Dramma all'asilo di Osio Sopra, gli inquirenti: «Il bioetanolo non doveva entrare a scuola»
L'iperbole del capitano dei carabinieri: «Se lascio entrare un carro armato in casa, non posso stupirmi se me la ritrovo distrutta»
di Marta Belotti
«Se lascio entrare un carro armato in casa mia, dopo non posso stupirmi se me la ritrovo distrutta». È un’iperbole efficace quella che Filippo Testa, capitano della Sezione dei Carabinieri di Treviglio, utilizza per centrare uno dei punti focali delle indagini sugli avvenimenti di lunedì 30 maggio alla Scuola dell’infanzia di Osio Sopra. Un nome è stato iscritto nel registro degli indagati ed è quello del genitore che lunedì mattina ha materialmente versato il bioetanolo sul braciere. L’uomo è, a oggi, l’unico indagato e l’accusa nei suoi confronti è di lesioni colpose gravissime, reato procedibile per querela. Tuttavia, restano tante le domande e la sollecitazione del capitano Testa spinge a chiedersi: come può del bioetanolo, o qualsiasi altro oggetto o materiale pensato per accendere un fuoco, entrare all'interno di una scuola, un ambiente che, in teoria, dovrebbe essere protetto e sicuro per tutti?
Testa aggiunge: «Noi ci occuperemo dei fatti, le considerazioni spetteranno poi ad altri, ma uno dei nodi da sciogliere e sui quali soffermarsi è proprio questo: quelle attrezzature non dovevano entrare a scuola». Il problema dell’ingresso di oggetti altamente infiammabili, anzi progettati per creare delle fiamme, si lega strettamente alla questione delle responsabilità per l’accaduto. I ruoli in campo sono diversi, variamente strutturati, pertanto, risalire alle responsabilità non sarà semplice né scontato. Il parroco don Luca Guerinoni è il responsabile legale della scuola, colui che ha il compito di sovrintendere il servizio educativo e, in quanto Dirigente Scolastico, è il referente primo del funzionamento dell’istituto; la coordinatrice pedagogico-didattica è Simonetta Nava e a lei è demandato il compito di organizzare i sevizi, gestendo le risorse interne coordinandosi con le realtà esterne e di ambito. Accanto a loro si affiancano i ruoli delle insegnanti o dell’insegnante presente al momento dei fatti.
I Carabinieri di Treviglio stanno lavorando anche per definire meglio la dinamica dell’incidente e capire come il fuoco sprigionato dal braciere possa essere andato fuori controllo e aver investito le otto persone, tre adulti e cinque bambini. Nel merito, il comandante Testa dichiara: «Raccoglieremo le testimonianze, mentre il luogo del fatto, limitatamente agli spazi interessati, e non la scuola intera, è stato sequestrato. La pm Silvia Marchina deciderà poi se integrare o meno le attività di indagine».
La Procura di Bergamo ha aperto il fascicolo per lesioni personali colpose, secondo l’articolo 590 del Codice Penale. Per ora l’unico indagato risulta essere il padre che avrebbe spruzzato il bioetanolo sul falò. Il delitto è punibile in seguito a querela da parte delle persone offese, ma solamente nel caso in cui si ritenga che i fatti siano stati commessi in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Nel caso in cui la Procura ritenesse che quanto accaduto a Osio rientri in quest’ultima fattispecie, allora servirà la querela da parte dei familiari dei bambini feriti, entro tre mesi, per procedere penalmente.