Azienda bergamasca coinvolta nel crollo di Firenze? Restano tanti i punti da chiarire
Dopo la tragedia di venerdì 16, che ha causato 5 vittime, la Procura di Firenze sta cercando di fare luce su un quadro sempre più complicato
Il dubbio che c'entri un'impresa bergamasca nel crollo di Firenze c'è. Dopotutto, erano tanti i subappalti che ruotavano intorno al al cantiere di via dei Martiri dove venerdì 16 febbraio un terribile crollo ha portato alla morte di cinque operai. Uno di loro, Taoufik Haidar, 43enne originario del Marocco, aveva abitato per otto anni ha abitato a Palazzolo sull'Oglio (dove risiedevano altre tre vittime), nel Bresciano, ma dallo scorso luglio si era trasferito nella Bergamasca, a Chiuduno.
Situazione contorta
Il procuratore dell'azienda di Villongo, come riportato dal Corriere Bergamo, riferisce: «Non mi risulta che le vittime siano tra i miei dipendenti». La stessa testata sottolinea tuttavia che fare chiarezza non sia facile e lo stesso procuratore potrebbe non avere ancora informazioni chiare. I sindacalisti ipotizzano infatti che l'impresa bergamasca potesse avere preso temporaneamente in distacco dei lavoratori da un'altra azienda per un intervento specifico o che ci fosse un subappalto in corso. E che quindi, neanche il procuratore potrebbe avere le idee chiare.
La testimonianza della Cgil
La segretaria generale della Fillea-Cgil di Bergamo Luciana Fratus sottolinea: «Due dei lavoratori morti nell'incidente di Firenze avevano lavorato nel 2023 per diverse imprese a Bergamo. Taoufik Haidar, cittadino marocchino di 43 anni, è stato nostro iscritto alla Fillea-Cgil fino al 21 novembre 2023. Fino a questa data ci risulta fosse iscritto alla Cassa edile di Bergamo, alle dipendenze di un'azienda con sede a Brescia che però aveva aperto un cantiere a Treviglio. Anche una delle altre vittime, Mohamed Toukabri, cittadino tunisino di 54 anni, è stato iscritto alla nostra Cassa edile. Ad oggi i nomi di questi lavoratori non risultano iscritti a nessuna delle due casse edili provinciali, ma questo fatto ha una ragione tecnica precisa. Le posizioni sono aggiornate al 31 dicembre 2023. In generale, di mese in mese, i dati relativi alle ore lavorate e alle generalità dei lavoratori impiegati devono essere comunicati dalle imprese alle casse secondo tempi tecnici precisi. I dati del mese di gennaio vanno comunicati entro il 20 di febbraio, ecco forse perché al momento non abbiamo traccia dei nomi delle vittime».
Una zona diversa
Si aggiunge poi un ulteriore elemento che intorbida ulteriormente un quadro in partenza complicato, ovvero il fatto che l'impresa di Villongo, pur essendo presente sul cantiere, fosse impegnata con la sottostante pavimentazione dei parcheggi interrati. In poche parole, sembrerebbe aver operato in una zona diversa da quella del crollo.
Un quadro ancora tutto da chiarire
Per avere un quadro più chiaro sarà necessario aspettare che la Procura fiorentina abbia terminato di esaminare i registri degli ingressi al cantiere, dove i nomi dei lavoratori sono associati a quelli delle ditte.