BergamoPost ringrazia e rilancia (ci divertiremo ancora)

Un giornale riflette l’umore di chi lo fa. Non solo le sue idee, ma anche i sentimenti. Fare un giornale, in fondo, è un atto di cuore, oltre che di testa. E possiamo assicurarvi che a BergamoPost abbiamo messo tanto di entrambi.
In una città già ricca di informazione, iniziare un’esperienza come questa necessitava di una buona dose di sana follia. Lucida, però. Ed è proprio questa follia che (ci permettiamo di dire, concedetecelo) ci ha portati a percorrere anche qualche strada finora inesplorata, talvolta ad aprirne di nuove. Prima con il sito - per cinque anni e mezzo, dal 9 giugno 2014 - poi con il settimanale cartaceo - per tre anni, dal 30 settembre 2016 -, ci siamo costruiti il nostro spazio. E di questo, francamente, ne siamo orgogliosi.




















In questa pagina potete vedere alcune delle ben 168 prime pagine che abbiamo “sfornato” ogni venerdì da tre anni a questa parte. Non uscendo ogni giorno, abbiamo sempre privilegiato l’approfondimento rispetto alla nuda cronaca, preferendo il racconto di storie e di persone alla semplice notizia. Abbiamo raccolto critiche così come consensi, lodi così come qualche tirata d’orecchie. Ci sta. Ma la cosa della quale siamo più contenti è l’essere riusciti, spesso, ad avere uno stile, un tono nostri, specifici. Un modo di rivolgersi ai lettori che potremmo definire colloquiale, persino confidenziale. Il tentativo di andare oltre la superficie dei fatti attraverso un’attenta semplicità.
In questa ventina di prime pagine di BergamoPost abbiamo raccolto un po’ il nostro viaggio. Abbiamo toccato argomenti che a Bergamo erano - e per certi versi sono ancora - un tabù (il sesso, il lento incrinarsi di certe tradizioni, il potere delle banche, le dinamiche interne alla chiesa e alle associazioni imprenditoriali); abbiamo criticato istituzioni che rappresentano da sempre monoliti cittadini, non per il gusto di farlo, ma convinti che una posizione anche dura, ma giusta, possa portare a scosse positive; abbiamo previsto con anticipo (lo diciamo con umiltà ma senza falsa modestia) cose che poi sono realmente accadute, soprattutto...