Belotti, (dis)avventure da onorevole Qui non si fa niente da due mesi

Governo sì, governo no, governo forse. Questo dilemma che sta andando avanti da oltre due mesi e che nell’ultima settimana è diventato talmente veloce da cambiare ipotesi più volte al giorno, sta bruciando i neuroni degli onorevoli (tanti ne hanno pochi, qualcuno nessuno) colpiti da fulminei esaurimenti. Settimana scorsa avevamo scritto che Montecitorio e Palazzo Madama sembravano le Case del Commiato di Seriate?
Rettifichiamo: ora siamo alla clinica psichiatrica che da un lato è pure peggio dell’aldilà, perché vivi nell’aldiqua con la testa però nell’aldilà. I peones di Montecitorio, così contenti di aver messo piede nel tempio della casta, dopo neanche due mesi sono sull’orlo di una crisi di nervi all’idea di dover già fare le valigie. L’attività parlamentare va a scarto ridotto? Fa niente, questa settimana il Transatlantico brulicava lo stesso di zombie, pardon di onorevoli.
Domanda legittima: ma se non c’è aula ed è operativa solo una commissione (quella speciale che sta esaminando la prossima manovra finanziaria), che cavolo ci fanno tutti questi onorevoli nel Transatlantico? Anche se siamo novelli debuttanti alle prime armi dentro questo sarcofago di democrazia, qualcosa riusciamo a capire, pur essendo creature celtiche mononeuroniche e pur essendo anche noi entrati nell’anticamera dell’esaurimento. Il problema è che il nostro di esaurimento non dipende dal tenere o lasciare la scagna, ma dal pensiero angosciante e costante "ma che cazzo scrivo questa settimana per quella allucinante rubrica, se qui non si fa una mazza da due mesi?".
Tornado ai vaganti del Transatlantico, va detto che la maggior parte frequenta lo stesso il Palazzo mosso dalla bramosa ricerca di consolazioni reciproche. Una sorta di terapia di gruppo. In questi giorni, non appena gli onorevoli si incontrano tra di loro non si salutano nemmeno; al posto di un ciao si dice: «Ma ci sono novità?»; invece di buongiorno: «Hanno deciso il governo?». Tutti così, sia che si veda un compagno di partito che un avversario o un alleato.
Altri, i compulsivi della casta, sono nel panico perché hanno...»