Resoconto un po' ironico

Com'è andato il G7 in Canada Il bel Trudeau, Conte all'esordio e...

Com'è andato il G7 in Canada Il bel Trudeau, Conte all'esordio e...
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Charlevoix, Canada, anno del Signore 2018, 8 e 9 giugno. Un G7 che scintille ne prometteva già, che non si preannunciava la solita 48 ore di foto e discorsoni, ma un fine settimana di lavoro intenso, trattative non proprio rilassate. In gioco, le regole del commercio internazionale e i rapporti tra le sette maggiori potenze mondiali. Un weekend di passione che inizia, per noi italiani, con i riflettori puntati su due eccellenze.

Prima prova per Conte. Il primo, Giuseppe Conte, che 36 ore prima cerca gli appunti, con Di Maio che suggerisce e che si ritrova, a due settimane dall'incarico, catapultato in Canada, ripassando il dossier stilato dal governo Gentiloni, con sei leader un po’ più rodati di lui. Degna di nota, l’apertura a Mosca, a metà tra un atto dovuto e una presa di posizione (oggetto, la riammissione della Russia al G8), senza essere, dunque, né l’una né l’altra cosa. Con così poco tempo, di fronte a un’impresa così gigante, possiamo considerare il contributo silenzioso di Conte tutto sommato una prova discreta.

 

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Il calcolatore Casalino. Il secondo grande atteso, Rocco Casalino, un uomo al quale non mancano sicuramente ambizione e botulino, ex coinquilino di Taricone e Marina La Rosa. Un uomo che ha investito su se stesso, nel senso più letterale possibile, che ha scolpito con palestra, chirurgia, studi e dichiarazioni pubbliche l’uomo che avrebbe dovuto diventare, una scoria impazzita e calcolatrice della Mediaset di quegli anni, che si è evoluta e ha raggiunto l’era successiva. Si definisce malvagio e calcolatore, e quando al Movimento 5 Stelle curava la comunicazione, prima di scrivere i discorsi che avrebbero pronunciato quelle bocche, mandava i candidati a fare sbiancamenti dentali. Silenzioso, efficiente. Lo abbiamo visto trascinare via Conte, accompagnandolo lontano dai giornalisti troppo insistenti. La qualità della comunicazione la fa quello che non viene detto, Casalino l’ha imparato bene.

L'impeccabile Trudeau. Ci crederete o no, rosicate, è comprensibile, ma Rocco Casalino sì, ha incontrato Justin Trudeau. Il padrone di casa, elegante e a proprio agio fra le aule del summit, il Signor Mascella che in abito oltremare incede sempre istituzionalmente, ma con degli accenti irresistibilmente piacioni. Promossissimo Justin, che gestisce con classe la svogliatezza ostentata del presidente americano Trump, quando arriva in ritardo al primo incontro sulle disuguaglianze di genere, iniziando i lavori comunque e dichiarando di non voler aspettare i ritardatari. Trump, alla fine arriva, ignorato dagli altri. Solo uno lo saluta con la manina, indovinate chi. Chissà cosa ne pensa Casalino.

 

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Trump, la vera star. Trump, vera star dell’incontro, che considera, senza farne mistero, un fastidio obbligatorio: parte con un’ora di ritardo e, una volta arrivato mica si affretta, si dilunga coi fotografi e giornalisti. Cancella il bilaterale con Macron, introduce la questione Russia senza preavvertire il padrone di casa: spariglia i programmi, fa capire cosa pensano gli Stati Uniti di incontri del genere e dei temi che trattano, scegliendo quale grado di sufficienza dedicare a ogni aspetto. Questioni che non lo interessano – come la parità di genere – non vengono considerate e tutti se ne accorgano. Una coerenza quasi inopportuna. In quell’occasione, l’incontro sulla condizione femminile, ironicamente Trump prende posto vicino a Christine Lagarde e Angela Merkel. 1-0 per Rocco Casalino.

Un dubbio sulla presenza nella realtà del presidente americano assale alla fine. Quando, dopo due giorni di lavoro, dall’aereo che lo poterà a Singapore, twitterà frasi di odio contro Justin e dichiarerà che l’accordo non verrà firmato, i dazi non si toccano. Scatto d’ira e utilizzo del social irresponsabile e insensato, come una moglie rivendicativa. Reazione veloce e poco diplomatica, caratteristiche tanto amate dall’elettorato che l’ha scelto e questo Trump, nell’uso di twitter, non lo dimentica mai. Trump è capace negli affari e si vede, ma questa occasione era diversa, e si è visto.

 

 

Quindi? «L'accordo storico che abbiamo concluso al G7 di Charlevoix favorirà la prosperità dei cittadini e l'economia, proteggerà la democrazia, preserverà l'ambiente e garantirà i diritti delle donne e delle ragazze nel mondo. È questo che conta». È il comunicato ufficiale del G7 retwittato da Justin. Che, comunque, ha incontrato Rocco Casalino, lui sì.

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