La parola è spagnola e già con il suono suggerisce il contenuto: è colui che aiuta a metter su casa, ad “accasarsi” nel senso che stimola incontri destinati a trasformarsi in felici matrimoni. Sant’Antonio Casamenteiro era anche il titolo della giornata indetta dai padri della Basilica del Santo sabato scorso. L’intento era quello di convocare persone singole, in un pomeriggio-sera di incontri, di preghiera e di convivialità, nell’auspicio che qualcosa poi fiorisse; già era stata fatta lo scorso anno con buon successo e quindi si è pensato di ripetere l’esperienza. È stato un invito fatto in modo molto semplice e pacato, che però grazie al volano del web è presto diventato virale. I padri antoniani si sono trovati travolti dalle manifestazioni d’interesse a partecipare e hanno presto capito che quella di sabato non sarebbe stata una cerimonia per pochi intimi. Se alla vigilia le previsioni parlavano di 200 persone, alla Basilica del santo se ne sono presentate tre volte tante. Insomma è accaduto qualcosa di inaspettato, se soprattutto si pensa a quante opportunità oggi vengano offerte ai cuori solitari, via web ma non solo. Questa di Padova era invece una cosa un po’ all’antica, nata per iniziativa di frati che trascorrendo molto tempo nel confessionale ad ascoltare non solo i peccati delle persone, si sono resi conto di quanto sia vasta la solitudine delle persone, ancora in età se non giovane, attiva. È un sommerso a cui nessuno dà voce e parola, fuori dalla scorciatoia del mordi e fuggi, con annesse derive nella volgarità.
Sta accadendo infatti attorno a noi un fenomeno che non era stato messo nel conto e che viene coperto dalle narrazioni mediatiche dominanti: l’estrema libertà di rapporti si traduce in una crescente difficoltà a costruire rapporti. Si può in teoria cambiare partner quando si vuole, nei fatti però ci si trova senza partner. Il motivo è semplice: è avvenuto un tradimento dell’idea del rapporto di coppia, trasformandolo in un qualcosa di estemporaneo. Invece il rapporto di coppia ha valore nell’esperienza degli uomini e delle donne se sul piatto viene messa l’idea che sia per un “per sempre”. Poco importa che poi la fragilità umana porti spesso a tradire questa promessa: tuttavia noi abbiamo bisogno di questa promessa.
È per questo che l’iniziativa dei padri antoniani è attecchita in modo così clamoroso. Perché restituisce alla coppia quel che è della coppia, cioè il non essere “a termine”. È questo che tante persone sole stanno cercando, anche se per pudore nessuno lo ammette, magari neanche a se stesso. L’appuntamento di Padova si è presentato come un’occasione per uscire allo scoperto, per testimoniare pubblicamente il desiderio che batte nel cuore: che è il desiderio di “accasarsi” e non quello di vivere delle semplici avventure. È un bel segno dei tempi, che va raccolto, nell’auspicio che intanto la capacità di mediazione di cui è forte sant’Antonio, porti frutti molto dimostrativi.