Bergamo e Milano tornano a parlare dell'attesa fusione tra Sea e Sacbo

Quel che sarà, sarà, ma di certo Bergamo non ricoprirà il ruolo di vittima sacrificale. È questa, in breve (anzi, brevissimo) la novità che arriva da quel dell'aeroporto di Orio circa la fusione tra la Sacbo, società gestrice dello scalo orobico, e la Sea, che invece si occupa di Linate e Malpensa. Dopo un lungo stallo dovuto alle elezioni meneghine, infatti, le due città lombarde sono tornate a parlare della maxi operazione che dovrebbe portare alla nascita di uno dei poli aeronautici più importanti d'Europa. In attesa che si torni a parlare concretamente del progetto a settembre, il sindaco Giorgio Gori e il neoeletto collega milanese Beppe Sala si sono incontrati a Milano per parlare, ma solo a grandi linee, della fusione.
Intanto Orio vola. Nulla di tecnico, nessun incontro formale, soltanto quattro chiacchiere in amicizia ma fondamentali per poter capire i margini di conclusione dell'operazione. Il problema, infatti, è sempre lo stesso: chi rischia di perderci di più dall'operazione è Bergamo. Ed è un rischio che la città vuole assolutamente evitare. Negli ultimi anni l'aeroporto di Orio al Serio si è imposto come una delle eccellenze orobiche, con numeri in costante crescita e progetti per il futuro sempre più ambiziosi. La conferma è arrivata anche il 28 luglio, quando la Sacbo ha presentato la prima semestrale dell'anno in corso. «Risultati ottimi» ha commentato semplicemente Miro Radici, numero uno della società. Ma pare finanche riduttivo l'aggettivo "ottimi": nei primi 6 mesi dell'anno in corso, infatti, i passeggeri sono cresciuti del 6,7% rispetto a un anno fa, toccando quota 5.242.919 passeggeri contro i 4.913.750 del 2015. Se anche la seconda parte del 2016 dovesse confermarsi così "forte", allora è probabile che venga battuto il record di 10 milioni e 405mila circa passeggeri dell'anno scorso. L'unico meno riguarda le movimentazioni cargo, scese dell'8%, ma si tratta di una perdita ampiamente ripagata dall'enorme crescita di altri settori, quali quello dei parcheggi e quello commerciale (si sono aggiunte 53 attività, di cui 15 in ambito ristorativo). Alla fine, dunque, i ricavi hanno toccato quota 60 milioni, il 7,4% in più, e l’utile netto è arrivato a sfiorare i 7 milioni, cioè addirittura il 28,5% in più.
I pro e i contro della fusione per Bergamo. Oltre che descrivere un'attività in ottima salute e in continua crescita, questi numeri dicono anche un'altra cosa: la Sacbo, e dunque Bergamo, si presenta al tavolo delle trattative con Sea (dunque Milano) in una posizione di forza. Se la fusione ci sarà bene, altrimenti Orio può tranquillamente guardare avanti con ottimismo anche da solo. Ciò significa, proprio come ha sottolineato Gori dopo l'incontro con Sala, che la fusione si farà soltanto a patto che Orio non ne esca penalizzato. E perché ciò avvenga i dettagli da discutere sono ancora molti, la maggior parte tecnici. Per questo la palla passerà, a settembre, ai management delle società, supportati dai rispettivi advisor. Saranno loro a dover delineare i contorni specifici dell'integrazione. Ruolo principale lo giocherà Milano, perché Bergamo è da tempo che ha fissato i propri paletti e ha reso note le proprie volontà, in primis quella di non perdere eccessivamente peso sulla gestione dello scalo in seguito alla fusione.
In questo quadro, però, non si può evitare di sottolineare un altro fattore, questa volta sfavorevole a Bergamo: per quanto Orio possa continuare a crescere, i margini sono comunque limitati. Detto altrimenti: la location, i problemi riguardanti l'inquinamento acustico delle zone residenziali nei pressi dello scalo e infine l'assenza di grandi spazi vicini, dimostrano come Orio sia arrivato ormai quasi al massimo della propria forza espansiva. Accordi e strategie con le singole compagnie aeree (Ryanair su tutte) e nuove visioni commerciali permettono a Orio di guardare con ottimismo da qui ai prossimi 3/4 anni, ma poi o arriverà lo stallo oppure sarà per forza di cose necessario un accordo con Milano, che invece, soprattutto a Malpensa, ha ancora enormi margini di crescita. Per questo la fusione Sea-Sacbo è un'operazione che sia Bergamo che il capoluogo lombardo guardano con favore, ma perché diventi realtà serve trovare il perfetto equilibrio tra pro e contro di ambo le parti. Mica facile.