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Belotti e Invernizzi chiedono chiarezza, piangono i morti e ringraziano operatori sanitari e volontari

Gli interventi dei deputati bergamaschi rotti dall'emozione e dalle lacrime.

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Quella di ieri è stata una lunga giornata trascorsa al Parlamento, dove i lavori sono ripresi focalizzati sull’emergenza in corso. La commozione era palpabile, i discorsi non sono stati pronunciati nel classico politichese, soprattutto per quanti di loro vivono nei territori delle zone rosse dell’emergenza. I bergamaschi Daniele Belotti e Cristian Invernizzi hanno parlato con la voce rotta dall’emozione e con le lacrime agli occhi. «Non sappiamo più dove portare i morti e non sappiamo più dove mettere i malati - è stato l’esordio del leghista Belotti -. Siamo qui a chiedere chiarezza e soluzioni. Chiarezza per i morti. I dati ufficiali non combaciano. In Bergamasca i numeri sono diversi: parliamo di 90-100 morti al giorno. In poche settimane Bergamo sta perdendo i suoi nonni e così come nelle altre province lombarde. Le case di riposo nella nostra provincia hanno avuto gli ospiti dimezzati. Un grazie a chi sta mettendo anima e cuore per salvare gli altri. I bergamaschi non rimangono con le mani in mano. In questo momento centinaia di volontari stanno allestendo un ospedale da campo alla fiera di Bergamo. Aziende, associazioni e cittadini stanno donando milioni di euro agli ospedali. La Protezione civile non si ferma un attimo e sindaci e consiglieri sono tutti in prima fila. Grazie di cuore a tutti. Noi non ci fermeremo mai».

Chiarezza sulle cause che hanno portato Bergamo e altre province lombarde a questa emergenza l’ha chiesta anche Cristian Invernizzi. «Ricordo che su 600 medici di famiglia 144 sono malati. Non abbiamo statistiche per sapere le categorie dei medici contagiati, ma agli operatori sanitari va il nostro grazie. In alcuni casi si sono fatti portatori anche dell’ultimo saluto donando l’estrema unzione. Ci sarà tempo e modo per chiarire cos’è successo. Oggi Bergamo sta piangendo», ha concluso il deputato leghista.
Anche da Codogno la voce si è alzata forte e chiara: Guido Guidesi (Lega) ha rimarcato come in un momento così delicato nessuno del Comitato sanitario di emergenza nazionale si è fatto vivo sul territorio lombardo. Così come la comunicazione e i provvedimenti arrivati dal Palazzo sono stati frutto di una burocrazia esagerata che ha dovuto fare i conti con l’interpretazione prima per attendere a 24 ore di distanza l’interpretazione autentica dell’interpretazione. Per non parlare dei tre diversi moduli di autocertificazione. E ora si chiede a gran voce che il Governo prepari un buon programma per il rilancio economico per le imprese e le famiglie.

Grazieno Del Rio, capogruppo del Pd, ha ricordato con non poca emozione le grandi perdite che il Coronavirus si è portato via, tra queste la grande figura di don Fausto Resmini.

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