La Nuova Zelanda cambia bandiera Le quaranta proposte dei cittadini

Alla Nuova Zelanda non è mai andata giù, quella bandiera da ex colonia, così simile a quella dell’Australia. L’Union Jack, il simbolo del Regno Unito, garrisce ai quattro venti per affermare l’appartenenza della terra kiwi al Commonwealth, ma dice poco dell'isola “scoperta” da James Cook. Il vessillo fu scelta senza il consenso popolare, imposto per volontà del governatore George Fergusson Bowen nel 1902: recava la bandiera inglese nel quadrante superiore sinistro e quattro stelle bianche, rappresentanti la costellazione della Croce del Sud, nella metà destra del fondo blu.
Le altre Union Jack. La Nuova Zelanda, dunque, era nata come un’Inghilterra dei mari del sud, esattamente come le isole Fiji erano una sorta di dépandance della lontana landa brumosa. L’Union Jack, poi, compariva anche sulle bandiere di: Australia (come abbiamo già detto), Canada (che poi la cambiò nella nota foglia d’acero), Stati Uniti d’America (che ci sono rimasti affezionati), Tuvalu, Anguilla, Bermuda, Isole Vergini Britanniche, Isole Cayman, Falkland, Sandwich, Sant’Elena, Tristan de Cunha, e altre isole e isolette più o meno sperdute negli oceani del mondo. La notevole affinità tra le bandiere delle ex-colonie britanniche ha provocato pure qualche incidente diplomatico, come quello del 1984, allorché il primo ministro australiano Bob Hawke andò in visita ufficiale a Ottawa e fu accolto per sbaglio con la bandiera neozelandese. Insomma, l’Union Jack era ed è davvero inflazionato.
Le prime proposte di cambiamento. Nel 1973, quando già molta acqua era passata sotto i ponti di tutti i continenti, i neozelandesi cominciarono a pensare che i tempi erano maturi per avere una bandiera davvero nazionale, una bandiera, soprattutto, che non parlasse di dominio britannico. Tuttavia la proposta di cambiamento fu respinta dal New Zealand Labour Party. La faccenda tornò a galla una seconda volta nel 1998, con il ministro degli affari culturali Marie Hasler, la quale suggerì l'uso della Felce argentata come bandiera ufficiale. Si oppose però il primo ministro Jenny Shipley, cosicché, di nuovo, non se ne fece niente. In anni molto più recenti, e cioè l’11 marzo 2014, il neoeletto presidente Key aveva affermato che si sarebbe votato per il «necessario» cambio di bandiera, a condizione che il suo partito (il Partito Nazionale) fosse riconfermato alle elezioni. A settembre il partito di Key è stato rieletto ed eccoci quindi, nell’estate del 2015, a parlare del futuro nuovo stendardo neozelandese.
I due referendum in programma. Il premier ha annunciato un referendum per scegliere il nuovo modello, entro il 2015, con un comitato ad hoc per scegliere i quattro finalisti. I cittadini, nel frattempo, possono caricare i propri disegni in una galleria online sul sito del governo. Nel 2016 ci sarà un secondo referendum, per decidere se mantenere quella attuale o adottare la nuova – una sorta di usteron-proteron che la dice lunga sulle intenzioni del capo del Paese. Che, del resto, non è l’unico a volere dare un volto nuovo alla Nuova Zelanda: quasi tutte le parti politiche sono d’accordo con lui. L’unica eccezione è costituita dall’Act Party, un partito di orientamento conservatore e liberista. Il leader John Banks ha spiegato la sua posizione asserendo che sarebbe inappropriato disfarsi dell’attuale bandiera, dal momento che per essa sono morti molti soldati.
C’è già qualche idea... Nonostante il parere contrario dei sostenitori di Banks, pare che la bandiera della Felce argentata su fondo nero sia quotatissima nei sondaggi degli ultimi giorni. Dopotutto, è già affiancata a quella ufficiale e, inoltre, è usata dall’acclamata squadra di rugby del paese, gli All Blacks; compare sulla moneta da un dollaro neozelandese e nel 2003 la barca nazionale dell’America’s Cup ha usato la bandiera della felce. Comparve per la prima volta sulle insegne militari neozelandesi durante la seconda Guerra Anglo-Boera ed è sempre stata legata al cambiamento, alla rinascita. C’è anche qualcuno che chiede di usare i colori maori, nella nuova bandiera, per ricordare i nativi che vivevano e vivono (anche se in numeri molto ridotti) in Nuova Zelanda. Tali colori sono il rosso e il nero e hanno una funzione simbolico-religiosa precisa: il rosso è la vita, le energie che muovono l’universo, mentre il nero è l’oscurità informe da cui tutto è scaturito. Nella bandiera maori le due tinte sono unite attraverso un motivo a spirale, che rimanda all’equilibrio tra i due elementi.







































