Come sono bergamaschi al volante? Diciamo promossi con riserva
I bergamaschi sono automobilisti disciplinati? Sembrerebbe di sì, anche se alcune abitudini dei bergamaschi alla guida sono pericolose, prima fra tutte l’us o del telefonino. A dircelo è Mirella Pontiggia, 45 anni, vice questore aggiunto e comandante della Polizia Stradale di Bergamo.
Che cosa dice dei bergamaschi al volante?
«Alcune norme importanti vengono perlopiù rispettate, come ad esempio l’uso del casco alla guida dei ciclomotori e delle cinture di sicurezza anteriori in auto, anche se ancora tante persone non conoscono l’obbligatorietà dell’utilizzo delle cinture posteriori. Purtroppo è in aumento la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, che controlliamo durante i fine settimana con servizi specifici chiamati “servizi anti-strage del sabato sera”, mentre i casi di guida in stato di ebrezza restano stazionari. Collaboriamo con l’Ats per il progetto Safe Driver, per insegnare ai giovani l’importanza del volere bene a se stessi, di non mettere a repentaglio la propria vita. La regola prima è che chi si mette alla guida non deve assolutamente bere».
Come è organizzata sul territorio la polizia stradale?
«La sezione si trova in via del Galgario poi abbiamo la sottosezione di Seriate e il distaccamento di Treviglio. La sottosezione di Seriate è competente in via esclusiva per il tratto autostradale dell’A4 che va da Milano a Brescia, mentre la sezione di Bergamo ed il distaccamento di Treviglio si occupano della viabilità ordinaria».
La vostra azione è maggiormente assorbita da azioni di prevenzione e controllo sul territorio o dalla repressione (con relative multe)?
«È un’azione a 360 gradi su tutte le strade della provincia, sia di controllo sia di prevenzione degli incidenti, anche attraverso l’uso di strumenti specifici di controllo della velocità come autovelox e tele-laser, etilometri e del drug test soprattutto durante le notti del fine settimana».
Quali sono le aree della nostra provincia dove è necessario un maggiore presidio?
« L’intervento della Polizia stradale è mirato in via esclusiva nei tratti autostradali e nelle strade extraurbane principali dove maggiori sono la velocità e l’intensità del traffico, ma in caso di necessità dovute al meteo o di incidenti, interveniamo in tutte le strade della provincia».
Come si comportano i giovani alla guida?
«Per loro vale il principio del “paradosso del giovane guidatore”. Funziona così: il giovane che viola una norma del codice della strada senza conseguenze negative ritiene che sarà sempre così. Cioè che i suoi comportamenti negativi non avranno mai conseguenze negative. Purtroppo questo comportamento si interrompe spesso a causa di un incidente stradale».
Quali sono le infrazioni più frequenti e quali ricadute hanno sulla sicurezza?
«Uno dei comportamenti ora più dannosi per chi guida è la distrazione dovuta al multitasking, al fare più cose contemporaneamente, ossia alla convinzione che il cervello umano possa compiere più attività insieme. Purtroppo non è così, perché il nostro cervello può compiere bene solamente un’attività, ossia la guida, in quanto più cose fa, più le fa male. In tutto ciò rientrano l’uso dello smartphone, delle chat, delle applicazioni di messaggistica e di internet, che distraggono il conducente dalla guida anche solo per pochi secondi: ma intanto la vettura magari ha percorso più di cento metri “a occhi chiusi”».
È più rischioso oggi il transito sulle strade interne oppure in autostrada?
«Oggi è più rischiosa la viabilità urbana rispetto a quella autostradale. Il sistema safety tutor installato in autostrada costituisce infatti un grosso deterrente e fa rispettare i limiti di velocità con una conseguente diminuzione di incidenti stradali gravi. Nella viabilità ordinaria, dove sono presenti invece rotonde, incroci e attraversamenti pedonali si verificano più incidenti anche con conseguenze gravi».
Come ha influito sulla circolazione e sui sinistri la costruzione della quarta corsia verso Milano?
«La quarta corsia ha snellito, ma non eliminato il traffico negli orari di punta. Comunque ha avuto effetti positivi, permettendo una maggiore fluidità e una diminuzione degli incidenti. Tutto questo però è stato possibile soprattutto in unione con il sistema Tutor».
Cosa si dovrebbe fare per sviluppare un senso civico e un rispetto delle regole più consapevole e diffuso?
«Bisogna insistere su un radicale cambiamento della cultura della sicurezza stradale partendo dai più giovani attraverso le scuole, ma anche con campagne di sensibilizzazione attraverso i mass media e nei luoghi di aggregazione».
Oltre ai comportamenti distratti alla guida anche l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcolici rimane una delle cause più frequenti di incidenti con gravi conseguenze; quali sono le iniziative di contrasto?
«La Polizia stradale ha come obiettivo primario la prevenzione dell’infortunistica stradale attraverso sia controlli specifici sulle strade con le pattuglie sia con vari progetti nelle scuole. Ad esempio il progetto Icaro, rivolto alle scuole medie di Mapello e all’Istituto superiore Vittorio Emanuele di Bergamo vuole far comprendere ai giovani, attraverso video emozionali, i rischi dei comportamenti scorretti sulla strada; il progetto Safe Driver in collaborazione con l’Ats invece vuole per far capire ai giovani che escono la sera l’importanza di scegliere un guidatore all’interno del gruppo che non beva. Il progetto Io Parto Sicura organizzato in collaborazione con l’ospedale Bolognini illustra i possibili fattori di rischio per i neonati coinvolti in incidenti stradali, sensibilizzando le mamme e i papà sulle buone prassi e i corretti comportamenti che devono essere osservati durante il trasporto di neonati sia a bordo di autovetture, sia sulle biciclette. Infine, il progetto WHP organizzato insieme all’Ats è rivolto alle aziende e, quindi, ad un pubblico adulto e riguarda i rischi di incidenti in itinere, dalla casa al luogo di lavoro. Andiamo inoltre negli oratori e il mese prossimo avremo uno stand a Lilliput, dove insegneremo ai bambini delle scuole materne l’Abc del codice della strada, ad esempio come attraversare in sicurezza. Per reprimere invece le condotte di guida alterata da sostanze alcoliche o da stupefacenti organizziamo servizi specifici vicino alle discoteche e agli altri luoghi di divertimento».
Quali sono stati i risultati di queste campagne di sensibilizzazione?
«Siamo convinti che bisogna continuare a seminare tra i giovani per poi raccogliere in età adulta. Dopo tanti anni di calo, nel 2017 gli incidenti stradali sono tornati a salire e quindi a maggior ragione bisogna continuare nella campagna di sensibilizzazione».
Quali consigli ritiene preziosi per i giovani che si apprestano a guidare e, comunque?
«Usare la propria testa, non farsi influenzare dalle pressioni del gruppo di amici e avere la consapevolezza che si può far male a noi stessi ma soprattutto agli altri. Il pensiero dei giovani è che gli incidenti capitino solo agli altri perché a loro non capiterà mai nulla quasi fossero supereroi. Purtroppo non è così».