Le proteste dei produttori

Che cosa è il fracking che minaccia la birra tedesca

Che cosa è il fracking che minaccia la birra tedesca
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Stasera giocherà gli ottavi contro l'Algeria e saranno tantissimi i tedeschi pronti a gustarsi una delle loro ottime birre profotte da birrai di tradizione. Sia che si vinca sia che si perda. Intanto, però, in Germania si sta pensando di aprire le proprie porte normative al fracking, cioè al metodo di estrazione di gas naturali dal sottosuolo che ha reso gli Stati Uniti il maggior produttore di gas al mondo. L’attuale crisi in Ucraina ha messo l’Europa di fronte ai problemi derivanti da un’eccessiva dipendenza dalle risorse della Russia e la Germania, principale “cliente” del gas di Putin, sta dunque pensando ad un modo per rendersi maggiormente indipendente. La Merkel è dunque pronta a presentare una legge che regolamenti il fracking. Come avvenuto in America, questa scelta ha scatenato le reazioni di tutti i produttori di birra del Paese.

 

Cos’è il fracking.

Il fracking, in italiano fratturazione idraulica, è un particolare metodo di estrazione di gas dal sottosuolo. Attraverso delle perforazioni orizzontali di uno strato roccioso situato tra il chilometro e mezzo ed i 6 chilometri di profondità, si estrae il gas in esso contenuto. Con delle piccole esplosioni si aprono dei varchi che vengono poi allargati attraverso il pompaggio di acqua e diverse sostanze chimiche a pressioni molto elevate. In questi spazi creati viene fatto confluire in superficie il gas presente nel permeabile strato roccioso che è stato precedentemente perforato. Il procedimento è particolarmente complicato e rischioso, poiché richiede continue perforazioni ed esplosioni che mettono a rischio la stabilità del sistema: sale la probabilità di sismi ed è alta la probabilità di perdite di gas e di inquinamento delle falde acquifere a causa delle sostanze chimiche utilizzate. Per questi motivi, l’Europa, a parte la Polonia ed il Regno Unito, non ha fino ad oggi mai utilizzato questa tecnica. Ma la Germania, che ha una grande risorsa di gas naturale in Sassonia, sta oggi seriamente pensando di aprire le porte al fracking.

La rivolta dei birrai.

Proprio la Sassonia è una delle regioni in cui si concentrano molti storici birrifici tedeschi che, sull’onda delle proteste dei birrai americani, si stanno opponendo con forza all’apertura della Merkel alla fratturazione idraulica. Il rischio che il fracking vada ad intaccare le falde acquifere è infatti troppo alto, e poiché l’acqua è l’ingrediente fondamentale per la produzione di una buona birra, le operazioni di fracking metterebbero a rischio l’intera produzione. La Germania è il Paese europeo che consuma più birra, precisamente 9 miliardi di litri l’anno secondo stime ufficiali del 2011, ma è anche uno dei maggiori produttori: il settore porta circa 8 miliardi di euro di introiti annuali e dà lavoro a più di 25 mila persone. Il rischio di mettere in ginocchio un intero settore dell’economia tedesca è quindi più che un’ipotesi. Già un anno fa, quando il governo iniziò a pensare ad una regolamentazione del fracking, l’Associazione dei produttori di birra presentò a sei ministeri le proprie perplessità, ritenendo insufficienti le misure ipotizzate per tutelare la purezza delle falde acquifere. Oggi gli stessi imprenditori si dicono sul piede di guerra.

I precedenti in America e Belgio.

Negli Stati Uniti da anni sono nati movimenti contrari al fracking e molti di essi sono finanziati da importanti birrifici, come il Frack Free Colorado che ha nella Colorado’s New Belgium Brewery uno dei maggiori finanziatori. A tutela della purezza della birra americana, è nata la campagna “Brewers for clean water”, attraverso cui diversi birrifici stanno cercando di ottenere da Obama un aggiornamento della normativa riguardante la tutela delle acque. Per sensibilizzare l’opinione pubblica è stato anche realizzato un video in cui si espongono i motivi per cui il francking mette a rischio la qualità dell’acqua. In Europa una situazione simile si rinviene in Belgio, dove i monaci trappisti dell’abazia di Rochefort, produttori della famosa birra, sono in guerra con una società che opera nel settore dell’estrazione della calce, la quale, con la propria attività estrattiva, starebbe mettendo a rischio la purezza dell’acqua sorgiva che sta alla base della produzione della loro birra.

Il governo tedesco non ha ancora elaborato il regolamento definitivo, ma la scontro tra la tradizione birrificia tedesca e l’innovazione è già iniziato.

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