Bergamo istituisce un fondo di mutuo soccorso da 300 mila euro
Tre i segmenti individuati per aiutare la ripresa: assistenza agli anziani; turismo e cultura; rilancio delle attività produttive e commerciali.

Bergamo comincia a pensare anche al dopo. Alle necessità per la ricostruzione post-Coronavirus. Un primo segno tangibile è arrivato dalla riunione della Giunta, avvenuta in teleconferenza venerdì 27 marzo, nella quale ha deciso di istituire un fondo di mutuo soccorso del valore di 300 mila euro. Tre i segmenti individuati per questa prima emergenza con 100 mila euro da destinare ad ognuno di tali segmenti. La prima emergenza è quella di sostenere e potenziare i servizi di assistenza agli anziani e ai soggetti più esposti agli effetti dell’emergenza, in raccordo e integrazione con gli interventi di cura e di carattere sanitario, anche potenziando i servizi e contribuendo alle esigenze delle strutture ospedaliere. Il secondo segmento è quello legato al settore turistico e culturale per ritrovare quanto prima la vocazione che Bergamo ha sviluppato e declinato negli ultimi anni per sostenere tutti gli operatori economici attivi e delle istituzioni culturali che qualificano il contesto territoriale. Infine il Comune vuole sostenere la ripresa e il rilancio delle attività produttive e commerciali, che dovranno gestire la fase di avvio post emergenza, che non ha precedenti, e che avranno esigenze di liquidità, accesso al credito e sostegno agli investimenti.
L’emergenza epidemiologica che stiamo vivendo si è sviluppata con tale intensità, persistenza e diffusione da poter essere considerata una calamità naturale, di carattere eccezionale e straordinario. E pur trattandosi di una emergenza di carattere nazionale, gli effetti dell’epidemia si sono concentrati in Lombardia soprattutto nella nostra provincia. Proprio nel territorio di Bergamo l’emergenza ha prodotto un impatto drammatico rispetto al bisogno di cure mediche e ospedaliere, di assistenza ai più fragili e bisognosi, di garanzia di continuità dei servizi essenziali, gestiti in condizioni così rischiose ed eccezionali, con elevatissimi livelli di complessità e rischio. Qui più che altrove il Covid-19 ha danneggiato persone, ha colpito famiglie e imprese, servizi essenziali e attività commerciali e produttive, in maniera così estrema che la fase della ripresa e del rilancio ha bisogno di un aiuto economico. Le sole spontanee dinamiche di mercato non bastano. Per tutto il tessuto sociale, produttivo e culturale della città e del paese, sarà essenziale il ruolo delle istituzioni pubbliche, investite della responsabilità di intervenire per sostenere, con varie forme e misure, il mondo del lavoro e le attività di impresa, gli operatori culturali e sociali, per assicurare lo sviluppo e ristabilire le condizioni normali di vita esistenti prima della emergenza. Questo è il primo passo di una serie che si dovrà determinare proporzionalmente rispetto all’evolversi dell’epidemia.