Ci sono però delle regole da seguire

Andate dal vostro capo e ditegli che dovete fare cyclette a lavoro

Andate dal vostro capo e ditegli che dovete fare cyclette a lavoro
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Né troppo né poco, ma soprattutto libero da ogni attività cognitiva. Di che cosa parliamo? Di esercizio fisico effettuato sul luogo di lavoro per ricaricare il cervello delle energie spese. Impossibile perché la vostra azienda non dispone di una palestra? Vi sbagliate, infatti uno studio giapponese della Waseda University di Tokyo, pubblicato su Medicine and Science in sports and exercise, avrebbe attestato su un piccolo numero di volontari che una sana pedalata sulla cyclette, senza coinvolgimento mentale, ovvero facendo girare solo le ruote dei pedali e non le rotelle del cervello, sarebbe sufficiente per riportare a norma concentrazione, memoria e ogni altra facoltà mentale.

 

 

L’esercizio fisico fa bene. Affermazione trita e ritrita, allora perché ripeterla? Perché ci sarebbe una novità. Infatti un piccolo studio su un gruppo di lavoratori maschi giapponesi avrebbe dimostrato che anche del sano esercizio aerobico, se praticato in eccesso, anziché giovare affaticherebbe il cervello. Il quale, piuttosto che recuperare vitalità, potrebbe schiantarsi ulteriormente dopo le fatiche quotidiane, soprattutto lavorative, aumentando così le probabilità di farci andare in tilt, di perdere in efficacia cognitiva e ragionativa e anche in memoria. La riprova è scientifica: se la mente perde i colpi sotto la pressione delle incombenze professionali, sarebbe sufficiente andare in cyclette in ufficio per una mezz'oretta, staccando la spina - questa è una condizione essenziale - da ogni attività mentale, per ridare elettricità ai neuroni e ai circuiti cerebrali.

Il test. Alcuni ricercatori giapponesi hanno invitato una trentina di volontari a effettuare dell’attività fisica sul posto e durante le ore di lavoro. Venticinque minuti di pedalata su una cyclette in tre giornate diverse, accompagnata oppure no anche da un impegno cognitivo per valutare quanto l’esercizio fisico potesse impattare in maniera positiva o negativa soprattutto sulla memoria lavorativa, quella che permette di ricordare e aggiornare le informazioni sui diversi progetti cui si sta lavorando. Il test prevedeva l’utilizzo della memoria lavorativa prima, subito dopo e a trenta minuti dal termine dell'attività fisica. Le prove sono state assegnate ai volontari in modo casuale, invitati gli uni a pedalare semplicemente su una cyclette senza svolgere alcuna attività cognitiva, gli altri a impegnare la memoria lavorativa stando seduti su una bicicletta ma senza pedalare e gli ultimi a compiere uno sforzo cognitivo/mentale in contemporanea alla pedalata.

 

 

I risultati. In generale, diversi studi, anche precedenti a questo, hanno acclarato che l’attività aerobica aiuta la capacità e la rapidità individuale di meglio organizzare l’attività mentale, mantenendo alta l’attenzione, la concentrazione, l’abilità mnemonica e aumentando le potenzialità di destreggiarsi tra un'attività e l’altra, anche di diversa natura. In questo studio, i risultati attesi non sono stati disillusi: come previsto i ricercatori hanno osservato un miglioramento con tempi di precisione e di reazione più raffinati della memoria di lavoro quando questa veniva impiegata dopo la pedalata sulla cyclette. Con un "ma", perché i benefici indotti dall’attività motoria si sono visti dopo trenta minuti solo nei cyclettatori "liberi" da impegni mentali, con un sollievo del cervello e del recupero della sua vitalità mentale, mentre i "misti’", cioè coloro che pedalavano e insieme pensavano, mostravano alla fine un generale affaticamento psicofisico.

In conclusione. L’attività fisica, di tipo aerobico, giova alla memoria di lavoro a patto che non sia eccedente, perché in questo caso si coglierebbero solo gli effetti avversi della stanchezza e dell’inefficienza mentale. Dunque, per supportare la memoria e l’attenzione a breve termine, al lavoro o a scuola, è bene effettuare pratica fisica, pura e semplice, senza l’impegno di nessuna altra facoltà mentale e cognitiva. I ricercatori, contrariamente a quando si possa pensare, sconsigliano anche di praticare tai chi e yoga, attività considerate rilassanti, ad alta intensità, poiché aumentano la frequenza cardiaca, richiedendo anche un impegno cognitivo che potrebbe essere potenzialmente stressante. Entrambe però sono attività ottime e indicate qualora si voglia stimolare e attivare la cognizione a lungo termine. E per ottenere miglioramenti "cronici" delle funzioni cognitive? Su questo aspetto c’è ancora molto da indagare e sull’argomento i ricercatori tacciono. Allora, per non sbagliare, continuiamo a svolgere attività fisica come da programma e indicazioni.

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