I badanti del futuro? Robot sociali In città la mamma di Edgar e Nadine
Come qualsiasi altra receptionist, Nadine può guardare negli occhi il suo interlocutore, ricordarne il nome e fare riferimento alle conversazioni precedenti già avute. Ma non c’è da stupirsi se lancia delle strane occhiate: è in realtà un robot sociale, progettato per assomigliare alla sua creatrice, Nadia Thalmann, professoressa della Nanyang Technological University (Ntu) di Singapore. A differenza dei robot convenzionali, Nadine ha la propria personalità, un suo umore e delle emozioni. È alimentata da un software intelligente simile a Siri di Apple o Cortana di Microsoft, e può anche essere resa virtuale per apparire sullo schermo di un televisore o un computer, piuttosto che di persona. Potrebbe essere utilizzata, in futuro, come segretaria in ufficio o a casa, o per tenere compagnia a persone anziane o bambini. Accanto a lei l’Ntu ha messo Edgar, decisamente meno curato a livello esteriore ma non meno sofisticato: è in grado di replicare espressioni facciali e movimenti delle braccia di una persona posta davanti a una speciale webcam.
Il futuro dell’automazione a Bergamo Scienza. Bergamo avrà modo di conoscere le potenzialità dei robot sociali dalla viva voce della professoressa Thalmann: la scienziata sarà presente alla prossima edizione di Bergamo Scienza. A dare l’interessante anticipazione la fautrice del suo arrivo, Caterina Rizzi, direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università di Bergamo. La professoressa Rizzi non è nuova alle ospitate di prestigio. E di grande attualità. «L'anno scorso – racconta - avevo invitato un collega della Aalto University di Helsinki che si occupa di Additive Manufacturing, quindi stampanti 3D: il prof. Jouni Partanen. Sui giornali talvolta si leggono delle esagerazioni sulla stampa 3D. Partanen ha fatto capire che le potenzialità sono tante, ma l’orizzonte è da qui a vent’anni, non domani. Sostituire in toto la produzione tradizionale con l’Additive Manufacturing sarà difficile, se non impossibile; più probabile che si arrivi a un mix».
Presto potrebbero essere in commercio. Soprattutto Nadine. «Negli ultimi quattro anni – spiega Nadia Thalmann - il nostro team al Ntu ha promosso la ricerca interdisciplinare nel campo della robotica sociale. Si tratta di tecnologie che coinvolgono l'ingegneria, l'informatica, la linguistica, la psicologia e altri campi, per trasformare un essere umano virtuale, dall’interno di un computer, in un essere fisico in grado di osservare e interagire con altri esseri umani. Si tratta di dar vita a un vero e proprio compagno che è sempre con noi, consapevole di ciò che sta accadendo. Quindi, in futuro, questi robot socialmente intelligenti potrebbero essere come C3PO, l'iconico droide dorato di Star Wars che conosce le lingue e il galateo». Secondo Thalmann, robot sociali come Nadine potrebbero presto cominciare ad essere commercializzati: «I robot vengono già utilizzati nell’industria manifatturiera e nella gestione logistica. Con l’invecchiamento della popolazione, i robot sociali potrebbero essere utilizzati per diventare compagni personali per bambini e persone anziane a casa, e potrebbero addirittura fungere da piattaforma per i servizi della sanità in futuro».
Edgar: non teletrasporto ma telepresenza. Due parole in più su Edgar, robot ottimizzato per la telepresenza. Ripete i gesti del suo utente umano, abbiamo detto. Di fronte a una webcam speciale un utente può controllare Edgar da remoto, da qualsiasi parte del mondo. Il volto e le espressioni dell'utente verranno visualizzati sul volto del robot in tempo reale, mentre il robot imita i movimenti dalla vita in su della persona. Inoltre Edgar, con una webcam integrata, può rivolgersi automaticamente alle persone che incontra per coinvolgerle in una conversazione, dando risposte informate (e anche spiritose) alle loro domande. Telepresenza e robot sociali possono essere utilizzati per le imprese e per l'istruzione, perché fornirebbero una dimensione supplementare alla mobilità. L’utente può proiettare la sua presenza fisica in uno o più luoghi contemporaneamente, il che significa che la geografia non è più un ostacolo. In sostanza, in futuro, un professore potrebbe dare lezioni o tenere corsi per grandi gruppi di persone in luoghi diversi allo stesso tempo. Edgar è anche in grado di leggere discorsi leggendo un copione, e di rispondere alle domande che incontra in modo arguto. Possibili ulteriori applicazioni? Per le attrazioni turistiche o nei centri commerciali. Per cominciare.