Il caso

Archiviata l'inchiesta sui cori razzisti contro Vlahovic: il motivo della decisione dei magistrati

Nel corso della partita, alcuni tifosi avevano insultato più volte il giocatore serbo. Erano indagate 18 persone, ma nessuna propaganda razzista

Archiviata l'inchiesta sui cori razzisti contro Vlahovic: il motivo della decisione dei magistrati
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Archiviata l'inchiesta penale della Procura di Bergamo per gli insulti di alcuni tifosi della curva atalantina al centravanti della Juventus, Dusan Vlahovic, nel corso della partita contro la Dea svoltasi lo scorso 7 maggio al Gewiss Stadium. Una vicenda di cui si era discusso molto, anche per via della decisione del giudice sportivo di sanzionare la Pisani, chiudendola per un turno, nella successiva partita contro il Verona. La questione peraltro aveva portato, in seguito alle verifiche della Digos, al Daspo per nove tifosi, identificati tra gli autori dei cori in cui si dava dello «zingaro» al calciatore serbo.

Per i magistrati ingiuria, non odio razziale

Oltre alla questione di giustizia sportiva, era stato poi aperto un fascicolo per verificare eventuali reati di tipo penale. Tuttavia, i magistrati sono arrivati alle loro conclusioni e, pur dichiarando che l'episodio è da condannare, non si configura alcuna condotta illecita.

Perché questa decisione? Come specificato dai pm, sebbene quella di alcuni spettatori sia stata una condotta certamente «riprovevole», non sarebbe riconducibile a propaganda razzista o a una qualche forma di istigazione alla violenza a sfondo razziale, bensì alla modalità della semplice ingiuria. Un reato che prima esisteva, ma è stato abrogato nel 2016.

Le indagini della Digos

Nelle indagini gli agenti si erano avvalsi dell'aiuto di un esperto dell'Ente Nazionale Sordi, per riuscire a leggere, attraverso le immagini, il labiale delle persone presenti in tribuna e individuare, quindi, i responsabili dei cori offensivi: alla fine, li si era trovati in un gruppo di diciotto soggetti. I sospettati, una volta trovati, erano stati iscritti nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato contenuta nell'articolo 604 bis, che punisce appunto la propaganda e l'istigazione alla violenza su base razziale.

Archiviato il fascicolo

Per la Procura, però, non si era trattato nello specifico di un tentativo di fare proselitismo (quindi propaganda), così come di discriminare il giocatore juventino o istigare ad atti violenti nei suoi confronti. Per il sostituto procuratore Giancarlo Mancusi si sarebbe trattato infatti di una «estemporanea denigrazione fine a se stessa, non funzionale a fomentare un trattamento discriminatorio nei confronti del calciatore juventino».

Il gip Riccardo Moreschi ha così stabilito l'archiviazione, precisando però che esiste «la facoltà della persona offesa di promuovere giudizio civile per l’accertamento dei fatti e delle relative responsabilità».

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