«Ho visto tutte le partite»

Benalouane: «Ormai tifo Atalanta e un giorno potrei anche tornare...»

Benalouane: «Ormai tifo Atalanta e un giorno potrei anche tornare...»
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Nell’era dei social, seguire la vita dei calciatori è diventato semplicissimo. Le vacanze del Papu tra Ibiza e Sardegna, un po’ di invidia per l’ex Borriello che si rilassa nella sua splendida villa fronte mare, le scorribande di Freuler a Los Angeles: tutto sembra così vicino a noi. Tra i tanti giocatori che si possono seguire tra foto e hashtag, ce n’è uno che ha lasciato Bergamo da un po’ ma che in realtà non se ne è mai davvero andato. Yohan Benalouane, roccioso difensore franco-tunisino classe 1987, la maglia atalantina l’ha indossata per un campionato e mezzo. Arrivato nel gennaio 2014, Benalouane ha giocato 47 gare tra campionato e Coppa Italia, segnando un gol prima di passare agli inglesi del Leicester. Ma il suo legame con la città orobica non si è mai spezzato. Seguendolo su Instagram, dopo qualche gita in barca e una tappa in Grecia, abbiamo notato altre cartoline dal mare e poi un paio da Bergamo. Tra il Sentierone e una delle scalette che portano in Città Alta per la precisione. Lo abbiamo così disturbato appena prima che riprendesse gli allenamenti con le Foxes per chiedergli un parere sull’Atalanta e lo abbiamo trovato ancora a Bergamo, casa sua.

 

 

Benalouane, l’Atalanta ha disputato una stagione leggendaria. L’ha seguita? Che sensazioni le ha lasciato il gruppo nerazzurro?
«Vedendo la squadra giocare ho spesso avuto l’impressione di un’Atalanta in grado di soffocare letteralmente gli avversari. In ogni gara c’era una superiorità netta rispetto alle squadre che venivano affrontate, spesso la grande pressione garantita dalla preparazione e una super organizzazione tattica hanno mandato in tilt gli altri giocatori. I nerazzurri sono stati veramente molto bravi. Il merito principale penso che vada dato a mister Gasperini, che ha fatto un lavoro eccezionale. Il tecnico è riuscito a tirar fuori davvero tutto dai giocatori a disposizione. Per chi lavora ogni giorno alla guida di un gruppo questa caratteristica è fondamentale».

Adesso si va in Europa, che spirito serve?
«Dal punto di vista mentale, un’avventura come quella che nei prossimi mesi dovranno affrontare il Papu e gli altri è qualcosa che va gustato al massimo, si deve vivere tutto con la leggerezza e la spensieratezza di chi si troverà a vivere qualcosa di magnifico. Dall’altro lato, non bisogna dimenticare che si giocherà ogni tre giorni. Le abitudini cambiano molto, il ritmo è diverso e sarà importante adattarsi quanto prima».

Come ci si riesce?
«Passa tutto attraverso il lavoro, io ho provato questo tipo di percorso nella passata stagione quando con il Leicester eravamo impegnati anche Champions League e abbiamo fatto un percorso importante. Dal punto di vista numerico, sarà fondamentale avere tanti ricambi per ruotare al meglio i giocatori e gestire le forze e gli impegni. Nel gruppo è giusto mixare un po’ di esperienza dei giocatori magari un po’ più maturi, come il Papu, con la freschezza di tanti giovani che possano dare quella vivacità e quella forza che sul triplo fronte sono fondamentali. Nello spogliatoio conteranno tanto elementi di spessore: in passato c’erano Raimondi, Migliaccio, Bellini e Denis e oggi sicuramente ci sono altri ragazzi che potranno aiutare i più giovani a crescere».

 

 

C’è un giocatore atalantino che l’ha stupita più di tutti?
«Sinceramente non posso fare solo un nome. Gasperini ha preso il meglio da tutti, la società e il presidente sono stati fondamentali nel mettere a disposizione del tecnico una squadra ben assortita. I vari Conti, Gagliardini, Kessiè e Caldara li conosco benissimo, sapevo che avevano grande qualità ma vederli giocare in Serie A a questi livelli... Be’, capisci che si è creato qualcosa di bello: mi sono spesso divertito a vedere l’Atalanta, seguire e sostenere giovani sfrontati che vanno in campo per avere la meglio su giocatori più “anziani” è sempre un bello spettacolo».

Lei, a Leicester, si è tolto tante soddisfazioni.
«È stata una stagione molto particolare, in campionato c’è stato qualche momento complicato, più o meno a metà del nostro percorso. Per questo dico che bisogna fare attenzione quando non sei abituato a giocare tante partite ravvicinate. Avere una rosa ampia e con tanta scelta è fondamentale, noi siamo riusciti a riprenderci in campionato e abbiamo fatto un grande percorso in Champions League. Personalmente sono davvero felice, ho provato grandi emozioni e la speranza è quella di poter giocare tante volte ancora contro grandi campioni».

In Inghilterra che si dice dei nerazzurri?
«Sono tifoso dell’Atalanta e nello spogliatoio ho parlato spesso della squadra nerazzurra. Scherzando con i compagni ho detto che anche per noi non sarebbe mica stato facile affrontare la formazione di Gasperini. I colori della Dea li ho ormai nel cuore, quindi ho cercato di restare sempre a contatto con la realtà di qua per capire come andavano le cose».

 

 

A fine agosto ci saranno i sorteggi di Europa League. Da tifoso, che avversaria vorrebbe pescare?
«Mi piacerebbe vedere una sfida con una squadra inglese, sarebbe un’occasione importante per far conoscere ancora meglio una splendida realtà del calcio italiano come l’Atalanta anche in Inghilterra. Torno sul concetto che ho espresso prima: quando tifi una squadra vorresti che tutti la guardassero e la apprezzassero come fai tu. Arsenal-Atalanta sarebbe davvero una grande partita secondo me e spero che al sorteggio possa uscire questo abbinamento».

È spesso a Bergamo, ma allo stadio ci è più tornato?
«Sono riuscito a vedere dal vivo solo la prima partita di Coppa Italia, gli impegni con il Leicester non mi hanno permesso di tornare altre volte, ma vi assicuro che in televisione non mi sono perso nessun match della Dea. Con l’ambiente bergamasco mi sono sempre trovato bene, sia con la società che con tutti i tifosi ho passato un anno e mezzo davvero molto bello. È stato un colpo di fulmine, qualcosa che mi è entrato dentro e che non è più andato via».

Facciamo un po’ di fantamercato: sarebbe potuto tornare a Bergamo?
«L’anno scorso abbiamo avuto qualche contatto ma non se ne fece nulla. Ho passato un periodo complicato dopo l’intervento, ma ora sono pienamente recuperato e gioco senza problemi. In futuro mai dire mai, le possibilità di incrociare nuovamente la mia strada con quella dell’Atalanta ci sono, anche e soprattutto perché in questi casi il gradimento del calciatore è fondamentale. A Bergamo ho comprato casa, la porta è sempre aperta».

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