Occhio agli hacker sequestra pc «O paghi o ti cancello tutti i file»

Cryptolocker, TorrentLocker, Cryptowall. Sono questi dei software usati da una banda di hacker che – come in tanti preannunciano - agiteranno i nostri pc e le nostre tranquille navigazioni sul web. Non è loro interesse colpire vip o celebrità, personaggi importanti o politici. Per cui, attenzione, tutti possono cadere in questa diabolica trappola. La loro frode è semplice, e difficile da smascherare. Succede che un giorno, sul proprio pc, compare un messaggio dal contenuto piuttosto strano: «Il tuo computer è stato sequestrato, tutti i documenti sono stati criptati e verranno distrutti se non paghi subito un riscatto». Nei casi già accaduti il testo non è mai uguale, ma la minaccia è sempre la stessa: «Qualunque azione farai per decifrare da solo i documenti comporterà la distruzione di tutti i file». E ancora: «Se vuoi la prova che siamo in grado di restituirti i file integri, possiamo mostrartene cinque a scelta».
Come per ogni riscatto che si rispetti, c’è una cifra da pagare e un tempo da rispettare per evitare il peggio. Anche per la somma richiesta la banda non usa una regola ben precisa. Facendo una media, si è calcolato che il riscatto si aggira attorno ai 600 euro. Ma c’è un problema. Non accettano euro e neppure dollari, bensì pretendono che le transazioni in loro favore vengano eseguite in bitcoin. Esigono questo tipo di moneta virtuale perché garantisce loro l’anonimato. Però c’è l’inconveniente che la quotazione dei bitcoin varia moltissimo e c’è il rischio che dal momento della conversione dei soldi a quello del versamento il valore sia mutato considerevolmente e che occorra provvedere a una integrazione.
Per quanto riguarda il tempo, di solito danno al massimo 72 ore, ovvero tre giorni. Il tempo è scandito da un orologio con il conto alla rovescia. Se si ritarda anche di un solo minuto, cancellano tutto quello che trovano sul pc sequestrano. Non sono previste trattative o discussioni, con loro c’è poco da scherzare.
In tanti sicuramente sorrideranno leggendo questa notizia e potrebbero anche scrollare le spalle, pensando che se venissero coinvolti in un simile ricatto, di certo, mai e poi mai, si abbasserebbero a trattare con questi digitali malfattori. Queste persone sono la fetta di popolazione che però non usa ancora a pieno regime il proprio computer, sono quelli che accendono il pc per navigare ogni tanto su internet e scrivere, al massimo, qualche riga su word. La pensano diversamente, però, tutti coloro che invece lo usano quotidianamente per lavoro, dove il pc diventa custode e memoria di informazioni importanti e file di cui non si hanno i corrispettivi cartacei. Come già detto, con questo tipo di gente non si può in alcun modo trattare, o si paga o si perde tutto.
I primi bilanci. In tanti, pur di non perder tutto il proprio patrimonio digitale, scelgono di pagare, arrendendosi al diktat degli strozzini. Solo negli ultimi 100 giorni avrebbero raccolto una cosa come 30 milioni di dollari. Come ha ben spiegato un articolo su Repubblica di Riccardo Luna: «Ieri (20 gennaio) per esempio, su Twitter, il bollettino di guerra era impressionante: Cryptowall ha cancellato l’intera libreria musicale di una piccola radio del Michigan e preso in ostaggio tre studi legali in British Columbia; nel frattempo si registrava un “attacco massiccio” di Cryptolocker in Sud Africa, Olanda e paesi nordici; mentre Torrentlocker impazzava in Australia e Nuova Zelanda».
Attenzione anche ai cellulari. Oltre ai computer posso esser attaccati anche gli smartphone. La banda si camuffa dietro un link all’apparenza curioso su Facebook e Twitter o in un applicazione scaricata fuori dai circuiti ufficiali. Inoltre questi hacker sono anche abili ricattatori, soprattutto per chi è solito frequentare siti hot. La banda, dopo aver bloccato il computer, invia messaggi in cui dice di aver scoperto che da quel pc sono state aperte pagine di siti pornografici con minori. Naturale che si potrà tornare a utilizzare il proprio computer solo dopo aver pagato un cospicuo riscatto. Altrimenti gli hacker minacciano denunce alla polizia postale. Il problema è che anche a tutti coloro che non si sognerebbero mai di frequentare questi squallidi siti possono essere inserite nei pc immagini raccapriccianti da utilizzare come finte prove.