Badanti, in arrivo una copertura sanitaria integrativa
Stanziati sei milioni di euro destinati alle diecimila lavoratrici messe a dura prova da questa emergenza sanitaria.

C’è uno spiraglio per le diecimila badanti bergamasche con regolare contratto, di cui duemila a rischio posto di lavoro per via di questa emergenza sanitaria. È stata firmata una contrattazione nazionale di settore tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e le associazioni Fidaldo e Domina che hanno convenuto di rispondere ai numerosi bisogni del comparto con prestazioni sanitarie integrative legate all’emergenza Covid-19 con uno stanziamento pari a 6 milioni di euro erogate attraverso la cassa di assistenza sanitaria integrativa di settore Cassa Colf con decorrenza dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020. I dettagli dell’offerta sanitaria saranno pubblicati a breve sul sito web della cassa sanitaria e tradotti in diverse lingue per rispondere alla multiculturalità presente nel comparto, che è di circa il 70 per cento delle lavoratrici.
In aggiunta a quanto messo a disposizione a titolo di indennità Covid-2019 mediante la convenzione con Unisalute, Cassa Colf erogherà un’ulteriore indennità di 40 euro per massimo 14 giorni ai lavoratori che hanno figli minorenni conviventi, e lo stesso importo anche a chi è assoggettato a regime di isolamento domiciliare e rimborserà le spese sostenute per l’acquisto di materiale sanitario per un importo massimo pari a 200 euro. In caso di visite mediche domiciliari o extra domiciliari la Cassa comparteciperà alle spese con un rimborso pari sino a 100 euro.
La Cassa erogherà inoltre un importo di 200 euro a titolo di una tantum, ai lavoratori e alle lavoratrici aventi prole convivente, a sostegno delle spese riconducibili alla genitorialità, dall’istruzione ai bisogni primari dei figli fino al compimento del diciottesimo anno di età. Riconosciuto anche un sostegno psicologico con un importo pari a euro 400.
«Si tratta di un supporto concreto destinato ai lavoratori domestici per fronteggiare gli effetti della crisi sanitaria ed economica generata dalla pandemia - sottolinea Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl Bergamo -. I numeri a Bergamo parlano di 10 mila regolari e almeno 12 mila irregolari, e noi stimiamo una perdita di posti di lavoro di 2000 lavoratrici, delle quali almeno il 90%Ddonne. È un settore che non ha mai beneficiato di politiche a sostegno. Va ripensato tutto il sistema della cura alle persone anziani o disabili, dalle lungodegenze, alle Rsa, all’assistenza domiciliare integrata, all’assistenza familiare».